Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

In occasione dell’anniversario della strage di via d’Amelio, il nuovo spettacolo del movimento preceduto dal concerto della “Electric Orchestra”

Non ho alcun dubbio nel ritenere eccelente, innovatore ed incisivo (in ogni sua forma espressiva e per diversi motivi) lo spettacolo che il Movimento Our Voice ha presentato a Villa Filippina di Palermo, la sera del 17 Luglio scorso. Il talento musicale e teatrale si sono dati appuntamento con coerenza ed equilibro e non è una novità che i giovani, in questa occasione, abbiano dimostrato ottime capacità interpretative, sia a livello di recitazione che a livello musicale. Nell'opera teatrale “Il Regno del Disordine”, di elevata professionalità, ogni prestazione, sia a livello individuale che collettivo, è stata funzionale ad una drammaturgia complessa e poliedrica, con riferimenti al grottesco, all'assurdo, al dramma e al black humor. Una serata, infine, dove la proposta dei direttori dell'opera - Sonia Bongiovanni, anche lei attrice in questa occasione e Diego Grachot - non si sono risparmiati a livello di scenografia, effetti luce, materiali di scena e costumi per raggiungere quei risultati che hanno ottenuto, anche grazie alla passione interpretativa di ognuno dei giovani attori nell’esprimere un messaggio universale consone alle idee del Movimento, all’insegna della denuncia. Protagonista, questa di un copione intelligente, per eccellenza.
Per quanto riguarda il concerto proposto da “Our Voice-Electric Orchestra”, la  performance che  ha preceduto l’opera teatrale della sera è stata una incontestabile dimostrazione che la simbiosi tra  musica e arte teatrale, con una varietà di musicisti ed attori, può generare un diretto coinvolgimento del pubblico più esigente, che si sentirà pienamente gratificato – per tutta la durata dello spettacolo - come appunto è accaduto quella sera.


regno disordine paolo bass 124123

© Paolo Bassani


Uno spettacolo musicale e teatrale genera aspettative, ma può anche suscitare critiche, c’è il rischio di generare risultati inattesi. In questa occasione abbiamo avuto una messa in scena dove musica e teatro si sono incontrati, l’uno come prologo del secondo.
Il concerto è stato una rivelazione, ogni artista ha brillato di luce propria  senza perdere l'orizzonte della proposta artistica nel suo insieme.
Non serve indicare in maniera precisa figure rilevanti della band perché i musicisti, con i loro strumenti, ed i cantanti con la loro voce, sono stati una cosa sola, in simbiosi, anche se vorrei segnalare l’eccezione di Simone Piovani che, anche come solista,  ha saputo far parte del tutto. Di quel tutto che ha lanciato un forte messaggio a tutti i presenti, risvegliando forti e sentiti applausi.


regno disor paolo bass

© Paolo Bassani


Francesco Bertoloni, direttore artistico del gruppo, ha saputo unire melodie con elementi acustici tra una interpretazione e l’altra, mantenendo alta l’attenzione della platea in modo da far comprendere i testi di ogni canzone grazie alla forza dei solisti ed a quella di un coro fresco ed armonioso, in piena sintonia con lo schema musicale in corso, affinché tutto raggiungesse l’eco desiderato.
Da sottolineare e riconoscere, come un'altra delle rivelazioni della serata, il giovane attivista di Our Voice e redattore di Antimafia Duemila, Jamil El Sadi, nel ruolo di conduttore dello spettacolo per tutta la sua durata. Portatore di un carisma inconfondibile, è stato l’ elemento chiave che ha dato i natali all'evento, pensato in memoria del magistrato Paolo Borsellino, assassinato da Cosa Nostra 30 anni fa insieme ai cinque agenti di scorta che lo accompagnavano.


regno disord 2 deb ph

© Deb Photo


Il Regno del Disordine
Durante l'intervallo precedente l’inizio dello spettacolo alcuni dei personaggi più emblematici (il popolo) del “Regno del Disordine”, hanno iniziato a correre tra il pubblico: Chiara Lauteri, Mattia Lauteri, Asia Centofante, Andrés González, Julieta Jimena, Sara Santamaría, Albert Ifrim, Giorgio Almendras e Faty Mbengue la cui interpretazione, sia individuale che di gruppo, vogliamo esaltare essendo stati un elemento chiave, addirittura determinante, della storia. Determinante al punto che ognuno dei giovani attori ha brillato di luce propria coinvolgendo tutti: un successo dei responsabili della messa in scena.
Da quel momento in poi ognuno dei giovani di Our Voice, sopra e sotto il palco, hanno ratificato il loro impegno come attori, coreografi o tecnici, con precisione, passione e fedeltà alle fondamenta del Movimento. Fondamentai cui valori sono la giustizia e la verità. Fondamenta inamovibili, che hanno portato a questo successo.  


regno disordine paolo bass 123123513

© Paolo Bassani


La storia di questa serata si svolge in un regno. Un regno dove i segreti sono un'istituzione, una norma, una forma di vita; dove il silenzio, soprattutto quello negativo, è un'abitudine, una premessa che deve essere preservata con l'autoritarismo, affinché si parli e si scriva solo di quello che è positivo.
Forse è la storia dell'umanità? Forse. Forse siamo tutti direttamente funzionali all'omertà, a mantenere i segreti, soprattutto delle cose negative, in particolar modo il blasfemo di una società? Forse. Forse il regno del disordine è dietro l’angolo? Forse. Forse tutti, attori e spettatori, stiamo già nel Regno del Disordine? Forse. E può essere che  ogni 30 anni una morte scuota le fondamenta del Regno? Forse.
Il testo scelto da Bongiovanni e Grachot è stato più che azzeccato nel rispecchiare la di Palermo oggi, la Sicilia di oggi, l’Italia di oggi, e il mondo oggi. Un testo di pura denuncia e di puro attivismo. Una pennellata sottile sulla realtà del Regno di questo mondo, di questo disordine che incontriamo tutti. A tutte le ore. Tutti i giorni. Tutti gli anni.


regno disord paolo bass

© Paolo Bassani


Una drammaturgia che porta per mano la platea alla riflessione, alla domanda. Una drammaturgia che si confronta incisivamente con il sistema; che si confronta con l’autoritarismo; che si confronta con la parte più vile della nostra umanità moderna. Questo rende visibile le lotte di potere, le sottomissioni, le miserie umane. Ma rende anche visibile il confronto. O forse la rivoluzione? La ribellione? O forse la storia viva dei popoli in costante lotta contro il potere e contro l’omertà che fa gioco al crimine?
Forse una drammaturgia che mette sul palcoscenico personaggi senza nome e cognome ma che potrebbero essere i nostri vicini, in qualsiasi parte del mondo, e  forse noi stessi?


regno disord paolo bass 123

© Paolo Bassani


Rosa (Sonia Bongiovanni) è una donna, lo “spirito” di questo regno; l’oracolo di un regno dominato da Salvo, il cappellaio (Stefano Centofante), nel quale convivono cappelli che aspirano al potere. Entrambi gli attori hanno messo in atto una recitazione incomparabile e eccezionale, di composizione e di altissima intensità emozionale. Personaggi lugubri, personaggi di odio e di amore, con passioni intense vissute a fior di  (perché Rosa soffre per ogni morte che avviene nel suo regno), ma che fanno parte anche di Salvo, in complicità indiscutibile, affinché a livello popolare sia tutto sotto controllo e affinché i segreti non vengano alla luce. Quei segreti scomodi.


regno disord deb ph 123453

© Deb Photo


I documenti sono custoditi nella torre (Beatrice Boccali), un personaggio che cattura lo spettatore. Un altro lavoro di recitazione sfolgorante che non passa inosservato e che suscita applausi. Come anche il lavoro di Dido, La Guardiana (Elisa Pagano, la stessa che ha fatto parte della trilogia, insieme a Bongiovanni e Grachot) che ha elaborato la drammaturgia, molto sottile, incisiva, storica e universale. Una drammaturgia che  questa notte ha fatto storia, è storia che è anche futuro.
Ma non farò altre distinzioni perché le distinzioni raggiungono tutti anche se Trina e Reo (Chiara Lauteri e Mattia Lauteri), pur facendo parte del popolo del Regno si sono distinti come attori per la loro storia (la loro danza) all’interno del racconto, come ciascuno dei loro coetanei in quel gioco di controscena condotto magistralmente.
E non c’è stato nessun errore: c’era ritmo, continuità scenica e il contesto nel suo insieme ha fatto sì che il pubblico, oltre a comprendere la storia di quel Regno (come specchio  crudo del mondo in cui viviamo, per dirlo in altre parole) non perdesse di vista il messaggio di ognuno dei personaggi vaganti in questo Regno, con un violinista tra loro (il messicano Andrés Gonzalez) che, con la sua musica pura, ha smosso le coscienze e ha lasciato la sua impronta.


regno disord deb ph 2131353

© Deb Photo


Un’opera di teatro solida, coerente, consistente, convincente, degna di professionisti e sebbene non tutti lo siano lo sono stati in tutto e per tutto.
Niente è lasciato al caso. Nessuno è lasciato alla deriva, nemmeno nel finale, quando il saluto teatrale è stato realizzato con la particolarità che  ciascun personaggio ha detto addio al suo Regno, ognuno con il proprio sigillo. E Rosa, l’attrice che ha assemblato tutto intelligentemente, per tutti e con tutti, ha salutato il pubblico come Rosa ma ha parlato come  fondatrice di Our Voice, come l’anima madre del Movimento, come lo spirito vivente del Movimento, dando le spalle al regno del Disordine e guardando negli occhi la platea, trasparente, sincera, nobile, fedele e coraggiosa, senza segreti da nascondere, perché la sua lotta come attrice va esattamente nel verso opposto, ossia in favore della vita, della verità e della giustizia.


regno disord deb ph 1213
 
© Deb Photo

“Grazie a tutti perché è stato un impegno collettivo creare questo spettacolo. Siamo gli Our Voice, un movimento culturale e artistico che lotta contro le ingiustizie sociali e crediamo profondamente nell’arte. Siamo studenti e questo nostro spettacolo ha esattamente il proposito  culturale di portare l’arte non solo nei teatri ma anche nelle piazze; quindi vi invitiamo a seguire le nostre attività. Un ringraziamento a tutti i gruppi che ci accompagnano. Ringraziamo anche i sostenitori dell’associazione di volontariato Our Voice, vi ringraziamo per essere qui. In questi 30 anni dalla strage di Via D’Amelio, da italiani e italiane, non dobbiamo dimenticare tutto ciò che è successo. Vogliamo incoraggiare soprattutto le giovani generazioni e tutta la popolazione civile a continuare ad impegnarsi sempre, a continuare a credere che le cose possono cambiare. Ogni lotta sociale appartiene a tutta la popolazione civile per questo vi ringraziamo nuovamente di essere qui.”.
Sono seguiti applausi, acclamazioni. Teatralmente parlando la notte è stata testimone dell’enorme e straordinario salto di qualità fatto da questi ragazzi per il loro nuovo tempo e la loro nuova tappa.

Foto di copertina © Deb Photo

ARTICOLI CORRELATI

Il rock melodico dei ''Saras'' contro la guerra e la divisione dell'umanità

''IL REGNO DEL DISORDINE'': Concerto & Spettacolo - 17 Luglio, Palermo

''Ipocritamente Stato'': corteo militante per un’antimafia popolare

23 maggio, giovani ricordano Falcone e scalzano politici e passerelle. ''È l'antimafia popolare''

Trentennale stragi, Our Voice a Rai News 24: ''L'antimafia popolare è tornata''

''Sangue e Falsità'': il rock del Movimento Our Voice

Our Voice pubblica ''Mia cara Italia'', nuovo videoclip contro la malapolitica

Our Voice alla Camera denuncia la ''Vergogna Quirinale’’

Indegnità QRinale: il nuovo videoclip di Our Voice

TAGS:

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos