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Il Segretario Generale del PC: "La democrazia nel nostro Paese è scomparsa"

Stanno accadendo "fatti eclatanti e nascosti dai media. Nella riforma della Giustizia c'è una norma chiaramente contro Nino Di Matteo (consigliere togato al Csm n.d.r) ovvero l'impedimento di candidarsi per chi è nel Csm o per chi è stato nel Consiglio Superiore della Magistratura negli ultimi due anni. Di Matteo termina adesso il suo mandato e le Politiche sono nel 2023, e le Europee nel 2024. È una norma fatta apposta contro di lui. Qualunque procuratore d'Italia può candidarsi, mettendosi in aspettativa, ma Di Matteo no. Non solo, hanno esentato l'obbligo di raccogliere le firme per le elezioni per i gruppi che si sono formati fino al 31 gennaio 2021, noi siamo nati ad aprile. Norma fatta apposta contro il fronte antagonista al sistema. Ma noi abbiamo la forza di raccogliere le firme e faremo anche campagna elettorale".
Sono state queste le parole del Segretario Generale del Partito Comunista Marco Rizzo (in foto) ad Affaritaliani.it, in un articolo a firma di Alberto Maggi.
Le parole di Rizzo avevano già trovato voce ieri al Senato con  Emanuele Dessì, appartenente al gruppo parlamentare C.a.l. (Costituzione, ambiente e lavoro): "Ci sono solo i soldi nei suoi occhi - ha detto il senatore rivolgendosi a Mario Draghi - se lei fosse un tatuato, un giovane ragazzo, avrebbe zio Paperone da una parte e il deposito dall’altro".
"Prima - ha continuato - c’è stato il vergognoso dossieraggio del Corriere della Sera con la complicità del Copasir e del governo su una serie di intellettuali e di menti libere del nostro Paese". "L’azione di tacitazione del dissenso è continuata con un emendamento alla riforma del CSM che prevede tra le altre cose l’impossibilità per i propri membri di partecipare alle elezioni politiche qualora non si fossero dimessi con almeno 2 anni di anticipo: un emendamento cucito per mortificare, umiliare e impedire a Nino di Matteo di partecipare qualora volesse alle prossime elezioni politiche".
Secondo Rizzo quanto sta avvenendo tra le mura di Palazzo Madama "è una pantomima di una politica che non esiste".
Il Segretario Generale del Partito Comunista fa parte di una coalizione che si oppone al governo e alla guerra, che ha manifestato in tutta Italia sabato scorso, formata da Partito Comunista (di cui Rizzo è segretario generale), Ancora Italia, Riconquistare l'Italia, Azione Civile di Ingroia, Alternativa e il Comitato no Draghi.
E in merito alla posizione del governo sulla guerra, Rizzo è stato durissimo: "È enorme la differenza di pensiero e di valutazione tra il popolo e il governo e il Parlamento, due visioni completamente contrapposte. In larghissima parte il Parlamento non rappresenta il popolo italiano sul tema della guerra, dell'invio delle armi all'Ucraina e dell'escalation militare. Tra la gente c'è preoccupazione, anzi paura, per il futuro. L'Italia è impegnata in una guerra non sua, noi non c'entriamo niente, prendiamo solo ordini e stiamo seriamente rischiando la Terza Guerra Mondiale. Per il popolo è ormai chiaro che la storia delle sanzioni si ritorce contro di noi, con aumenti di ogni bene, licenziamenti, chiusura delle imprese. Ieri in Senato si è misurata la distanza tra popolo e Parlamento e governo". "La misera cronaca della vicenda dei partiti - si legge su Affaritaliani.it - vede un M5S scomparso. Basta guardare centinaia di filmati in cui Di Maio tuonava contro chi cambiava partito e ora ha fatto una scissione di Palazzo. Il M5S ha urlato e sbraitato per avere Draghi in Aula e nella risoluzione che hanno votato non c'è scritto niente sull'invio delle armi e sul controllo del Parlamento. Assolutamente niente. Hanno votato una risoluzione allineata a Draghi”.
"Dal punto di vista della comunicazione - ha concluso Rizzo - l'Italia ha visto il dossieraggio con l'articolo del Corriere e il documento dei servizi. Aprono un dossier su chiunque critichi il governo. Ieri il nostro senatore Emanuele Dessì ha chiesto a Draghi se ci fosse lui dietro l'attività scandalosa di dossieraggio. In politica estera siamo una colonia, nulla più, e per quanto riguarda la politica interna ed economica siamo sottoposti ai diktat delle multinazionali che non pagano le tasse. Insomma, diciamolo chiaramente: la democrazia nel nostro Paese è scomparsa".

Fonte: affaritaliani.it

Foto © Imagoeconomica

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