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Per Lavrov “la liberazione del Donbass è priorità assoluta”. L’esercito russo preme da Sud e da Est per l’accerchiamento finale

Era attesa per oggi la telefonata del presidente turco Recep Tayyip Erdogan al presidente russo Vladimir Putin insieme a quello ucraino Voldymyr Zelensky, ma il capo del Cremlino ha detto no. La notizia della telefonata a tre, che avrebbe significato il primo colloquio diretto tra Putin e Zelensky dall’inizio dell’offensiva russa, era stata battuta dalle agenzie questa mattina, ma Putin ha smentito. La premessa del trilaterale telematico aveva buoni propositi anche alla luce del precipitare della crisi in Ucraina. L’apertura era arrivata da Kiev con il portavoce del presidente ucraino, Sergiy Nikiforov, citato da ZnUa, secondo cui Zelensky starebbe valutando “la proposta per tenere colloqui telefonici a tre con i leader di Russia e Turchia, se il presidente della Russia è pronto a partecipare”. Già ieri Erdogan aveva annunciato un colloquio telefonico sia con Zelensky che con Putin in giornata mentre “sembra che gli eventi si stiano sviluppando negativamente ogni giorno che passa”, aveva detto il presidente di ritorno da un viaggio in Azerbaijan. Ma ora è tutto un nulla di fatto.
Le parti, aveva aggiunto Erdogan, devono “utilizzare tutti i canali del dialogo e della diplomazia” aveva aggiunto, ponendo anche l’accento sul fatto che “la Russia non vede di buon occhio e non sostiene l'ingresso di Svezia e Finlandia nella Nato, ed è innanzitutto preoccupata dall'adesione di Helsinki con cui divide i confini”. Ed è proprio sull’adesione alla Nato dei due Stati scandinavi che il governo turco ha posto il veto. Il motivo ufficiale di tale decisione sarebbe la protezione data da Stoccolma e Helsinki ai miliziani del Pkk.

La Russia mira a liberare il Donbass, quasi completato accerchiamento
Mosca punta alla “liberazione” del Donbass con una manovra a tenaglia che tagli i rifornimenti delle truppe ucraine e blocchi in una sacca i militari sul fronte meridionale.
Lo Stato maggiore ucraino ha riferito che l’esercito russo è entrato nella periferia di Severodonetsk, importante centro nel Sud Est del Paese, dove si stanno svolgendo violenti combattimenti strada per strada e i servizi di erogazione della corrente elettrica e di telefonia mobile sono stati messi fuori uso. 60 case sono state distrutte e due persone, inclusa una bambina, sono state trovate morte tra le macerie. I bombardamenti martellanti rendono estremamente difficile entrare o uscire dalla regione. L’obiettivo russo sarebbe quello di accerchiare i militari ucraini presenti nelle zone di Lysychansk e Severodonetsk al fine di tagliare le vie di rifornimento delle forze ucraine. Lyman sarebbe già in mano russa.
Continuano intanto i combattimenti nella regione di Kherson, nell’Ucraina meridionale. Un missile ucraino è caduto domenica nella zona industriale di Kherson, mentre sabato un attacco ucraino ha provocato un morto e due feriti tra i civili nella cittadina di Chernobayevka. Le autorità della regione smentiscono i messaggi trionfalistici di Kiev. Kirill Stremousov, vice capo dell'amministrazione civile-militare della regione di Kherson, ha scritto sul suo canale telegram, “una ventina di veicoli da combattimento ucraini hanno cercato di guadare ma sono stati ridotti in polvere con 210 persone. Secondo i nostri dati, settanta persone sono ancora sul campo di battaglia”. Secondo Stremousov “il signor Zelensky  e altri funzionari continuano a dichiarare: ‘Stiamo bene, stiamo vincendo’. Ma è una bugia. Lo sfondamento di oggi, che ha coinvolto circa sei tipi di veicoli, è stato fermato. La regione di Kherson è denazificata per sempre. È una terra russa”.
Il presidente ucraino Voldymyr Zelensky si è recato nella regione di Kharkiv per far visita alle truppe ucraine sul fronte e visionare la situazione nell’area. Oltre 2 mila sono le abitazioni distrutte secondo le autorità locali e il 31 per cento della regione è occupato dalle forze ucraine. Durante la sua visita il Presidente ha rimosso il capo della sicurezza di Kharkiv, accusato di “non aver lavorato per la difesa della città”. Kharkiv, città vicino al confine russo nell’Est del Paese, è fortemente contesa tra i due schieramenti. Per Zelensky “le condizioni nel Donbass sono indescrivibilmente difficili”.
A Mariupol, città ora sotto controllo russo, le autorità hanno denunciato le azioni dell’esercito occupante. Un supermercato sarebbe stato utilizzato dai militari come “discarica di corpi dei caduti ucraini” a seguito della manutenzione delle condotte dell’acqua della città, ha detto Petro Andriushenko, consigliere del sindaco, citato da Ukrinform.
Nelle zone russe di confine sono state colpite dai bombardamenti ucraini la cittadina di Gornal, nella regione di Kursk, e quella di Zernovo, nella regione di Bryansk. Il comitato investigativo russo ha fatto sapere che “indagherà sui nuovi attacchi al territorio nazionale”.
Per il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, “la liberazione” delle repubbliche separatiste di Donetsk e Luhansk in Donbass, la cui indipendenza è stata riconosciuta da Mosca, rimane “priorità assoluta”, ma “non si tratta di annessione, si tratta di un'operazione militare richiesta dalle due repubbliche popolari”. La Russia rimane aperta al dialogo, ma giudicherà “le intenzioni europee solo dai fatti pratici” ha detto ancora il ministro russo in un'intervista con la tv francese TF1, “la situazione è cambiata rispetto alla fine della Guerra Fredda”.

Foto © Imagoeconomica

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