A Palermo, senza contare gli arresti recenti, c'erano già quattro candidature discutibili
"Ma dimmi un poco, ma tu non ne conosci di gente che è disonesta, che non è stata mai condannata perché non ci sono le prove per condannarla, però c’è il grosso sospetto che dovrebbe, quantomeno, indurre soprattutto i partiti politici a fare grossa pulizia, non soltanto essere onesti, ma apparire onesti, facendo pulizia al loro interno di tutti coloro che sono raggiunti comunque da episodi o da fatti inquietanti, anche se non costituenti reati”. Erano queste alcune considerazioni che Paolo Borsellino faceva parlando agli studenti nel 1989 presso un Liceo del Nord Italia, a Bassano del Grappa.
Evidentemente la lezione di Borsellino non viene mai presa dalla politica che, imperterrita, continua ad inserire all'interno delle proprie liste volti improponibili, o anche meglio noti come "impresentabili".
La Commissione parlamentare antimafia, dopo aver lamentato l'enorme ritardo con cui i partiti hanno consegnato l'elenco dei nomi candidati alle elezioni comunali, ha diffuso una lista di diciotto nomi, su 19.782, che lascia comunque sdegno e sconcerto.
Ben 10 sono candidati in liste civiche e guardando a quanto avvenuto a Palermo, dove c'è stato un vero e proprio terremoto politico dopo gli arresti di due candidati del centrodestra (uno di Forza Italia ed uno di Fratelli d'Italia), c'è comunque un clima di allarme. Sì, perché, i due aspiranti consiglieri arrestati, Pietro Polizzi e Francesco Lombardo, "sarebbero stati presentabilissimi".
E per ci sono volute le indagini della Procura di Palermo per svelare i contatti sottobanco con uomini di mafia.
Tornando al lavoro della Commissione Parlamentare tra i partiti, manco a dirlo, il record negativo è di Forza Italia, con ben 4 impresentabili, seguito da Fdi, Pd, Noi con l'Italia e Cambiamo con Toti, con un nome ciascuno.
Parliamo di persone che hanno processi in corso, ma non ancora sentenze definitive, per reati come corruzione, riciclaggio, concussione, traffico di rifiuti e via dicendo.
"Il numero appena indicato - ha detto Morra - è il frutto delle verifiche effettuate grazie alle prescrizioni del codice etico che questa Commissione si è dato nel rispetto degli elettori. Voglio ricordare che questo codice di autoregolamentazione è stato votato da tutta la Commissione ed è rappresentativo di tutti i partiti che l'hanno scritto e votato. Certo, ci saremmo aspettati ben più collaborazione dai partiti che non hanno facilitato queste verifiche, in quanto avrebbero potuto inviare prima gli elenchi dei candidati e darci il tempo utile per fare le verifiche in tempi ragionevoli". "Ci siamo dovuti affidare al duro lavoro degli uffici giudiziari, che seppur con organici spesso deficitari sono riusciti ad inviarci i nominativi con non poche difficoltà - ha proseguito - Successivamente la Procura Nazionale Antimafia ha fatto un ulteriore lavoro in tempi assai celeri, lasciandoci infine l'onere di approfondire e perfezionare tutte le verifiche per offrire ai cittadini la possibilità di scegliere con consapevolezza".
"Le cose avvenute a Palermo rattristano", ha detto Morra, rilevando tra l'altro che i due candidati Lombardo e Polizzi, sarebbero stati "presentabilissimi" perché lo scrutinio della Commissione si basa su "criteri giuridici".
Tra le città è proprio Palermo a contare il maggior numero di "bocciati", in tutto 4, seguita da Frosinone con 3, 2 a Mondragone (Caserta) e 2 in provincia di Cosenza. Un "impresentabile" anche a Ciampino (Roma), uno a Gorizia, uno a Barletta, uno a Verona, uno a Piacenza, uno ad Ardea (Roma) e uno a Taranto.
A Frosinone, in particolare, è finito nella lista addirittura un candidato sindaco, Mauro Vicano, che si presenta con la lista "Per Frosinone se vuoi si fa": nei suoi confronti, sottolinea la commissione, risulta emesso un decreto che dispone il giudizio per "attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti".
A Palermo sono quattro le candidature finite nel mirino della Commissione parlamentare antimafia, tre per il centrodestra e uno del Pd, Totò Lentini, Giuseppe Milazzo, Francesco La Mantia (condannato in primo e secondo grado con un giudizio poi annullato dalla Cassazione), e Giuseppe Lupo (a processo per corruzione).
Certo è che queste elezioni, in particolare quelle del capoluogo siciliano saranno ricordate a lungo. Nei mesi scorsi lo scandalo del ritorno in campo di Marcello Dell'Utri (condannato per concorso esterno in associazione mafiosa) e Totò Cuffaro (condannato per favoreggiamento aggravato). Poi gli arresti a poche ore dal silenzio elettorale.
Tutti si smarcano e dicono di "non conoscere" o di sperare in una rapida risoluzione.
Ma ancora una volta tornano in mente le parole di Paolo Borsellino che dovrebbero ricordare a tutti che in politica c'è una questione etica e morale che non può essere ignorata. "L’equivoco su cui spesso si gioca è questo - diceva il magistrato ucciso il 19 luglio 1992 - si dice quel politico era vicino ad un mafioso, quel politico è stato accusato di avere interessi convergenti con le organizzazioni mafiose, però la magistratura non lo ha condannato, quindi quel politico è un uomo onesto. E no! questo discorso non va… …perché la magistratura può fare soltanto un accertamento di carattere giudiziale, può dire: beh! Ci sono sospetti, ci sono sospetti anche gravi, ma io non ho la certezza giuridica, giudiziaria che mi consente di dire quest’uomo è mafioso. Però, siccome dalle indagini sono emersi tanti fatti del genere, altri organi, altri poteri, cioè i politici, le organizzazioni disciplinari delle varie amministrazioni, i consigli comunali o quello che sia, dovevano trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze tra politici e mafiosi che non costituivano reato ma rendevano comunque il politico inaffidabile nella gestione della cosa pubblica". E ieri come oggi si continua a nascondersi "lo schermo della sentenza" e l'assioma "questo tizio non è mai stato condannato, quindi è un uomo onesto". La speranza è che domani i cittadini sappiano guardare al voto con piena consapevolezza. E scegliere nel modo migliore.
Foto © Imagoeconomica
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