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Nel suo ultimo programma il cronista radiofonico aveva criticato duramente il sistema politico

Gustavo Báez (in foto di copertina) era collega di Humberto Coronel, lavoravano assieme in radio, e anche lui, come Bàez, era stato minacciato a giugno di questo anno da criminali anonimi che avevano lasciato, all’ingresso dell'abitazione di Bàez, un avvertimento. Lo scorso martedì 6 settembre Coronel stava uscendo dalla stazione radio La Voz de Amambay, mentre saliva sulla sua automobile è stato intercettato da un sicario che gli ha sparato dieci volte addosso, uccidendolo. Báez, che è salvo per “miracolo” poiché  non si trovava nella stazione radio in quel momento, ha parlato per la prima volta dopo l’accaduto per raccontare la sua esperienza.
Intervistato da ABC Color ha voluto spiegare cosa ha provato:“Ci sono tante cose da analizzare, molte cose a cui pensare, da studiare, la posizione familiare è chiara. È una situazione veramente difficile nella quale non avrei mai immaginato di trovarmi, e non auguro a nessuno ciò che è successo al mio collega Umberto e tanto meno quello che sto vivendo io”.

L'avvertimento ricevuto a giugno l’hanno lasciat
o a casa tua.
“Sì, a casa mia. Mentre stavo andando a lavorare, la mattina presto, mi sono fermato… Ho trovato, ha attirato la mia l'attenzione, una cartolina rossa sotto il portone della mia casa. Quando ho guardato meglio ho visto ciò che oggi è di pubblico dominio”.

In quel periodo, credo che voi due facevate lo stesso tipo di giornalismo in radio Amambay, attraverso programmi quotidiani. Abbiamo appena ascoltato il programma di Umberto. Anche tu avevi dei programmi quotidiani nella stessa radio?
“Sì, anche io sono nella stessa stazione radio. Umberto faceva un programma folcloristico, in lingua guaranì, abbastanza critico, che andava in onda alle 13:25; quando lui finiva iniziavo io alle 13:30 con un programma nettamente informativo e musicale”.

Lui usciva e tu entravi? Eri dentro la radio quando è successa la
tragedia all'esterno ?
“No. Ieri, grazie al Signore, ero in casa in quel momento perché stavo conversando con la mia guardia di sicurezza. Eravamo a casa, ho guardato l'ora, dovevo già essere uscito di casa. Ero abbastanza in ritardo. Quando ho detto al custode e a mia moglie che stavo per uscire, mi è arrivata la notizia dell’attentato a Umberto davanti alla stazione radio. Da quel momento mia moglie non mi ha lasciato uscire e i miei famigliari mi hanno chiamato per chiedermi di non uscire di casa mentre io volevo andare alla stazione radio”.
“L'orario normale era quello; Umberto lasciava alle 13:25 e subentravo io alle 13:30. Io ero solito trovarmi nella stazione radio
prima dell’inizio del programma”.

Un ritardo che probabilmente ieri ti ha salvato la vita…
“Si potrebbe pensare questo.  Avevo detto a mia moglie che andavo in radio ma lei mi ha trattenuto nuovamente e sono rimasto a parlare con lei e parlando anche con il mio agente di scorta i minuti sono passati”.


coronel humberto fb radio mega

Il giornalista, Humberto Coronel


Vuoi lanciare un messaggio alla polizia, alla Procura, al presidente del Paraguay su quello che sta accadendo oggi a Amambay?
“Il Pubblico Ministero conosce la situazione che stiamo vivendo noi ad Amambay. Io ringrazio infinitamente di cuore il procuratore Sandra Díaz che sin da subito mi ha chiamato e si è messa a disposizione da quel 10 giugno. Ci sono state numerose richieste per assegnarmi una scorta alla direzione di Polizia del dipartimento di Amambay, procedura che presenta molta burocrazia e che ha impiegato un'eternità per me, per potere avere la scorta. Ho dovuto bussare alle porte delle autorità, ho dovuto bussare alle porte di diverse istituzioni dello Stato, nella capitale, dove sicuramente si sono stancati della mia insistenza e mi hanno assegnato la scorta”.
“Mi
torna al'attenzione il fatto che il comandante dica che lui non era a conoscenza che io stessi sollecitando una protezione, ma alla direzione di Polizia di Amambay mi dicevano che mancava solamente la firma del comando; il vice comandante o il comandante erano quelli che dovevano firmare per l’assegnazione di personale di scorta alla mia persona, ma oggi il comandante dice che non ne era a conoscenza. Chi mente? O mi hanno mentito alla direzione di Polizia o sta mentendo il comandante”.

I due poliziotti che non si trovavano dove dovevano essere, che erano stati assegnati precisamente per custodire la radio, perché ieri non erano dove dovevano essere?
Cosa hanno detto ai ragazzi della radio?
“Io non sono potuto andare alla stazione radio, non mi hanno lasciato uscire di casa, ma normalmente loro sono lì, davanti alla sede della radio, nell'angolo, normalmente sono all'entrata, come avete potuto vedere nella foto che è stata diffusa. A me ha richiamato l'attenzione il fatto che non ci fossero ieri, perché normalmente sono tutti e due lì. Anche io ho due uomini di scorta che di solito sono lì con loro, di fronte alla stazione radio, e normalmente parlano tra loro proprio lì. Mi ha colpito che non fossero lì ieri”.

L'ultimo programma di Humberto Coronel prima di essere assassinato
Nel suo ultimo programma Humberto Coronel aveva criticato le differenze tra politici e congressisti e la mancanza di risorse di cui soffre la popolazione. Non aveva detto niente di diverso rispetto alle altre volte. Il contenuto dei suoi programmi era sempre di critica e di accusa contro la criminalità e la corruzione strutturale presente nelle istituzioni. Un programma che veniva trasmesso maggiormente in lingua guaranì jopará (un insieme di guaranì e spagnolo) ed in cui condivideva anche musica folcloristica.
Martedì 6 settembre ha iniziato il suo programma raccomandandosi a forze superiori, consapevole che ogni giorno che si sedeva nello studio  radio davanti al microfono e andava in onda, stava rischiando la sua vita.
“Quando facciamo il nostro lavoro, come abbiamo sempre detto, dobbiamo metterlo nelle mani di Dio, il nostro padrone, ed in quelle della madre Maria affinché possiamo uscire sempre bene in tutto ciò che riguarda il nostro lavoro”.
“In quest'anno elettorale il Congresso
ha approvato più di 20 mila milioni di aumenti salariali per i suoi funzionari, cioè, per i suoi operatori politici. Nel frattempo a noi cosa? Abbiamo bisogno di tutto. Hanno destinato oltre 20 mila milioni per quelli che gridano fanaticamente per i partiti politici, principalmente per il Partito Colorado e altri, mentre negli ospedali non ci sono medicine, non ci sono aghi, bende. Fino a che punto possiamo essere stupidi, fino a che punto ci lasciamo ingannare”.
La sua forza e la sua dignità lo ha portato a continuare ad andare in radio nonostante le minacce. E ha continuato a denunciare e ad investigare sul crimine organizzato, nonostante vivesse con la scorta per evitare che lo uccidessero. Ma quel giorno un sicario gli ha strappato la vita mentre i due uomini che dovevano tutelare la sua sicurezza non erano presenti. Perché?

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