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Finlandia e Svezia decidono per la Nato. La Turchia ribadisce il no. Per Putin “non è una minaccia”

Sembra trovare difficoltà l’operazione speciale del Cremlino in Ucraina. Dopo la ritirata dalla città di Kharkiv, nell’Est del Paese, le truppe ucraine respingono il nemico fino al confine russo minacciando di sconfinare. L’assedio dell’Azovstal procede a rilento: 264 soldati ucraini si sono arresi e ne rimangono dentro altri 300. Ne approfitta intanto la Nato cercando di far entrare Finlandia e Polonia nell’Alleanza, ma la Turchia rimane intransigente sulle sue posizioni contrarie. Minsk si sente minacciata e chiede a Mosca di aumentare la collaborazione strategica.

L’esercito russo conquista il sud e arretra da Kharkiv
I militari ucraini che nei giorni scorsi hanno respinto l’esercito russo da Kharkiv si sono spinti fino al confine russo nella zona di Ternova. Lo ha annunciato il governatore regionale di Kharkiv, Oleh Synegubov. La conquista operata dalla 127ma brigata delle forze di difesa territoriale ucraina rappresenta non solo una vittoria militare, ma anche simbolica per Kiev. La difesa russa sta cercando di fermare l’avanzata bombardando le postazioni avversarie. Lo Stato Maggiore ucraino ritiene che l’esercito russo stia preparando un attacco massiccio sulla città di Izyum, nella regione di Kharkiv.
Secondo fonti ucraine, anche le regioni di Kherson, Luhansk e Donetsk stanno subendo pesanti bombardamenti. Il Cremlino punta a prendere Severodonetsk, nell’Oblast di Luhansk, nel sud del Paese dove ci sono state due vittime civili, come riportato da Serhiy Haidai, capo dell’amministrazione militare di Luhansk. numerose abitazioni ed una scuola sono state colpite.
Gli scontri più duri sarebbero nella regione di Donetsk sulla lunga linea del fronte.
Le cittadine di Zelenodolsk, Kryvyi Rih, Snihurivka e Mykolayiv, nella regione di Kherson, sono state bombardate dall’artiglieria russa.
Per il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, il Paese è pronto ad affrontare “la nuova offensiva russa nel Donbass”, fiducioso che il suo esercito riconquisterà i “territori occupati”.
Sembra volgersi ad una conclusione l’odissea dell’acciaieria Azovstal a Mariupol, dove soldati ucraini sono trincerati da più di 80 giorni. 264 militari sono usciti dall’impianto nel quadro dell’evacuazione concordata tra Kiev e Mosca. 53 dei quali, secondo il Comando ucraino, sono stati portati nell’ospedale di Novoazovsk perché feriti. Gli altri sono detenuti dai russi a Olenivka, nella regione di Donetsk controllata dai filorussi. La viceministra della Difesa, Hanna Malyar, ha riferito in un video che “verà effettuata la procedura di scambio per farli tornare a casa”. Dei 600 militari trincerati dentro l’acciaieria, circa la metà sarebbero ancora nascosti nei sotterranei.

L’allargamento della NATO
Dopo la decisione definitiva della Finlandia di entrare nella NATO, arriva quella della Svezia. “Il governo ha deciso di informare la Nato della volontà della Svezia di entrare a far parte dell’alleanza”, ha annunciato la premier svedese, Magdalena Andersson, al parlamento. "Un cambiamento storico nella linea della politica di sicurezza della Svezia" ha aggiunto. La decisione gode di un’ampia maggioranza favorevole sia nella popolazione che in parlamento. Il presidente francese Macron ha detto che “la Francia sarà a fianco di Svezia e Finlandia” nel caso di un'aggressione russa, in relazione all’articolo 42.7 del trattato sull’Unione Europea che riguarda la difesa reciproca fra Stati membri. Il presidente turco Erdogan continua invece ad opporsi alla decisione finlandese e svedese e “non cederà” sul no all’adesione, inutili quindi le visite in Turchia “per venire a persuaderci”. Per Putin “la possibile adesione di Finlandia e Svezia alla Nato non crea alcuna minaccia per Mosca”, anche se “l'espansione della Nato resta artificiale”. La “risposta” russa dipenderà dal “tipo di minaccia creata contro di noi” ha aggiunto. E su questo punto Stoccolma e Helsinki hanno fatto sapere di non volere né basi né missili nucleari della Nato sul proprio territorio.
Il presidente bielorusso alleato di Mosca, Aleksandr Lukashenko, ha affermato che la Nato “sta rafforzando la sua presenza militare nell’Europa orientale”, per questo “la Russia non dovrebbe combattere da sola contro l’espansione della Nato”. Mosca e Minsk devono “rafforzare i legami politici, economici, militari”, altrimenti “domani potremmo non esistere”, ha concluso Lukashenko al summit dell’Organizzazione del trattato di sicurezza collettiva (Csto), come riportato da Agenzia Nova.

Foto: it.depositphotos.com

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