I due presidenti hanno firmato un accordo per la ricostruzione dopo i danni della guerra
Si è tenuto a Leopoli il trilaterale tra il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky, il presidente della Turchia Recep Tayyip Erdogan e il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres.
Zelensky ha spiegato che al centro dei colloqui ci sono stati i dossier grano, il conflitto con la Russia e la situazione alla centrale nucleare di Zaporizhzhia. Inoltre, durante l’incontro è stato firmato da Ankara e Kiev un accordo per la ricostruzione di infrastrutture distrutte durante la guerra tra Russia e Ucraina. I temi e i dialoghi intercorsi nello specifico nel meeting non sono dati sapere ma secondo i media turchi, che citano fonti governative turche, Ergodan potrebbe aver proposto un cessate il fuoco temporaneo in Ucraina. Erdogan prevede inoltre di offrire di riprendere il processo negoziale di Istanbul e di fare della Turchia una piattaforma per un incontro tra i presidenti di Russia e Ucraina. Non a caso, secondo Cnn Turk, che cita fonti russe, il presidente russo Vladimir Putin, al vertice di Sochi del 5 agosto, avrebbe aperto alla possibilità di un incontro con il leader ucraino Zelensky. "Prima i leader possono negoziare e determinare la road map" per porre fine alla guerra, "quindi, le delegazioni possono iniziare a lavorare per attuare la tabella di marcia", hanno riferito le fonti russe.
Tensione attorno all’area del sito nucleare
Intanto non cessa la tensione attorno all’area di Zaporizhzhia, da tempo occupata dai russi, dove è presente un sito nucleare. La Russia ha dichiarato che l'Ucraina sta dispiegando forze nell'area di Zaporizhzhia e prevede di lanciare attacchi di artiglieria sull'impianto dalla città di Nikopol domani, quando il Segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, dovrebbe visitare Odessa. "La colpa delle conseguenze (degli attacchi) sarà attribuita alle forze armate russe", ha affermato il ministero della Difesa russo puntando il dito contro Kiev, accusata di preparare una "provocazione" presso la centrale con l'intento di far ricadere su Mosca la responsabilità "di creare un disastro allo stabilimento" pari a una “nuova Fukushima”. Di tutta risposta, la principale agenzia di intelligence militare dell'Ucraina ha rilanciato accusando la Russia di preparare per domani una sorta di "provocazione" presso la centrale nucleare controllata dai russi nella regione di Zaporizhzhia. A riportare la notizia è l’agenzia Reuters la quale afferma che l'agenzia di intelligence ha dichiarato di essere a conoscenza del fatto che il personale della società nucleare russa Rosatom ha lasciato il sito e che l'impianto sarebbe stato chiuso a tutti tranne che al personale operativo.
Sempre la Russia ha quindi negato il spiegamento di armi pesanti nella centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia. "Le truppe russe non hanno armi pesanti né sul territorio della centrale, né nelle aree circostanti. Ci sono solo unità di guardia", ha precisato il ministero in una nota.
Altri morti in attacchi russi
Nel frattempo sale a quattro il bilancio dei morti dopo gli attacchi russi sferrati stamattina nella regione di Kharkiv contro la città capoluogo e un altro centro nell'oblast orientale dell'Ucraina, mentre ammonta a 20 il totale dei feriti. Lo ha reso noto il governatore Oleg Synegubov, capo dell'amministrazione militare regionale. Synegubov ha precisato che otto missili lanciati dalla Russia intorno alle 4.30 del mattino (ora locale) hanno colpito i distretti a ovest e a nord di Kharkiv. Nel distretto di Slobidskyi, "uno dei missili ha colpito un dormitorio di quattro piani. L'edificio è parzialmente distrutto. All'inizio, sono morte due persone e 18 sono rimaste ferite, tra le quali due bambini", ha aggiunto il governatore, dicendo che informazioni più dettagliate sono in fase di verifica. Synegubov ha detto che, con un attacco separato, un missile russo ha colpito Krasnograd, città ubicata circa 100 chilometri a sud-ovest di Kharkiv, distruggendo diversi edifici, uccidendo due civili e ferendone altri due, tra i quali un bambino di 12 anni.
Foto © Imagoeconomica
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