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L’ex presidente Medvedev sui nemici della Russia: “Sono dei bastardi, farò di tutto per farli sparire”

Mi viene spesso chiesto perché i miei post sono così duri”. Così ha esordito il vice presidente del consiglio di sicurezza russo ed ex presidente della Russia Dmitry Medvedev sul suo canale telegram.
La risposta è che li odio. Sono dei bastardi…Vogliono la nostra morte, quella della Russia. E finché sono vivo, farò di tutto per farli sparire".
Queste sono state le parole di fuoco utilizzate per definire “i nemici della Russia”; le forze ostili dell’occidente. Espressioni che non lasciano più spazio nemmeno a sottili e formali aperture diplomatiche, bensì a scenari dove imperano macerie e devastazione fino al deflagrare di una possibile terza guerra mondiale.
Altre pedine stanno per essere mobilitate in posizione di attacco: Camille Grand, vicesegretario generale dell’alleanza, in un’intervista di ieri al canale televisivo RTS ha affermato che la Nato non darà garanzie alla Russia di non dispiegare armi nucleari in Svezia e Finlandia.
Ogni Paese ha la libertà in campo nucleare di accettare o meno le armi. Non stiamo parlando di stabilire restrizioni", ha aggiunto Grand, precisando che l'Alleanza del Nord Atlantico non si aspetta una "reazione energica" da Mosca all'espansione della Nato verso il blocco scandinavo previsto nei prossimi mesi.
Intanto la guerra prosegue sempre più sanguinosa nel Donbass. Il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu, citato da Interfax ha affermato che il 97% del territorio della Repubblica Popolare di Lugansk è stato “liberato” e che le aree residenziali di Severodonetsk sono state prese “totalmente” sotto controllo russo.
Nella città, come riferisce il capo dell’amministrazione militare Oleksandr Stryuk, sono rimaste 10-11mila persone che vivono sotto bombardamenti costanti, senza luce e acqua.
Stessa sorte vivono i cittadini della repubblica popolare di Donetsk, colpiti dall’esercito di Kiev. Secondo quanto dichiarato ieri dal quartier generale della difesa territoriale della Dpr sul proprio canale telegram, il bilancio dei bombardamenti dell’esercito ucraino è di dieci morti e 17 feriti nelle ultime 24 ore.
Stando alle dichiarazioni del capo della Dpr Denis Pushilin le truppe ucraine stanno usando armi americane per bombardare le aree residenziali della Repubblica popolare di Donetsk. Si tratterebbe in particolare di obici "M777”, già utilizzati durante i bombardamenti di Donetsk.
A questo proposito, sul fronte degli armamenti forniti a Kiev dall’occidente, il livello dello scontro si alza su livelli sempre più preoccupanti.
Ad inizio giugno gli Stati Uniti avevano già approvato un nuovo pacchetto di assistenza militare all'Ucraina, che includeva i sistemi missilistici HIMARS con una gittata di ben 80 km. Il 6 giugno anche il Regno Unito ha annunciato i piani per fornire "in grandi quantità" i missili M31A1 per i lanciarazzi l'M270 MLRS. Secondo l’esperto militare Andrei Frolov, citato da Izvestia, "molto probabilmente, cercheranno di utilizzare missili M31A1 contro aeroporti, posti di comando, nodi ferroviari o importanti basi e strutture militari”.
Ma sarebbe anche il territorio russo ad essere in pericolo con l’invio di sistemi missilistici di tale gittata.
Il rappresentante permanente della Russia alle Nazioni Unite Vasily Nebenzya, a tal proposito ha ammonito:
Non solo ci riserviamo il diritto di spostare le linee di minaccia dei neonazisti per la Federazione Russa e le repubbliche del Donbass alla distanza di una possibile distruzione di nuove munizioni a lungo raggio, ma anche colpire i centri di comando per aver preso decisioni criminali sull'uso di tali tipi di armi".

Foto: it.depositphotos.com

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