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I processi alle presunte menti organizzatrici dell’attacco sono ancora fermi

Sono passati 21 anni da quell’11 settembre e i colpevoli non sono mai stati arrestati e condannati. Secondo la versione ufficiale, l’attacco alle Torri Gemelle, venne fatto da alcuni terroristi islamici di al Qaeda. Ma le ricerche e le analisi dei più attenti ricercatori e giornalisti, come il compianto Giulietto Chiesa, hanno portato alla luce elementi che dimostrano in maniera incontrovertibile come dietro a questo attentato vi fossero delle “forze potenti” e “diversi servizi segreti”.
Ad oggi gli ideatori del grande inganno stanno ancora mentendo e la ricerca della verità viene costantemente ostacolata. Appare singolare infatti che i processi alle menti degli attacchi terroristici dell’11 Settembre 2001 sono ancora fermi. Khalid Shaikh Mohammed e altri quattro presunti elementi di al Qaeda - detenuti a Guantanamo e rinviati a giudizio - sono ancora in attesa degli sviluppi giudiziari, ma le udienze vengono continuamente rinviate o cancellate. Secondo James Connell, uno degli avvocati degli imputati, le parti stanno cercando di trovare un accordo per evitare un dibattimento le cui basi legali sono fragili.
Perché un processo così importante per l’America (e per il mondo) sta venendo ignorato e ostacolato?
In attesa dei tempi della giustizia statunitense riproponiamo qui di eseguito un articolo in cui vengono esposte le analisi di Giulietto Chiesa: video, documenti e testimonianze che gridano ancora la verità ad un Occidente sempre più schiavo dello Zio Sam.



Attentato dell’11 settembre. Giulietto Chiesa: ''Intervennero forze potenti e diversi servizi segreti''

L'impero americano e i suoi vassalli sono stati gli artefici di una nuova Pearl Harbor

di Luca Grossi
20 anni sono passati da quell’11 settembre in cui l’intera umanità si è fermata davanti alle terrificanti immagini del più grande attentato terroristico che la storia moderna abbia mai visto. Ma mentre gli occhi attoniti delle persone di tutto il mondo erano incollati agli schermi delle televisioni che trasmettevano in diretta la tragedia, molti evidenti particolari sono sfuggiti ai più. Giulietto Chiesa, insieme ad altri studiosi del caso, non è stato uno di questi e negli anni ha fornito prove, documenti, carte e relazioni che dimostrano nero su bianco che ciò che è stato raccontato non rappresenta la realtà dei fatti.  Gli ideatori del "Progetto per il Nuovo Secolo Americano" (PNAC, Project for the New American Century, gruppo di neo-con guidato da Paul Wolfowitz) del resto lo avevano anche scritto nel loro testo 'guida' pubblicato nel settembre 2000. Un rapporto di novanta pagine intitolato "Ricostruire le difese dell'America: strategie, forze e risorse per un nuovo secolo" in cui si legge chiaramente che "l'America dovrebbe cercare di preservare ed estendere la sua posizione di leadership globale mantenendo la superiorità delle forze armate USA" e che il governo degli Stati Uniti dovrebbe avvantaggiarsi della sua superiorità militare ed economica per guadagnare una incontestabile superiorità attraverso tutti i mezzi possibili, comprese le forze militari. Inoltre nel rapporto vi è un passaggio assai curioso: "Il processo di trasformazione, anche se porterà un cambiamento rivoluzionario, risulterà molto lungo, se non si dovesse verificare un evento catastrofico e catalizzante, come una nuova Pearl Harbor".  Ad oggi gli ideatori del grande inganno stanno ancora mentendo e Giulietto Chiesa aveva tentato di avvertirci già da tempo.


L'impero americano dietro al crollo delle torri gemelle
"È una disputa che non si può riproporre qui. Chi scrive ha sostenuto da sempre che i diciannove presunti ‘dirottatori’, guidati da Osama bin Laden, non avrebbero potuto, in ogni caso, realizzare un tale piano. Ci sono prove in abbondanza che nell'operazione intervennero forze potenti che avevano legami con diversi servizi segreti, a cominciare da settori della CIA e dell'FBI, per arrivare fino all'ISI pakistano, ai servizi segreti sauditi e a quelli, sicuramente coinvolti, del Mossad israeliano". Sono state queste le parole di Giulietto Chiesa quando nel 2016 aveva tentato di spiegare ad un occidente sordo - volutamente sordo - che dietro alla nuova "Pearl Harbor" si celavano sinistri piani per una destabilizzazione geopolitica atta a sostenere solo ed esclusivamente gli interessi dell'impero statunitense.

Dopo l'11 settembre era poi iniziata una serie di guerre sanguinose (Afghanistan, Iraq, Libia, Siria) e di mutamenti del sistema delle regole internazionali. "Tutti motivati con una nuova ed unica necessità: combattere il ‘nuovo nemico’ dell'Occidente, l'Islam fondamentalista.

"Il lavoro della '9/11 Commission' (cioè la "versione ufficiale") non regge di fronte a una sterminata quantità di contestazioni", aveva scritto Chiesa, "mosse da ricercatori e giornalisti indipendenti di tutto il mondo. Chi volesse sincerarsene può consultare il sito Consensus911.org, dove molte di queste contestazioni e incongruenze sono state esaminate in questi anni da un gruppo di specialisti di cui anch'io faccio parte. Quella Commissione - come adesso sappiamo ufficialmente dopo le rivelazioni dell'ex senatore democratico Bill Graham (che fu presidente della Commissione del Congresso che per prima indagò sull'11/9) e di numerosi senatori e deputati americani - rifiutò di esaminare documenti e prove di quelle oscure manovre che precedettero l'attentato. Le 28 pagine del primo rapporto, recentemente desecretate, rivelano e documentano inequivocabilmente, che il governo saudita aiutò e finanziò i ‘capri espiatori’ a installarsi negli Stati Uniti. E questo fatto, da solo (senza tenere conto che FBI e CIA erano - e tutto ciò è stato provato- al corrente della preparazione dell'attentato), dimostra che la 9/11 Commission fornì una versione falsa dell'intera vicenda, per coprire i veri responsabili.

A questa falsificazione - già provata - se ne possono aggiungere decine. Quanto basta per concludere che ci furono interessi potenti, all'interno dell'élite americana e dei circoli dirigenti occidentali, per coprire i veri protagonisti dell'attentato".

Inoltre in merito all'attentato dell'11 settembre si era espresso anche l'allora presidente onorario aggiunto della Suprema Corte di Cassazione, Ferdinando Imposimato, il quale in diverse interviste aveva dichiarato che esistono indizi più che sufficienti per incriminare, di concorso in strage, di fronte a una corte internazionale, l'Amministrazione americana di George W. Bush e Dick Cheney. Sfortunatamente una tale corte esiste, ma non è abilitata a processare l'Amministrazione americana.

La complicità del mainstream mediatico occidentale
Ogni impero ha le sue colonie e da regolamento - non scritto - devono fare da megafono alla voce del padrone. Tutto il mainstream mediatico ha coperto da 20 anni ormai una versione dei fatti "totalmente falsa, fino al ridicolo, impedendo l'emergere della verità", aveva scritto Chiesa sottolineato come gli ideatori e organizzatori dell'attentato, assieme ai loro vassalli, avevano avuto il controllo quasi totale della comunicazione mondiale arrivando a confinare migliaia di persone nell'ignoranza. Il problema è, dunque, al tempo stesso politico e comunicativo e in un’intervista rilasciata a Radio Saiuz - che in seguito riproponiamo assieme ai suoi interventi su Pandora Tv - Chiesa lo aveva spiegato molto bene. Aveva detto chiaramente che "la versione ufficiale degli eventi è falsa” e a muovere i fili dell’attentato ci sarebbero stati “i servizi segreti occidentali insieme all’intelligence pakistana e saudita”. Da quel giorno, ha aggiunto poi Giulietto Chiesa, “milioni di persone sono state frastornate fino al punto da ritenere scandaloso che qualcuno metta in discussione la storia che ci hanno raccontato”. Tutto ciò grazie ad una subdola campagna di mistificazione benedetta dallo Zio Sam.




Foto di copertina: rielaborazione grafica
by Paolo Bassani

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