La vice presidente salva per miracolo. Il Paese, già sotto recessione economica, a rischio guerra civile
Attentato a Cristina Kirchner. Ieri sera nel quartiere Recoleta di Buenos Aires, mentre la vicepresidente argentina si recava verso il portone di casa, circondata da una folla di sostenitori e telecamere, un uomo le ha puntato una pistola a pochi centimetri dalla faccia e ha premuto il grilletto. L’arma si è miracolosamente inceppata e l’attentatore è stato immediatamente placcato dalle forze dell’ordine che nel frattempo hanno allontanato la parlamentare terrorizzata. La tv pubblica ha diffuso in esclusiva un video in cui si vede, fra la gente che saluta Kirchner all'esterno della sua residenza, il braccio teso di un individuo che impugna una pistola che poi punta alla testa dell’ex presidentessa Peronista.
L'uomo è stato arrestato: si chiama Fernando André Sabag Montiel, un cittadino brasiliano di 35 anni, con tatuaggi pagani e nazisti, che vive in Argentina dal 1993 e ha qualche precedente penale per porto abusivo di armi (in casa questa notte sono stati ritrovati un centinaio di munizioni). L’arma era carica e conteneva cinque proiettili secondo gli inquirenti.
L'arrestato, che ora è accusato di “tentato omicidio premeditato”, si era avvicinato mischiandosi ai tanti fan in attesa per salutare la vicepresidente e chiedere un autografo sul suo libro autobiografico. “Tentato omicidio”, lo ha definito in tv il presidente argentino Alberto Fernàndez, dando la propria solidarietà alla Kirchner. Solidarietà che nelle ultime ore è arrivata anche da vari leader sudamericani e mondiali e persino da Papa Francesco (anche lui argentino).
La notizia dell'episodio è stata riferita inizialmente dal ministro della Sicurezza Anìbal Fernàndez. Le immagini di quanto accaduto sono state trasmesse da diversi canali televisivi e sono circolate sui social. "Ora la situazione deve essere analizzata dal nostro personale per cercare di capire il movente e le intenzioni di questa persona", ha affermato in serata il ministro Fernàndez.
Il contesto sociale in Argentina
Centinaia di attivisti sono radunati dalla scorsa settimana davanti all'abitazione di Cristina Kirchner, 69 anni, accusata di frode e corruzione relative all'aggiudicazione di appalti pubblici nella sua roccaforte di Santa Cruz durante i suoi due mandati presidenziali (2007-2015). L'accusa ha chiesto una condanna a 12 anni di reclusione e l'interdizione a vita dai pubblici uffici. Una vicenda giudiziaria che ha creato indignazione e divisione nel Paese con proteste, tafferugli e arresti. Un clima di caos che si va ad aggiungere al disagio generale nel quale vive da anni, ma soprattutto nell’ultimo periodo, la popolazione per via della recessione economica. Secondo gli ultimi dati INDEC del primo semestre del 2021, in Argentina 4 persone su 10 sono povere, uno su dieci è senzatetto e 27,6% delle famiglie residenti nelle periferie della Capitale sono a rischio alimentare. Quest’anno, inoltre, dopo due anni di pandemia, il Paese dovrebbe raggiungere il 70-80% di inflazione. Dato sconcertante: nessun altro Paese al mondo ha subito un declino così forte negli ultimi 100 anni come l’Argentina. Il Paese, infatti, si trova nella peggiore crisi economica dalla fine della dittatura (1983) ad oggi. Un default continuo e semi-totale nel quale le organizzazioni mafiose fanno il bello e il cattivo tempo e che presto o tardi porteranno a una guerra civile, come allertano da anni sociologi del Paese.
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