Ministero degli Esteri russo: “È la migliore soluzione per evitare una sconfitta umiliante”. L’esercito ucraino perde 2000 militari a Soledar. I russi conquistano Peski
Nuovi inviti ad una cessazione delle ostilità giungono da Mosca; e non sono indirizzati all’Ucraina, ma direttamente a Washington. Secondo il direttore del dipartimento nordamericano del ministero degli Esteri russo Alexander Darchiev gli Stati Uniti dovrebbero costringere il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a tornare al tavolo dei negoziati con la Russia, per evitare la sconfitta: "La migliore soluzione per Washington per evitare una sconfitta umiliante, come è successo di recente in Afghanistan, sarebbe costringere Zelensky a fermare una resistenza insensata e tornare al tavolo dei negoziati prima che sia troppo tardi", ha affermato in un'intervista all’agenzia di stampa russa TASS.
Una soluzione che paradossalmente sembra essere condivisa dal segretario di Stato americano Anthony Blinken che l’8 agosto ha osservato come la situazione ucraina possa essere risolta attraverso metodi di influenza diplomatici. Lo stesso giorno gli Stati Uniti “hanno autorizzato il pacchetto di assistenza alla sicurezza più grande” mai deciso finora per Kiev come ha annunciato il presidente Joe Biden, con un valore stimato, reso noto dal Pentagono, pari a un miliardo di dollari. Si tratta in particolare di un numero imprecisato di razzi per i sistemi M142 HIMARS; 75 mila munizioni da 155 millimetri per gli obici M777; 20 mortai da 120 millimetri con circa 20 mila munizioni; missili per i sistemi di difesa aerea terrestre NASAMS; 1.000 missili anticarro Javelin; un numero imprecisato mine antiuomo Claymore; centinaia di razzi anticarro AT-4; 50 mezzi corazzati per il trasporto dei feriti; esplosivo C4 e cariche per demolizioni.
Un arsenale che porta le forniture militari statunitensi consegnate a Kiev dall’inizio del conflitto ad un valore complessivo di 9,8 miliardi di dollari, lungi dal contribuire ad una svolta hollywoodiana del conflitto, sembra più utile ad allontanare le ineluttabili trattative ed a prolungare l’agonia di un popolo svenduto al mercato delle armi. Come affermato recentemente anche dall’ex ufficiale dell'Agenzia di intelligence per la difesa degli Stati Uniti, Rebecca Koffler: "Non esiste una tale quantità di denaro o armi che sarebbe sufficiente per la vittoria dell'Ucraina, <...> perché l'esercito russo è incommensurabilmente più potente di quello ucraino", ha scritto in un articolo su Fox News.
Se inoltre parliamo del sistema d’arma strategicamente più rilevante fornito a Kiev, ovvero del lanciarazzi a lunga gittata Himars, il capo dell'ufficio presidenziale ucraino Andrey Yermak aveva dichiarato il 24 luglio che i membri del Congresso degli Stati Uniti si erano impegnati a fornirne fino a 30 unità; ben lontani, tuttavia, dalle 50 richieste dal ministro della Difesa ucraino Oleksiy Reznikov per fermare l’avanzata russa, o dai 100 necessari per una controffensiva. Si stima che attualmente, dei 16 HIMARS forniti fin ora dagli Stati Uniti, almeno 7 siano stati distrutti dall’artiglieria russa, come riportato da Analisi Difesa. Il 30 luglio, in un articolo per The National Interest, gli esperti Steven Simon e Jonathan Stevenson non hanno usato mezzi termini: “L'Ucraina ha bisogno di soluzioni, non di una guerra infinita”.
Secondo gli autori, Stati Uniti, insieme ai loro partner europei, “dovrebbero fare il possibile per promuovere opportunità diplomatiche”, poiché una “vittoria ucraina non qualificata che rimuova le forze russe dall'Ucraina orientale è sempre più improbabile” e aumenta il rischio che “l'attrito stridente che renda una pericolosa escalation un'opzione allettante per entrambi i paesi”. Tutti propositi che sembrano rimandati all’ennesimo pacchetto di forniture militari, sicuramente utili ad alimentare l’industria degli armamenti e il mercato nero delle armi. Basti pensare che una recente inchiesta della CBS News ha rivelato che nell’aprile scorso, solo il 30 per cento delle forniture occidentali all’Ucraina finiva davvero per sostenere l’esercito di Kiev in prima linea.
I russi conquistano il villaggio di Peski, battaglie cruente a Soledar
Continua intanto l’offensiva dell’esercito russo nel Donbass che inesorabilmente avanza lungo il fronte della Repubblica popolare di Donetsk. Nelle ultime ore, come dichiarato il portavoce del Ministero della Difesa Igor Konashenkov, è stato conquistato l’insediamento di Peski, mentre nei pressi di Donetsk, ci sono battaglie per prendere l'area fortificata di Avdievsky, che è sotto il controllo delle formazioni armate dell'Ucraina e sono in corso combattimenti nella città di Artemovsk, dove le perdite di Kiev ammonterebbero a due compagnie della 72a brigata meccanizzata.
È anche in corso un'offensiva a Soledar, dove secondo il ministero della Difesa russo Kiev avrebbe invece perso addirittura duemila soldati nella battaglia che si è consumata in prossimità dell’insediamento. "Come risultato delle azioni offensive delle forze alleate nell'area di Soledar , le perdite della 14a brigata meccanizzata delle forze armate ucraine sono state di oltre duemila persone", ha affermato il dipartimento della difesa. In precedenza, Andrey Marochko, un rappresentante della milizia popolare della Repubblica popolare di Lugansk (LPR), aveva rivelato che le truppe delle repubbliche del Donbass, insieme all'esercito russo, erano entrate ad Artemovsk da nord-est e hanno quasi raggiunto il centro di Soledar. Nel sud-est della città, le forze LPR hanno già occupato il territorio stratigico dello stabilimento KNAUF-Gypsum.
Il tritacarne ucraino per addestrare nuove truppe
Secondo l'esperto militare Vladislav Shurygin Kiev sta recuperando le perdite con la mobilitazione di massa e migliaia di truppe con scarso addestramento vengono trasferite nel "tritacarne" della prima linea. “Su 100 persone, ne rimarranno 10, ma questi saranno già dei buoni soldati. Questa è la logica dell'addestramento delle unità ucraine. Ovviamente inizialmente prevede pesanti perdite, ma le autorità di Kiev non ne tengono conto”, ha affermato Shurygin, che ha aggiunto come in un'Ucraina di 35 milioni di persone, in questo modo, può mettere sotto le armi almeno 2 milioni di persone. "Allo stesso tempo, è in corso un altro processo", ha ricordato l’esperto. “Ogni mese sempre più paesi si impegnano a formare ucraini. Sappiamo che il Regno Unito e la Polonia lo stanno già facendo e i finlandesi si stanno unendo a questo processo. Molto probabilmente, ci saranno altri paesi che desiderano partecipare a questo. Dobbiamo capire che tra un mese e mezzo l'Ucraina comincerà a ricevere dalle due alle tremila persone formate al mese.
Secondo Shurygin "Il deterioramento della qualità delle sue truppe avverrà principalmente a causa della mancanza della quantità necessaria di equipaggiamento e armi militari", ritiene l'esperto. Per Igor Konashenkov, in totale, dall'inizio della guerra sarebbero stati distrutti dall’esercito russo 267 velivoli, 146 elicotteri, 1.732 velivoli senza pilota, 365 sistemi missilistici antiaerei, 4.293 carri armati e altri veicoli corazzati da combattimento, 797 veicoli da combattimento di sistemi missilistici a lancio multiplo, 3.290 cannoni di artiglieria e mortai, nonché 4844 unità di veicoli militari speciali”.
In foto: i primi negoziati in Turchia tra Ucraina e Russia © Imagoeconomica
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