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La Procura generale di Milano ha avviato nuovi accertamenti sull'omicidio di Bruno Caccia, procuratore della Repubblica di Torino ucciso con 17 colpi di pistola in un agguato sotto casa il 26 giugno 1983.
Il procuratore generale Francesca Nanni, secondo quanto si è appreso, ha raccolto le dichiarazioni di Rocco Schirripa, che per l'omicidio è stato condannato in via definitiva all'ergastolo il 20 febbraio 2020.
Nonostante vi siano stati più processi sull'omicidio Caccia pendono ancora molti quesiti irrisolti. 
La Suprema Corte, nella sua ultima sentenza, ha sancito che tra i moventi dell'omicidio di Caccia figura "l'azione di antagonismo giudiziario", che il procuratore, 37 anni fa, stava conducendo "verso l'espansione calabrese illecita nell'area piemontese e torinese", anche nei casinò. Gli Ermellini comunque fecero anche presente che "per la partecipazione a un delitto non serve, in contesti siffatti, un movente personale, specie se si considera che la vicinanza tra Schirripa e Belfiore era un elemento inconfutabile". 
Nel 2018 la procura generale di Milano prese in carico un fascicolo su Francesco D'Onofrio: si tratta di un ex militante di Prima Linea, dalla quale si dissociò formalmente nel 1987. 
Secondo l'accusa sarebbe stato uno dei partecipanti all'agguato che il 26 giugno 1983 uccise il Procuratore capo di Torino in quanto legato anche alla criminalità organizzata calabrese. D'Onofrio però ha sempre negato di essere uno 'ndranghetista, sostenendo anzi di "dissentire completamente" da quel genere di mentalità. 
In questi anni le indagini non si sono fermate. Nel 2019 furono sentiti i figli di Caccia, ma anche Mario Vaudano, giudice istruttore a Torino e collaboratore dello stesso procuratore capo ucciso nel 1983.
La famiglia in questi anni ha sempre chiesto di far luce sul caso anche approfondendo ipotesi alternative. 
Anche per questo si era opposta alla richiesta di archiviazione delle indagini nei confronti di Rosario Pio Cattafi, soggetto ritenuto vicino all'estrema destra e alla mafia siciliana, e Demetrio Latella (entrambi iscritti nel registro degli indagati per il delitto dal 2 luglio 2015), avanzata dalla Procura di Milano. 
Nell'ottobre 2020 il gip di Milano Stefania Pepe ha archiviato le posizioni di Cattafi e Latella.
Ora c'è questo filone investigativo che quantomeno, come disse Repici, ha colmato alcune lacune proprio con l'audizione dei figli del Procuratore Caccia. 
La speranza è che le indagini possano portare ad ulteriori spunti per una verità che a tutt'oggi resta incompleta.

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