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Il vice ministro degli Esteri russo: “Continua a crescere il coinvolgimento Usa in Ucraina”. Da Biden nuovi aiuti militari per 11,7 miliardi di dollari

Non si fermano gli ammonimenti di fuoco su una possibile deflagrazione del conflitto ucraino in una guerra totale tra le due superpotenze in gioco. Ieri il vice ministro degli Esteri russo Sergei Ryabkov, parlando al canale televisivo Rossiya-24 ha lanciato un severo monito rispetto alle attività statunitensi di crescente di sostegno militare in Ucraina.

"Mettiamo in guardia gli Usa dal fare passi provocatori, compresa la fornitura (all'Ucraina) di armi di sempre più a lunga gittata e più distruttive", ha affermato Ryabkov, che ha poi constatato come oramai vi è una "sottilissima linea a separare gli Stati Uniti dal diventare una parte in conflitto". "Le sfacciate forze anti-russe - ha avvertito Ryabkov - non devono illudersi che tutto rimarrà immutato una volta che quella linea sarà stata superata".

Il vice ministro degli esteri ha aggiunto che il grado di coinvolgimento degli Stati Uniti nella situazione intorno all’Ucraina continua a crescere ed è una tendenza pericolosa: "Purtroppo, dobbiamo affermare con preoccupazione che il grado di coinvolgimento della parte statunitense in questa situazione, il grado di immersione di Washington, anche nel supporto materiale, nel sostenere il regime di Kiev con le armi, continua a crescere. Questa è una tendenza pericolosa”, ha concluso nel merito.

Il pericolo della proliferazione nucleare
Altro tema di discussione ha riguardato il pericolo della proliferazione nucleare. Ryabkov ha spiegato come la pratica delle cosiddette missioni nucleari congiunte della NATO per molti anni ha causato profonda preoccupazione. "In una recente conferenza di revisione del TNP, la Russia e altri paesi hanno espresso preoccupazione per questa pratica [proliferazione di armi nucleari] e hanno espresso il timore che gli Stati Uniti possano diffonderla al di fuori dell'Europa, dove tutto questo va avanti da decenni, in altre regioni - all'Asia. Tutte queste sono domande legittime. Chi, posso chiedere, erode questa linea? Chi viola questo importantissimo equilibrio di responsabilità nella gestione delle armi nucleari e approcci al loro uso? Come possiamo vedere, sono i nostri avversari che sono stati alimentando le tensioniStiamo esortando gli Stati Uniti e i loro alleati della NATO ad adottare un approccio diverso e a mostrare responsabilità in quest'area, come fa la Russia" ha affermato Ryabkov.

Un problema che riguarda in modo particolare anche il nostro paese; basti pensare che l’Italia ospita un terzo degli ordigni nucleari presenti in Europa: solo nelle basi di Ghedi ed Aviano vi sarebbero dalle 70 alle 90 bombe atomiche B-61, mentre a Volkel, nei Paesi Bassi, a Kleine Brogel, in Belgio, a Büchel in Germania, non si superano le 10/20 unità. Se a questo aggiungiamo che secondo la Federazione degli Scienziati Americani, entro il 2022/2023 le obsolete bombe nucleari B61 saranno sostituite con le nuove B61-12, teleguidate e progettate per penetrare i bunker dei centri di comando del nemico, il quadro si fa ancora più preoccupante. Questi ordigni, abbinati ai nuovi caccia F35, secondo il colonnello dell’U.S Air Force responsabile del Comando per il combattimento aereo e della divisione per la deterrenza strategica e l’integrazione nucleare Daniel Jackson costituiscono una capacità di livello strategico che si aggiunge a quella del bombardiere B-2, l’aereo stealth sino ad oggi prominente per l’attacco nucleare.


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Sergei Ryabkov, vice ministro degli Esteri russo © The Council of Federation/Flickr


Nuovi aiuti militari all’Ucraina da 11,7 miliardi di dollari per allungare il conflitto
Sempre nella giornata di ieri, come affermato al congresso all’Office of Management and Budget, il presidente Joe Biden ha approvato un nuovo pacchetto di assistenza militare all’Ucraina da 11,7 miliardi di dollari: “Il presidente Biden ha chiarito che gli Stati Uniti intendono continuare a sostenere il popolo ucraino nella difesa della propria sovranità. Per adempiere a questo impegno e soddisfare i bisogni immediati, chiediamo 11,7 miliardi di dollari in sicurezza e assistenza economica nel primo trimestre dell'anno fiscale 2023", si legge nella nota. L’imponente tranche è stata preceduta, pochi giorni fa da un alto lotto di circa 2,98 miliardi, che comprendeva 245.000 proiettili di artiglieria da 155 mm, 65.000 colpi di mortaio da 120 mm, radar anti-artiglieria U24, un sistema di soppressione dei veicoli aerei senza pilota (UAS), attrezzature di supporto, contromisure UAV Vampire, sistemi di difesa missilistici NASAMS e fondi per l'addestramento e il supporto dei militari.

Un pacchetto, tuttavia, che secondo Bloomberg, non fornirà alle forze armate l'opportunità di un attacco, in quanto non include missili a lungo raggio HIMARS. Kiev ne aveva chiesti almeno 50 per bloccare l’avanzata russa e 100 per una controffensiva; Washington a luglio per bocca del presidente del Comitato per i servizi armati del Congresso USA, Adam Smith, ne aveva promessi solo 30. Questione economiche? Difficile immaginarlo, dato che a fronte dei 3 miliardi stanziati, 100 HIMARS costerebbero agli Stati Uniti circa 400 milioni di dollari. Lo scopo non dichiarato sembra quello di prolungare il conflitto il più possibile per finanziare l’industria bellica e trasformare l’Ucraina in un grande poligono militare per testare le armi statunitensi.

Basti pensare come i missili NASAMS siano gli stessi adoperati attorno alla Casa Bianca ed al Campidoglio di Washington; un loro eventuale utilizzo ad esempio al Palazzo Mariinski, la residenza ufficiale del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, potrebbe essere un buon banco di prova per questo tipo di armi.

L’ex segretario alla Difesa Usa Douglas McGregor il 30 agosto, in un’intervista al canale you tube Judging Freedom non ha usato mezzi termini: “Gli Stati Uniti sono responsabili di tutto ciò che accade in Ucraina , poiché sono loro a dettare il piano d'azione a Kiev”. McGregor ha sottolineato come la Casa Bianca non solo non contribuisca alla soluzione pacifica del conflitto, ma lo interrompa volontariamente. ”Gli Stati Uniti non permetteranno agli ucraini di porre fine alla crisi attraverso la diplomazia, anche se loro stessi lo desiderano”, ha affermato McGregor.


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© Imagoeconomica


Kiev in crisi dopo il fallito attacco su Kherson
Sembra essersi arrestata rovinosamente l’offensiva ucraina lanciata su Nikolaev-Krivoy Rog, dove secondo il Ministro della Difesa russo, Kiev avrebbe perso oltre 1700 uomini in due giorni. Per Robert Fox, editorialista del quotidiano britannico Evening Standard, l’Ucraina non sarà in grado di riprendersi dal contrattacco fallito nella regione di Kherson e ha ricordato le parole dell’ufficiale dell'MI6 Alex Younger, il quale ha sottolineato che il fallimento nella controffensiva sarebbe stato devastante per il paese.

"Una sconfitta alla foce del Dnepr sarebbe una battuta d'arresto da cui sarebbe difficile per le attuali autorità di Kiev riprendersi", ha spiegato Fox.

Secondo l’autore, si è trattata di un’azione più simbolica che strategica e il presidente Volodymyr Zelensky, ignorando il parere opposto dei suoi consiglieri militari, avrebbe optato per questa soluzione, per paura di perdere il sostegno militare degli alleati, in particolare dell'Unione Europea, ansiosa di constatare i risultati tattici dei continui invii di armamenti.

Anche ad Avdiivka nelle ultime ore, come riferito dal Ministero della Difesa russo, la situazione non è delle migliori per Kiev, tanto che il personale delle unità della 110° brigata meccanizzata, a seguito di pesanti perdite, si è rifiutato di combattere ed è fuggito dalle proprie posizioni nella Repubblica Popolare di Donetsk.

"A causa di pesanti perdite, il personale delle unità della 110a brigata meccanizzata, che occupava posizioni nelle aree degli insediamenti di Avdiivka e Opytnoe della Repubblica popolare di Donetsk, si è rifiutato di svolgere missioni di combattimento e ha lasciato le proprie posizioni", ha affermato il dipartimento militare detto in una relazione. Il Ministero della Difesa ha anche aggiunto che ad agosto sono riusciti a distruggere 174 sedi di comando e controllo dei livelli di brigata e battaglione delle forze armate ucraine e più di 600 unità di armi pesanti e sistemi di artiglieria, per lo più di produzione occidentale.

Foto: it.depositphotos.com

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