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Nella giornata di oggi, alla base militare di Aviano, si è svolto un minuto di silenzio alle 11.02 (ora esatta del bombardamento su Nagasaki), per ricordare quel terribile eccidio che ha testimoniato al mondo intero devastanti effetti della guerra atomica. Ad organizzare la commemorazione hanno contribuito i Beati i Costruttori di Pace Nazionale e Pordenone, il Centro di accoglienza Balducci di Zugliano, il Pax Christi Italia e Gorizia, la Comunità San Martino al campo di Trieste, la Casa di accoglienza Oasi due di Cordenons, la Rete DASI Friuli-Venezia Giulia, l’Anpi provinciale Pordenone, la Donna in Nero Udine e l’ARCI Montereale. Durante l’evento, oltre alla lettura degli scritti di Don Pierluigi di Piazza e gli interventi dei relatori appartenenti alle organizzazioni promotrici, si è svolto un flash mob del movimento artistico culturale Our Voice accompagnato da scritti di denuncia incentrati sul tema di una guerra che oggi potrebbe nuovamente diventare nucleare, ma con una capacità distruttiva enormemente più alta. Secondo le stime di Sirpi, infatti, solo Russia e Stati Uniti detengono rispettivamente 5.800 e 6.375 armi nucleari. Gli ordigni pronti al lancio sono 1.750 nel primo caso e 1.570 nel secondo. Viviamo più che mai il rischio di una tale catastrofe. Il Bollettino degli Scienziati Atomici ha aggiornato pochi mesi fa l'Orologio dell'Apocalisse, (un metaforico segna tempo che calcola quanto tempo manca a un’ipotetica fine del mondo in base agli eventi che si verificano) a 100 secondi dalla mezzanotte.


bandiera pace pietro call


Durante l’evento è intervenuto Francesco Ciotti, membro della Commissione Geopolitica di Our Voice che ha introdotto la performance artistica, con uno sguardo sul vero significato dell’intensificarsi dei conflitti degli ultimi mesi: “La guerra è già tra noi: ora Ucraina, presto probabilmente anche a Taiwan. Tutti teatri in cui la Nato, l’occidente si confronta con quella parte di mondo, che certamente non incarna gli ideali per cui combattiamo, ma che non più disposto ad essere colonizzata. È una guerra di sistema, in cui ci stiamo giocando le ultime risorse disponibili del pianeta, presto in esaurimento” ha affermato. In questo contesto di grave crisi, il nostro Paese purtroppo si sta ponendo in una posizione cobelligerante nella guerra globale, e un esempio lampante si ha in Ucraina: “Abbiamo droni americani P-8A ‘Poseidon’ (comandati dal MUOS di Niscemi, ndr) - ha continuato Francesco -, che con cadenza quasi quotidiana partono dalla base di Sigonella, con missioni di spionaggio nel Mar Nero. La base di Sigonella, lo ricordiamo, è sotto il comando e il controllo di un distaccamento del Patrol Squadron 45 della US Navy”.


flashmob ov aviano pietro call


Un quadro, quello riguardante il coinvolgimento del nostro Paese, che si fa più preoccupante a seguito delle dichiarazioni rilasciate pochi giorni fa dal rappresentante della Direzione principale dell’Intelligence del ministero della Difesa ucraino Vadym Skibitsky, il quale ha rivelato come prima di lanciare attacchi missilistici Kiev coordini gli obiettivi direttamente con Washington.
La guerra imperversa, e il caos globale è qui tra noi. Russia e Occidente continuano ad uccidere, a distruggere, a depredare, nella folle corsa verso uno scontro bellico su scala mondiale”, ha gridato Francesco Piras, membro del movimento attento ai temi di natura economica, accompagnato da un rullare di tamburi “da battaglia”, eseguito da alcuni membri dei “Saras”. “Come accaduto in Iraq, in Jugoslavia, in Afghanistan, in Libia, in Siria, e infine in Ucraina. Siamo contrari alla guerra, vogliamo popoli collaborativi, nella loro diversità, vogliamo un mondo multipolare, che lasci spazio a chiunque di esprimersi, e che abbandoni una volta per tutte la ricerca della sopraffazione”, ha continuato Piras.


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La base di Aviano
Al suo interno sono presenti almeno 50 bombe nucleari statunitensi B-61 che violano il trattato di non proliferazione e molto presto secondo Hans Kristensen della Federation of American Scientists, ed entro quest’anno o l’anno prossimo saranno sostituite dalle nuove bombe teleguidate B61-12. Il 16 giugno è arrivato il primo caccia F-35 in grado di armare questi ordigni che sono teleguidati e progettati per penetrare i bunker dei centri di comando. Questi caccia, secondo il colonnello dell’U.S Air Force responsabile del Comando per il combattimento aereo e della divisione per la deterrenza strategica e l’integrazione nucleare Daniel Jackson costituiscono una capacità di livello strategico che si aggiunge a quella del bombardiere B-2, l’aereo stealth sino ad oggi prominente per l’attacco nucleare. “Stiamo diventando uno dei primi bersagli sensibili in caso di una guerra atomica”, hanno gridato i giovani. Come appello finale il movimento Our Voice ha chiesto “una mobilitazione generale per diventare soldati di pace dell’Italia che chieda il ritorno ad un paese neutrale che mandi a casa una classe dirigente prossima a portarci in guerra!”.

Foto © Pietro Calligaris

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