Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

Il Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria intervenuto durante il convegno "Fine pena mai e diritto alla speranza sospeso"

"Oggi le strutture penitenziarie, anche nei circuiti di sicurezza, non garantiscono quella impermeabilità che dovrebbe essere necessaria. Non bisogna abbassare la percezione della pericolosità della criminalità organizzata. Il 41 bis è un istituto che serve a contrastare i collegamenti con l'esterno. In questo momento è necessario". È stato questo l'allarme lanciato dal procuratore di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri durante il convegno "Fine pena mai e diritto alla speranza sospeso", organizzato dalla Camera penale di Reggio Calabria, da Magistratura democratica e dall'Ordine degli avvocati. "Parlare di carcere - ha continuato Bombardieri - significa parlare alla pancia della gente e quindi alla politica che subisce l'emotività che certe vicende possono suscitare. Di carcere, invece, si dovrebbe parlare a mente fredda perché è una materia delicata e importante per la vita delle persone e per la vita della collettività. Bisogna sgombrare il campo. Parlare di ergastolo ostativo non significa parlare di regime ex articolo 41 bis, sono due argomenti diversi che bisogna tenere distinti e che spesso sono accomunati anche per elevare il senso di allarme. Si è detto che se non ci sarà l'ergastolo ostativo non ci sarà più il 41 bis" ma "non è  così. Bisogna chiarire che la sentenza europea e la sentenza della Corte Costituzionale aprono all'accesso di un procedimento di valutazione. Occorre stare attenti a non fare passare il messaggio che questo è possibile perché oggi la criminalità organizzata non è più pericolosa. Questo non è vero".

Bombardieri ha poi risposto al professore dell'Università di Milano Davide Galliani il quale, intervenuto prima, aveva messo in relazione l'ergastolo come strumento fallimentare per sconfiggere la mafia. "L'ergastolo - ha replicato il procuratore di Reggio - non significa contrastare la criminalità organizzata di stampo 'ndranghetista. L'ergastolo esisteva prima della previsione del reato di mafia. Quindi non la metterei sotto il profilo che non c'è stata utilità perché la criminalità è sempre più forte". Bombardieri non ha nascosto le sue perplessità sulla sentenza della Corte Europea in merito all'ergastolo ostativo e ha sottolineato l'importanza di conoscere certe forme di criminalità organizzata. Una conoscenza che "non è semplice da avere. Anche in Italia - ha affermato - ci sono giudici che non conosco la mafia. Ci sono dinamiche che sfuggono, che non sono facilmente intellegibili così come certe metodologie di contatto di alcune organizzazioni criminali. Sicuramente Strasburgo ha fatto questa sentenza non perché non conosce la mafia. Ci mancherebbe altro".

Fonte: Ansa

Foto © Imagoeconomica

ARTICOLI CORRELATI

Riforma ergastolo ostativo: favorirà i boss che sanno le verità su bombe del '92 - '93’

Ardita: ''Prevenzione antimafia? Siamo tornati indietro come nel gioco dell'oca''

Ergastolo ostativo, l'Antimafia ai legislatori: si escludano benefici per detenuti al 41bis

Ergastolo ostativo, approvata la legge ''inganno'' per i mafiosi

Al Dap un giudice contro il 41 bis? La ministra Cartabia ci pensa

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos