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Oltre sei milioni di profughi, secondo le stime ONU

L’esercito russo avanza nel Donbass e non si arrestano gli attacchi nell’Ucraina meridionale e orientale. Dmitry Lunin, capo dell'amministrazione militare della regione di Poltava, ha reso noto che la raffineria di Kremenchug, nell’Ucraina centro-orientale, è stata colpita oggi da quattro missili russi, senza provocare feriti. Kremenchug che è il più grande impianto ucraino per la produzione di prodotti petroliferi, aveva subito già numerosi attacchi in precedenza.

Continuano senza sosta anche i bombardamenti russi su Severodonetsk, oblast di Luhansk. Oleksandr Stryuk, capo dell’amministrazione locale, ha riferito che i bombardamenti hanno impedito l’evacuazione di civili dalla città.

Le truppe russe aumentano la loro offensiva nell’oblast di Donetsk, in Donbass. Rubizhne Lyman e Severodonetsk sono le città da conquistare per l’avanzata strategica. Soprattutto a Kudryashivka, in direzione di  Severodonetsk, l’esercito di Mosca sta avendo i maggiori successi sul campo. Fondamentali per l’operazione del Cremlino sono gli oblast di Donetsk e Luhansk, cioè le due repubbliche separatiste riconosciute da Mosca e l’oblast di Kherson, confinante con la Crimea.

In Russia un allarme bomba si sarebbe verificato all’aeroporto Sheremetjevo vicino Mosca. Secondo Ria Novosti, anonimi avrebbero avvertito di una bomba su un aereo. Avvertimenti anonimi sono arrivati anche all’aeroporto Zhukovskij di Mosca. ma la chiamata si è rivelata un falso allarme.


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Sono ripresi gli attacchi aerei russi all’acciaieria Azovstal dopo l’evacuazione dei civili nei giorni scorsi. Denis Pushilin, il capo dell’autoproclamata repubblica di Donetsk, che combatte al fianco dell’esercito russo, ha negato la possibilità, come richiesto dai militari ucraini nell’acciaieria, di essere prelevati da addetti di un Paese terzo. “Siamo pronti a fare uno scambio con i russi per salvare i vivi e portare fuori i nostri morti da Azovstal. I civili sono già stati evacuati, ora restano i feriti”, ha affermato il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky, intervistato da Porta a Porta. “L’obiettivo principale dell’esercito russo è bloccare le uscite dai passaggi sotterranei” di Azovstal. Queste le parole di Petro Andryushchenko, il sindaco di Mariupol, su Telegram.

La guerra ha provocato, secondo le stime dell’ONU, più di sei milioni di profughi che hanno lasciato il Paese dall’inizio del conflitto, il 24 febbraio scorso. Polonia, Slovacchia, Ungheria e Romania sono i Paesi che ospitano più rifugiati, mentre gli sfollati rimasti in Ucraina sarebbero circa otto milioni, secondo l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni. Per il vice direttore esecutivo di Unicef, Omar Abdi, “solo nell'ultimo mese l'Onu ha verificato che quasi 100 bimbi sono stati uccisi, e riteniamo che le cifre effettive siano considerevolmente più alte”.

Dure le parole del vice presidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, per cui “riempire l'Ucraina di armi dei Paesi Nato, addestrare le sue truppe all'uso di equipaggiamenti occidentali, schierare mercenari e tenere esercitazioni ai confini aumenta la probabilità di un conflitto aperto e diretto tra Russia e Nato”, ma una “guerra nucleare totale” sarebbe “disastrosa per tutti”.

Foto © Imagoeconomica

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