Elezioni amministrative del 12 giugno: l'impegno politico per amore della propria terra
Più di 10 anni fa abbiamo conosciuto a Palermo Giorgio Ciaccio assieme a diversi amici dell’associazionismo antimafia. Fin da subito abbiamo notato che si distingueva da tutti gli altri. “Tu non sei di questo mondo!”, gli dicevano ridendo gli amici di fronte alle sue posizioni “giuste”, a volte in antitesi con la vulgata popolare. Ed effettivamente era così: per Giorgio non esistevano, e non esistono, ipocrisie o egoismo. Quando abbraccia una causa di vita diventa lui stesso parte di quella causa: ambientalista, sociale, politica, o chissà cos’altro; e quindi non esistevano, e non esistono, ragioni per creare divisioni, o sterili protagonismi. Armato sempre di un sorriso - a dir poco luminoso - era, ed è, capace di sanare divisioni, di stimolare l’entusiasmo nel gruppo mantenendo ben saldo l’obiettivo da raggiungere.
Oggi Giorgio è un imprenditore, uno sportivo, un creativo e un blogger, sul suo sito lui stesso sintetizza così il suo curriculum: “Un uomo libero che ama la vita e la propria terra. Positivo e resiliente. Così affronto la vita e gli argomenti che mi stanno più a cuore”.
Ricordiamo come fosse ieri quando, nel settembre del 2016, ad appena 35 anni, mentre era deputato regionale per il M5S, gli è stato diagnosticato un tumore al rene e un Linfoma di Hodgkin, proprio negli stessi giorni in cui stava per nascere il suo primo figlio, Ettore. Il mondo gli è crollato addosso. Ma Giorgio non si è mai arreso, sua moglie Veronica è stata capace ugualmente di tirare fuori una forza sovrumana.
Di seguito Giorgio ha iniziato a condividere ogni giorno sulla sua pagina facebook la battaglia che stava portando avanti. Ed erano post di speranza, coraggio e tanta, tantissima resilienza. Successivamente si è dimesso da deputato regionale dopo il rinvio a giudizio per l’inchiesta sulle firme false, inchiesta nella quale è stato tra i pochissimi ad ammettere le proprie responsabilità, legate indubbiamente a ingenuità e inesperienza.
In quell’aspro 2017 ha fatto la Pet: il tumore non c’era più. Da quel momento si è sottoposto a continui controlli che a tutt’oggi hanno confermato il buon esito di cinque anni fa.
Spesso a chi gli chiede da dove gli arrivi tutta questa energia positiva Giorgio risponde che è frutto della “ciaccite”. Che non è solo un allegro anagramma del suo cognome. E’ qualcosa di molto più intenso e profondo, che lui stesso spiega così: “Molti ne sentono parlare e molti me lo hanno chiesto più volte. Mi è facile dirvi che il termine è stato coniato da un grande amico ‘D’ON’ in un momento molto difficile della mia vita. E’ invece molto più difficile spiegare che cos’è. Perché non è una cosa sola. La ciaccite è una forza interiore che scopri di avere quando un giorno il mondo ti crolla addosso. E’ il respiro della donna che ami che dorme accanto a te. E’ il profumo d’amore che senti sulla pelle delle persone che ami; è sorreggerli, dargli forza e trarne altrettanta da loro. La ciaccite è un bilancio delle cose fatte, un puzzle di vita da rimettere a posto quando un imprevisto scombina tutto. La ciaccite è innamorarsi nuovamente della vita; è dare un valore diverso alle cose ed alle persone. E’ respirare, godere dei colori, dei sapori, annusare gli odori e poi sentire il cuore che palpita davanti ad un tramonto o davanti a cose che avevi visto da sempre e non avevi mai guardato. La ciaccite è una mano che ti incoraggia, una parola che ti dà conforto quando pensi di non farcela. E’ amore, tutto l’amore che possiedo verso la vita, verso mio figlio, verso tutti voi che mi avete sorretto, verso chiunque mi abbia dato un buongiorno o un sorriso. La ciaccite sono i vostri occhi che guardano i miei attraverso l’anima, sono le vostre mani che tengono le mie, sono gli abbracci che mi avete regalato quando non potevo abbracciarvi io. La ciaccite è un aforisma giornaliero che vorrei vi arrivasse dritto al cuore. E’ quel piccolo spazio che hai dedicato a me nel tuo cuore. La ciaccite è un bel ‘oggi me ne fotto’. La ciaccite è il modo di affrontare la vita con il sorriso”. Quello stesso sorriso che lo contraddistingue ogni giorno.
“Per portare avanti tutto ciò - ha sempre ricordato Giorgio - ho dovuto fare delle scelte. Scelte difficili ma alla fine: ho scelto. Ed ecco come vivo ogni giorno: ho scelto di ritrovare il concetto di qualità della vita che si è perso. Ho scelto di ritrovare un barlume di speranza nel futuro e di riprovare il piacere della condivisione della solidarietà e dell’altruismo. Ho scelto di fare le battaglie a favore dell’uomo e del suo contesto, che sia una casa o un lavoro o la sua aria o il suo suolo. Ho scelto di stare dalla parte dei piccoli imprenditori. Ho scelto da che parte stare. Ho scelto il tempo in cui farlo perché se non cambiamo adesso sarà difficile farlo dopo. Ho scelto di non delegare più ad altri le decisioni sul mio futuro ed il futuro di mio figlio. Ho scelto di trasmettere agli altri il mio modo di essere attraverso la #ciaccite. Ho scelto di dimostrare con i fatti che l’amore per la vita supera ogni cosa. Ho scelto di superare le difficoltà con testa, cuore e coraggio. Scelte coraggiose sostenute costantemente da mia moglie e dalla mia famiglia. Le mie scelte hanno fatto sì che sono oggi, quello che sono: un uomo libero e creativo, innamorato della vita e della propria terra”.
Innamorato al punto di candidarsi - nella lista “Progetto Palermo” - alle prossime amministrative per l’elezione del nuovo sindaco di Palermo, per sostenere il candidato Franco Miceli.
La prospettiva di avere un consigliere comunale come Giorgio Ciaccio diventa quindi un’immensa risorsa dalle infinite potenzialità: una speranza concreta di vedere rinascere Palermo. Là dove, come ricordava il giudice Borsellino, la lotta alla mafia “il primo problema da risolvere nella nostra terra bellissima e disgraziata”, non deve essere più “soltanto una distaccata opera di repressione”, ma “un movimento culturale e morale” che coinvolga tutti “specialmente le giovani generazioni, le più adatte a sentire subito la bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell'indifferenza, della contiguità e quindi della complicità”. Un “puzzo” alquanto sgradevole che recentemente ha preso forma con l’arresto del candidato di Forza Italia al Consiglio comunale, Pietro Polizzi, accusato di scambio elettorale politico-mafioso.
Opporsi con forza al ritorno in auge di personaggi condannati per mafia come Cuffaro o Dell’Utri che sostengono impunemente il candidato sindaco del centrodestra Roberto Lagalla resta quindi un dovere morale.
In bocca al lupo, Giorgio: la tua presenza è un grande segno della rinascita di questa terra!
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