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tescaroli luca c imagoeconomica 929161Torbide erano le operazioni messe in atto da Michele Sindona (il banchiere della mafia e della P2 ucciso in carcere con una tazzina di caffè al cianuro) ed il Banco Ambrosiano di Roberto Calvi (impiccato al ponte dei Frati neri a Londra il 18 giugno 1982). Il 10 giugno dello stesso anno Calvi era fuggito dall'Italia utilizzando un falso passaporto procurato da Ernesto Diotallevi. Era arrivato a Londra dove aveva pernottato al Chelsea Cloister. Le ultime persone che aveva incontrato la sera del 17 giugno 1982 erano Flavio Carboni e Silvano Vittor.
Da questo punto in poi le ombre sulla morte del banchiere si fanno più fitte.
È nota l'esperienza su queste indagini del magistrato, e attualmente procuratore aggiunto a Firenze, Luca Tescaroli: già pubblico ministero nella strage di Capaci in primo grado e poi applicato in appello aveva fatto condannare tutta la cupola di Cosa nostra negli anni ’90.
Sul caso di Roberto Calvi si potrebbero scrivere interi volumi. Ma i fatti portano tutti verso una conclusione: l’assassinio c’era stato, così come i collegamenti logici tra mafia, massoneria, vaticano e potere.
Il banchiere era sicuramente una persona in possesso di numerosi segreti indicibili: "aveva finanziato tutti i maggiori partiti politici italiani, minacciato alti prelati, Cosa Nostra non era riuscita a recuperare il denaro che aveva investito suo tramite", ha scritto il magistrato Tescaroli, in un articolo pubblicato sul 'Fatto Quotidiano'. Da ciò si deduce che una sua "collaborazione con la giustizia sarebbe stata dirompente". Nonostante gli elementi raccolti, nel novembre 2011 la I sezione della Corte di Cassazione aveva assolto gli imputati Giuseppe Calò, Flavio Carboni, Ernesto Diotallevi e Silvano Vittor.
Ma "dopo 40 anni possiamo dire che si è provato, con certezza, che" Roberto Calvi "è stato assassinato, 'mediante impiccagione' e 'simulazione di suicidio' nella notte tra il 17 e il 18 giugno 1982" ha scritto il pm di Firenze sul 'Fatto Quotidiano'. Cosa Nostra - si legge, “‘nelle sue varie articolazioni, impiegava il Banco Ambrosiano e lo IOR come tramite per massicce operazioni di riciclaggio” che “avvenivano quanto meno anche ad opera di Vito Ciancimino, oltre che di Giuseppe Calò”, facendo confluire nelle casse dell’Ambrosiano i proventi del sequestro di persona in danno di Pietro Torielli (avvenuto a Vigevano il 18.12.1972); Ernesto Diotallevi è risultato strettamente collegato a Calò da solidi rapporti anche economici, a Flavio Carboni da cointeressenze finanziarie; nell’esito del giudizio ‘hanno pesato i ritardi nelle indagini dovuti all’iniziale ipotesi che si trattasse di un suicidio’ e ‘l’ambiguità di apporti dichiarativi la cui veridicità non sempre è stata possibile verificare, forse specchio dello scontro di non sopiti interessi forti intesi ad evitare l’emersione della verità’ (i riferimenti sono tratti dalle motivazioni dalla sentenza della I sezione della Corte di Cassazione, depositate il 26 gennaio 2012)”.
Ad oggi non sappiamo chi ha assassinato Calvi.
"Il collaboratore di giustizia Claudio Sicilia aveva accusato Vincenzo Casillo, luogotenente di Cutolo - ha scritto il magistrato - legato a esponenti dei Servizi segreti, ucciso il 29 gennaio 1983, di aver eseguito l’omicidio, accusa ribadita da Pasquale Galasso, da Carmine Alfieri e da altri collaboratori di giustizia. Segretamente passato dalla parte del clan Nuvoletta, legato ai Corleonesi, Casillo e Cosa Nostra volevano uccidere Calvi perché si era appropriato del loro denaro".
Tuttavia le domande restano: "Chi è il “Sergio” che risultava annotato nell’agenda di Carboni, tenuta da Anna Pacetti, il 9 giugno 1982, con riferimento a telefonate di Ernesto Diotallevi, relative all’arrivo di tale “Sergio”? Sussistono legami tra Sergio Vaccari, appartenente alla massoneria, assassinato nel suo appartamento a Londra il 16 settembre del 1982, il Sergio annotato nell’agenda e l’esecuzione dell’omicidio di Calvi? Chi è il fantomatico 'biondino' che aveva viaggiato con Diotallevi, allorché portarono il falso passaporto e del denaro al banchiere? Da chi provenivano i 211,9 milioni di dollari, individuati dagli ispettori della Banca d’Italia, guidati da Giulio Padalino, che avevano contribuito tra il 1971 e il 1977 a far lievitare i depositi della Cisalpine Overseas Bank Ltd, poi trasformata in Banco Ambrosiano di Nassau e chi ottenne, poi, le restituzioni prima dell’omicidio del banchiere?  E, ancora, perché lo Ior si è determinato a versare 241 milioni di dollari alla liquidazione del Banco Ambrosiano e a rinunciare alle sue pretese verso il banco? È stato effettivamente erogato denaro mafioso da Calvi per impedire l’avanzata comunista nei Paesi dell’America Latina e contrastare l’egemonia dei regimi marxisti nell’Europa orientale? Come mai la fonte Podgora, identificata in Eligio Paoli, venne tratta in arresto quando aveva iniziato a fornire importanti indicazioni sull’omicidio? Come mai Ugo Flavoni si recò con un aereo privato a Londra, all’aeroporto di Gatwick il 18 giugno 1982 per incontrare Flavio Carboni, preferendo patteggiare una pena per il reato di falsa testimonianza? Speriamo che un giorno si possa arrivare a conoscere la verità".

Fonte: ilfattoquotidiano.it

Foto © Imagoeconomica

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