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Il direttore di Antimafa Dos Mil intervistato a margine del Festival “Trame” a Lamezia Terme

La ‘Ndrangheta è un cancro mondiale che si manifesta in una maniera spaventosa. Un personaggio pericoloso come Rocco Morabito ha vissuto e trafficato in Uruguay, ciò significa che la ‘Ndrangheta ha fatto del Sudamerica un luogo di operatività criminale”. A dirlo è il direttore di Antimafia Dos Mil Jean Georges Almendras, intervistato a margine del Festival “Trame” svoltosi a Lamezia Terme dal 22 al 26 giugno. Rispondendo a una domanda sul tema cardine dell’iniziativa, la lotta alla criminalità organizzata, il giornalista ha ricordato il recente omicidio in Colombia del procuratore paraguayano di origini italiane Marcelo Pecci, assassinato su una spiaggia a Cartagena da un gruppo di sicari, arrestati e condannati. E ha ricordato anche quello di altri due magistrati uccisi sempre nell’ultimo mese nel continente sudamericano. Parlando di Pecci, Almendras ha affermato che quello del procuratore antiriciclaggio “è stato il primo delitto transnazionale di un magistrato paraguayano”. “Pecci - ha sottolineato Almendras - era un ostacolo per i sistemi criminali”. In seguito Almendras ha parlato di giornalismo e di giovani. “Serve che il giornalismo parli della mafia. Chi va a votare deve sapere chi votare perché la politica è unita, spesso, alla mafia. Spesso camminano mano nella mano”, ha detto il direttore del giornale. “L’antimafia è un tema rivoluzionario, la società italiana, uruguayana e argentina hanno bisogno di questa rivoluzione”, ha affermato aggiungendo che nonostante “la società uruguayana abbia preso l’individualismo, il consumismo e il capitalismo come valori assoluti”, i giovani “negli ultimi cinque anni si stanno risvegliando e stanno portando avanti una rivoluzione” nel Paese.

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