Ennesimo atto di delegittimazione contro il Procuratore di Catanzaro
È iniziato il 20 giugno, presso il Consiglio Superiore della Magistratura, il corso di formazione “I 30 anni della DNA, delle DDA e della DIA. 30 anni di legislazione contro il crimine organizzato: le origini e le evoluzioni del sistema antimafia". Presenti magistrati (anche in pensione), ministri e funzionari di ogni genere e tipo, meno due dei protagonisti della lotta alla 'Ndrangheta nel sud Italia: il Procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri e il Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri.
Presenti, invece, il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, la Guardasigilli Marta Cartabia, il vicepresidente del Csm Davide Ermini, il presidente della Scuola superiore Giorgio Lattanzi, il neo-capo della Dna Giovanni Melillo, e il direttore della Dia Maurizio Vallone.
Anche magistrati in pensione sono stati invitati: come il senatore Piero Grasso e l’europarlamentare Franco Roberti, ed ex politici come Luciano Violante e Claudio Martelli, 30 anni fa ministro della Giustizia.
La notizia, riportata oggi sul 'Fatto Quotidiano' in un articolo a firma di Lucio Musolino, desta forti domande: perché Gratteri, considerato il magistrato più esperto nella lotta alla 'Ndrangheta è stato escluso? Così come Giovanni Bombardieri?
Se da un lato questi eventi possono essere delle semplici passerelle in cui ognuno racconta la sua, dall'altro è evidente l'ennesimo atto di delegittimazione nei confronti della magistratura calabrese impegnata nel contrasto alla 'Ndrangheta. Un segno gravissimo soprattutto se accorpato a fatti recenti: le minacce di morte rivolte a Nicola Gratteri e alla sua bocciatura come Procuratore Nazionale Antimafia da parte del Csm.
Perché - si legge sul ‘Fatto’ - a rappresentare la Dda di Reggio Calabria c’era il presidente del Tribunale Vaticano, Giuseppe Pignatone, che ha lasciato da quasi 10 anni la regione?
Gratteri sicuramente è un magistrato scomodo al potere per via della sua indipendenza piena dalla politica, per la sua estraneità alle patologie del sistema correntizio e per aver evidenziato più volte le criticità della Riforma Cartabia e dell’operato del Governo. Il motivo per cui non è stato invitato all’incontro, alla luce di questi elementi, diventa il segreto di Pulcinella.
Senza contare che al procuratore di Catanzaro, dal punto di vista tecnico, non mancano di certo i titoli per parlare ad un incontro di questo tipo: ha sviluppato la sua esperienza in prima linea - trentun'anni di esercizio - ed è riuscito ad acquisire credibilità sia all'interno e all'esterno della magistratura e nei confronti delle forze di polizia italiane ed estere; è titolare del processo ‘Rinascita Scott’ che vede coinvolte più di 400 persone, un processo equiparabile a quello istruito negli anni '80 da Falcone e Borsellino contro Cosa Nostra.
La sua attività, com'è noto, lo espone a gravissime minacce e attacchi da parte della 'Ndrangheta. Ma anche queste prese di distanza istituzionale giocano un ruolo importate nell'isolamento di un magistrato sotto scorta da ormai trent'anni. E le organizzazioni mafiose, sicuramente, avranno notato anche quest'ultimo fatto.
Fonte: ilfattoquotidiano.it
Foto © Deb Photo
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