I giovani del movimento: “Questo è solo l’inizio. Lagalla deve dissociarsi fattivamente da Dell’Utri e Cuffaro”
Stampa, opposizioni e parte di società civile si sono scatenate quando Roberto Lagalla, candidandosi a Sindaco di Palermo, ha ottenuto e goduto del sostegno e della spinta di due fior fior di pregiudicati per reati di mafia: Totò Cuffaro (condannato per favoreggiamento a Cosa nostra) e Marcello Dell’Utri (condannato per concorso esterno a Cosa nostra). L’ex magnifico rettore di Palermo si è trovato per settimane sotto il fuoco incrociato di mezzo Paese e mezza Sicilia. Ora Lagalla è diventato sindaco, battendo il rivale Franco Miceli (per giunta senza andare al ballottaggio) ma ancora non si è completamente dissociato da quegli ambienti grigi che lo hanno appoggiato in campagna elettorale. Eppure i giornali, le televisioni e i partiti d’opposizione si sono come dimenticati di questa circostanza, lasciando Lagalla insediarsi beato a Palazzo delle Aquile. Come se tutto ciò che era stato denunciato prima del 12 giugno fosse solo un forte ma unico ruggito finalizzato esclusivamente ad evitargli il successo elettorale. Su Palazzo delle Aquile, dove lunedì Lagalla si è insediato, sembra esserci ormai un velo di rassegnazione o un silenzio-assenso. Un silenzio che Our Voice non accetta.
Ieri, infatti il Movimento di “artivisti”, si è recato in piazza XIII Vittime dove il sindaco ha lasciato una corona di fiori al monumento dedicato ai martiri per mano mafiosa e ha contestato il suo non essersi ancora pubblicamente dissociato da Cuffaro e Dell’Utri o comunque di aver rinnegato il loro sostegno solo una volta che le contestazioni si erano fatte ingombranti per la sua corsa alle elezioni. Le richieste di chiarimento al sindaco avanzate da Our Voice sono state ignorate ma hanno quantomeno avuto grande riverbero nazionale con giornali che si sono rinsaviti sulla vicenda come Il Giornale di Sicilia, Repubblica Palermo, Il Fatto Quotidiano ma anche agenzie come Ansa, La Presse e Adnkronos, che hanno ripreso la loro protesta. “Il fatto che la stampa nazionale abbia riportato la nostra contestazione ci fa piacere ma ci aspettiamo che i grossi giornali e le grandi tv riprendano a pungolare, come avevano fatto in campagna elettorale”, dice la leader del gruppo Sonia Bongiovanni ad ANTIMAFIADuemila. “Chi è stato riconosciuto responsabile per reati di mafia, soprattutto a Palermo, anche se la pena è scontata, per noi non può più occuparsi in Sicilia dell’amministrazione cittadina”, afferma la giovane riferendosi a Dell’Utri e Cuffaro e ai loro sforzi, seppur da esterni (sono entrambi interdetti dai pubblici uffici), nella corsa alle elezioni.
“Non ci fermeremo”, promette Sonia. “Questo è il primo atto di contestazione al sindaco Lagalla. Abbiamo voluto dimostrare alla città intera che noi siamo all’opposizione perché intolleranti alle ipocrisie”. “Da Lagalla attendiamo con ansia che smentisca, con i fatti, le accuse che gli si rivolgono”, ha aggiunto. E sulla composizione della nuova giunta che il neo sindaco dovrà fare il movimento si augura che “non vengano scelti delfini di personaggi come Cuffaro che potrebbe così essere presente a Palazzo delle Aquile, senza sedervi fisicamente, e contribuire a gestire l’amministrazione palermitana nonostante l’interdizione dai pubblici uffici”.
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Foto © Deb Photo
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