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Il capo della Duma risponde alle provocazioni di Radoslaw Sikorskin che lanciano il Continente sotto minaccia nucleare

Lo scontro verbale tra la Russia e l’occidente ha già varcato le soglie dell’Armageddon a livello verbale. Giorni fa l’ex ministro degli Esteri polacco Radoslaw Sikorskin, ora membro del Parlamento europeo, avrebbe detto al canale televisivo online ucraino Espreso TV che l'Occidente ha il diritto di fornire all'Ucraina testate nucleari per proteggere la sua indipendenza. Di risposta, il capo della Duma della Federazione Russa, Viacheslav Volodin, ha minacciato che se dovesse verificarsi l’ipotesi suggerita dall’ex ministro Sikorskin, ciò porterà ad un conflitto nucleare che distruggerà il continente europeo.
Sikorski sta provocando un conflitto nucleare nel centro dell'Europa. Non pensa né al futuro dell'Ucraina né a quello della Polonia. Se i suoi suggerimenti si realizzeranno, questi Paesi cesseranno di esistere, così come l'Europa. Sikorski e simili sono la ragione per cui l'Ucraina non solo deve essere liberata dall'ideologia nazista, ma anche smilitarizzata, assicurando lo status di Paese libero da armi nucleari” ha affermato Volodin.
Sikorski ha avallato questa temibile soluzione per l’Ucraina sostenendo che la Russia ha violato i termini del Memorandum di Budapest sulle garanzie di sicurezza rifiutandosi di rispettare la sovranità e l'integrità del paese.
Una violazione che è bene ricordare, era stata anche paventata dall’Ucraina il 19 febbraio, 5 giorni prima dell’attacco russo, quando il presidente Volodymyr Zelensky aveva annunciato la necessità di ridiscutere lo status non nucleare del paese con i partecipanti al suddetto Memorandum, sottoscritto il 5 dicembre del 1994.
Il popolo polacco è pronto a difendersi in caso di attacco russo”, ha assicurato oggi il primo ministro della Polonia Mateusz Morawiecki all'inaugurazione di un evento sportivo a Myszkow, nel sud della Polonia. “Se la Russia avesse intenzione di attaccare la Polonia, il Cremlino deve sapere che ci sono 40 milioni di polacchi pronti a prendere le armi per difendere la loro patria”, ha avvertito Morawiecki. Cosa possano anche 40 milioni di persone contro decine di testate nucleari non è dato sapere.
Intanto il Sipri lancia l’allarme su una possibile nuova corsa all’atomica nonostante fino a gennaio 2002 si fosse registrata una lenta ma costante riduzione nel numero di testate nucleari. All’indomani dello scoppio della guerra, Russia e Stati Uniti, che detengono il 90% delle testate a livello mondiale, hanno fatto intendere che in caso di necessità, sono pronte a ricorrere anche all’arma nucleare.
Si alza anche la posta in gioco sulle armi convenzionali: pochi giorni fa il vice capo dell’intelligence militare ucraina, Vadym Skibitsky, in un’intervista pubblicata sul quotidiano britannico “The Guardian” aveva denunciato come l’Ucraina stesse perdendo contro la Russia in prima linea e ora dipendesse quasi esclusivamente dalle armi provenienti dall’occidente.
Mykhailo Podolyak, un consigliere presidenziale ucraino, oggi ha fatto richiesta all’occidente per la fornitura di 300 lanciarazzi, 500 carri armati e 1.000 obici in vista del vertice Nato a Bruxelles del prossimo 15 giugno.
L'elenco completo includeva anche "1.000 obici" dello standard Nato da 155 mm, in quantità molto superiore rispetto a quanto fornito finora. Basti pensare che gli Stati Uniti, principale fornitore di armi, ne avevano consegnati solo “109” entro la fine di maggio.
Sistemi d’arma che sono costantemente presi di mira dall’esercito russo. Il rappresentante ufficiale del Ministero della Difesa, Igor Konashenkov ha dichiarato oggi che attacchi missilistici hanno distrutto un gran numero di armi e attrezzature militari fornite dall’occidente,
"Missili ad alta precisione nell'area della stazione ferroviaria di Udachnoye della Repubblica popolare di Donetsk hanno distrutto un gran numero di armi e attrezzature militari consegnate al gruppo di nazionalisti ucraini, dagli Stati Uniti e dai paesi europei”, ha dichiarato Konashenkov.
Sul fronte degli sviluppi bellici, in Donbass, secondo il vice capo del dipartimento della milizia popolare della Repubblica popolare di Donetsk (DPR) Eduard Basuri, Severodonetsk, risulterebbe isolata dopo che gli ucraini il 12 giugno hanno fatto saltare l’ultimo ponte che la collegava con Lysychansk.
Il 12 giugno, l'ambasciatore della Repubblica popolare di Lugansk (LPR) Rodion Miroshnik ha affermato che fino a 500 civili potrebbero trovarsi nel territorio dello stabilimento Azot a Severodonetsk,usato come nascondiglio per i bombardamenti russi.
Il governatore regionale Serhiy Haidai ha dichiarato che i combattimenti si stavano scatenando in città, dove le forze ucraine stavano difendendo edificio per edificio.
Battaglie tanto feroci “che i combattimenti non solo per una strada ma anche per un singolo grattacielo possono durare giorni", ha precisato.
Haidai ha stimato che le forze russe controllano ora circa il 70% di Sievierodonetsk e ha affermato che la stanno distruggendo "quartiere per quartiere" in uno degli assalti più sanguinosi dall'inizio dell'invasione, dopo quello di Mariupol.
Crescono nel frattempo le indiscrezioni sulle sempre più allarmanti perdite ucraine: il consigliere presidenziale Oleksiy Arestovych ha dichiarato questa settimana al Guardian che si tratterebbe di 150 morti e 800 feriti al giorno, per un totale di più di 20.000 perdite al mese.
Continuano a soffrire anche i civili: secondo l’agenzia russa Ria Novosti, l’esercito ucraino avrebbe colpito nella giornata di oggi il mercato Maysky nel distretto Budyonnovsky di Donetsk con proiettili dello standard Nato calibro 155. L’attacco avrebbe provocato delle vittime fra la popolazione civile, fra cui una donna e un bambino.
Il capo dell'amministrazione militare regionale di Luhansk, Serhiy Haidai ha dichiarato ieri che tre civili di Lysychansk sarebbero morti ieri a causa dei bombardamenti russi: si tratterebbe di un uomo, una donna ed un bambino di sei anni.
La guerra convenzionale è ben lungi dal fermarsi; quella nucleare bussa alla porta di un’occidente miope che non vede altra strada allo scontro contro Mosca.

Foto: it.depositphotos.com

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