Dalla Kalsa, l’intervento in diretta dei giovani. Domani il corteo organizzato dal Movimento alla facoltà di giurisprudenza
Dai luoghi che hanno visto l’infanzia e la spensieratezza di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino da un lato e l’efferatezza della mafia dall’altro, la giornalista Angela Caponnetto, coadiuvata da uno slogan che esprime tutta la voglia di rinascita e di riscatto dell’intera cittadinanza: “Beni comuni Vs Cosa Nostra”, intervista per Rai News due volti noti del movimento Our Voice: Jamil El Sadi e Marta Capaccioni.
Con la determinazione negli occhi e la passione nel cuore, Jamil e Marta accompagnano i motivi e la valenza di uno slogan forte e imprescindibile per una società che intende definirsi moderna e civile. Un messaggio chiaro e preciso su quanto sia importante, nonostante la reticenza e l’inettitudine dello Stato, deporre il bene comune nelle mani dei cittadini.
L’antimafia popolare è tornata in città
Alla domanda di Angela Caponnetto che chiede di spiegare i motivi che hanno ispirato Our Voice a partecipare al corteo di domani 23 maggio in occasione dei trent’anni dalla strage di Capaci, Jamil El Sadi risponde a chiare lettere: “Restituire la memoria e l’impegno; perché noi a trent’anni di distanza vogliamo dire no al minare, delegittimare e contrastare la legislazione antimafia che Giovanni Falcone e Paolo Borsellino hanno ideato. Perché quello che si sta verificando a trent’anni di distanza è questo; si sta mettendo un freno alla legislazione che loro hanno ideato”. Come un treno in corsa che non fa fermate, Jamil continua: “Si stanno verificando ulteriori delegittimazioni come nel ‘92, penso anche agli attacchi a Nicola Gratteri e Nino Di Matteo che tra l'altro sarà ospite di una conferenza domani alle ore 18:30 al Cinema Golden (Palermo, ndr), organizzata da Antimafia Duemila e insieme a tantissimi altri magistrati”.
In ultimo, Jamil chiude il suo intervento chiarendo che “si tratta di un corteo per dire ‘l’antimafia popolare è tornata in città’ e noi da giovani artisti vogliamo farlo".
La politica di Palermo dettata da uomini condannati per mafia
Caponetto continua la sua intervista con Marta Capaccioni. Alla richiesta di esporre le sue considerazioni sul titolo che descrive il corteo “Passerella di tanti, impegno di pochi” e sul risultato, tanto drammatico quanto reale, di un recente sondaggio condotto da IPSOS e che vede la maggior parte degli italiani convinti dell’inadeguatezza dello Stato nell’affrontare il fenomeno mafioso; Marta sottolinea l’intento di Our Voice di prendere le dovute distanze da ogni forma di passerella politica che negli anni ha puntualmente occupato le scene televisive e istituzionali del nostro paese.
Un commento, quello di Marta Capaccioni, impossibile da non condividere, soprattutto se consideriamo l’atteggiamento largamente diffuso di delegittimare Giovanni Falcone in ogni sede e in ogni modo possibile. L’intento, nemmeno troppo celato, di isolarlo nel tentativo di sabotare delle qualità evidentemente troppo pericolose per molti lupi travestiti da agnelli.
Tuttavia, per Marta, i motivi che giustificano una profonda indignazione continuano e lo si percepisce molto chiaramente nelle sue parole: “A Palermo, da qualche giorno a questa parte, con le elezioni amministrative alcuni candidati sono stati sostenuti da uomini condannati per mafia, come per esempio Totò Cuffaro che è stato condannato per favoreggiamento a Cosa Nostra e Marcello Dell’Utri condannato per concorso esterno in associazione mafiosa” - continua - “anche se le pene sono state scontate è uno scandalo che queste persone possano tornare a dettare la politica a Palermo; si tratta di una questione etica e morale oltre che di responsabilità politica. Noi vogliamo dare questo messaggio all’interno di Palermo, riportare l’antimafia popolare, quindi, dare la voce ai quartieri abbandonati molto spesso dallo Stato e dalle parti deviate delle nostre istituzioni”.
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di Saverio Lodato