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Per Lavrov ok al dialogo ma “la Nato non può più determinare il destino Ue”. Da Kiev notizie sulla progressiva sconfitta ucraina

Quest’oggi Papa Francesco ha ricevuto in udienza, nel Palazzo Apostolico Vaticano, la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, la quale si è successivamente incontrata con il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato, accompagnato da mons. Paul Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati.

"Nel corso dei cordiali colloqui in Segreteria di Stato, ci si è soffermati sulle buone relazioni bilaterali e sul comune impegno ad adoperarsi per porre fine alla guerra in Ucraina, dedicando particolare attenzione agli aspetti umanitari e alle conseguenze alimentari del protrarsi del conflitto", riferisce la Santa Sede. D’altra parte, la Russia continua a dirsi aperta al dialogo, ma "bisogna essere in due per ballare il tango”, ha detto il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, come riporta la Tass, rispetto alla via diplomatica come soluzione al conflitto in Ucraina.

"È diventato chiaro a tutti che la Nato non può più determinare il destino dell'Europa”, ha aggiunto il ministro degli Esteri russo, dal summit a Erevan dell'Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (Csto), che Mosca punta a rafforzare come bilanciamento all'Alleanza atlantica. "Abbiamo proposto alla Nato un dialogo, un meccanismo di cooperazione, ma è stato rifiutato", ha sottolineato Lavrov. Nel frattempo, sul piano militare, il vice capo dell'intelligence militare ucraina Vadym Skibitsky ha dichiarato che l'Ucraina sta perdendo contro la Russia in prima linea e che ora dipende quasi esclusivamente dalle armi provenienti dall'Occidente per tenere a bada la Russia: "Questa è ormai una guerra di artiglieria. I fronti sono ora il luogo in cui si deciderà il futuro e stiamo perdendo in termini di artiglieria. Tutto ora dipende da ciò che l'Occidente ci dà", ha detto al Guardian.

"L'operazione speciale si sta sviluppando secondo i piani militari inizialmente previsti”, ha detto il rappresentante permanente di Mosca presso l'Onu, Vasily Nebenzya, riferendosi all'invasione dell'Ucraina da parte della Russia. Intervistato dalla Bbc, riporta la Tass, il diplomatico russo ha sottolineato che "nessuno aveva promesso di concludere (l'operazione) in tre o sette giorni. Alcuni esperti dicono: 'l'operazione speciale russa è ora in stallo e non sta procedendo al ritmo che era stato inizialmente previsto'. Ma il progresso è in corso. Questo è chiaro". Nebenzya ha quindi spiegato che "uno dei motivi del cosiddetto ritmo lento è che non stiamo prendendo di mira le infrastrutture civili": le truppe "stanno solo colpendo obiettivi militari e questo richiede tempo".

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