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Dopo il Sarmat, i missili nucleari a Kaliningrad. Una volta nella NATO, Svezia e Finlandia “non saranno più al sicuro”

12 generali russi uccisi e la nave ammiraglia russa affondata. Le vittorie di Kiev, per il Nyt, sarebbero merito dell’intelligence statunitense che le fornisce informazioni sensibili. E se Washington ammette il passaggio di informazioni, smentisce però categoricamente la pianificazione degli attacchi. Intanto a Kaliningrad va in scena una simulazione di guerra con missili atomici. Un monito per i Paesi NATO del Baltico e per i due aspiranti membri, Svezia e Finlandia.

Gli USA forniscono informazioni militari sensibili a Kiev
Il New York Times ha rivelato che i servizi statunitensi hanno fornito all’esercito ucraino informazioni sulla posizione dei generali russi in Ucraina al fine di colpirli. Infatti sono saliti a 12 i generali russi uccisi da inizio conflitto, secondo lo Stato Maggiore ucraino. Le rivelazioni hanno irritato notevolmente Washington. La portavoce per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Adrienne Watson, ha affermato che gli USA “forniscono informazioni sul campo per aiutare gli ucraini a difendersi”, ma non al fine di “uccidere generali russi” ed “è da irresponsabili scrivere queste cose”, riferendosi al quotidiano. 

 Secca smentita anche dal Pentagono, “non forniamo informazioni sulla posizione di alti comandanti militari sul campo di battaglia” e “non decidiamo con Kiev gli obiettivi dell’esercito ucraino” ha detto il portavoce John Kirby. Ma i servizi americani non sono nuovi a queste strategie. Secondo la Cnn e lo stesso Nyt, gli USA avrebbero fornito a Kiev anche informazioni sulla posizione esatta dell’incrociatore russo Moskva (in foto), la nave ammiraglia della flotta russa affondata in circostanze misteriose il 14 aprile al largo di Odessa. Uno smacco per Mosca, che ritiene sia affondata a causa di un incendio improvviso, mentre Kiev afferma che la nave sia stata colpita da due missili ucraini.     

Il coinvolgimento di Stati Uniti e Gran Bretagna nel conflitto ucraino è assodato. Ne sono un esempio gli alti ufficiali rinchiusi nell’acciaieria Azovstal, per liberare i quali Victoria Nuland avrebbe voluto addirittura un intervento diretto della NATO, o gli ufficiali americani che, sul campo, reclutano mercenari e volontari stranieri, come scritto dal quotidiano francese Le Figaro, oltre alla presenza diretta delle forze speciali britanniche SAS e di quelle statunitensi DELTA. 

Le smentite delle istituzioni americane riguardo un coinvolgimento diretto negli attacchi contro obiettivi sensibili dell’esercito russo, mirano probabilmente a evitare un’escalation con Mosca. Anche se il presidente russo Vladimir Putin e il suo entourage militare sono consapevoli di essere, ufficiosamente, già in guerra con la NATO. Sabato 30 aprile, il generale Valery Gerasimov, capo di Stato maggiore russo e uomo vicino al Cremlino, durante una visita al fronte, nella città di Izium nell’Ucraina orientale, è scampato ad un attacco missilistico dell’esercito ucraino che ha provocato la morte di 200 soldati russi e un generale. Kiev potrebbe aver usato per il bombardamento le informazioni fornite dal Pentagono, che monitora costantemente lo spostamento di tutti gli ufficiali di Mosca in Ucraina. Risultano quindi rilevanti le parole del generale statunitense Mark Milley, pronunciate al Senato americano, secondo sui il Pentagono ha “aperto i rubinetti”, fornendo “informazioni significative a Kiev”.

L’acciaieria Azovstal a Mariupol e l’offensiva nel Donbass
Nell’Azovstal, rimangono ancora 200 civili e 2 mila militari ucraini. “Tutti i combattenti devono arrendersi” ha detto Putin che punta a prendere anche l’acciaieria, ultimo tassello di Mariupol, entro il 9 maggio, anniversario della vittoria contro la Germania nazista. Molti dei soldati nell’acciaieria fanno parte del reggimento neonazista Azov e temono ripercussioni da parte dell’esercito russo. Ci sarebbe poi anche la questione degli alti ufficiali di Paesi NATO trincerati all’interno, che se venissero catturati dai russi sarebbe un bel problema per i rispettivi Paesi giustificarne la presenza e l’attività sul suolo ucraino. Infine ci sono i civili per cui la Russia ha aperto i corridoi umanitari, ma che sembrerebbe vengano tenuti in ostaggio dagli stessi militari ucraini. Pratica, questa, di uso comune presso i militari neonazisti di Azov, i quali sia prima del conflitto che durante si sono macchiati di omicidi e violenze nei confronti di civili ucraini.

Il Segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha affermato che “è in corso una terza operazione” per l’aiuto e l’evacuazione dei civili dall’Azovstal e da Mariupol, e “spero che il continuo coordinamento con Mosca e Kiev porti a più pause umanitarie per consentire ai civili un passaggio sicuro dai combattimenti e gli aiuti per raggiungere coloro che hanno bisogno urgente” ha continuato. 

Intanto per il capo dell'amministrazione militare regionale di Lugansk, Sergij Gaidai, ci saranno “offensive russe più potenti nei prossimi 3 o 4 giorni. Faranno ogni sforzo per sfondare a Severodonetsk o Popasna”, per questo “ci stiamo preparando”. L’Esercito ucraino sta perdendo terreno nella regione di Lugansk e controlla ormai solo il 20% del territorio. 

Mentre avanza nel Donbass, Mosca non cede alle accuse di crimini di guerra e intende presentare venerdì al Consiglio di Sicurezza dell’ONU, “testimonianze oculari dei crimini” dell’esercito ucraino e “daremo la parola ai giornalisti occidentali che lavorano sul posto e hanno tali informazioni”. Queste le parole del vice rappresentante della Federazione Russa presso le Nazioni Unite, Dmitry Polyansky.

Si scalda il Mar Baltico
A Kaliningrad, il piccolo territorio russo situato tra Polonia e Paesi Baltici, si è svolta la simulazione del lancio di missili atomici in risposta ad un eventuale attacco. Lo ha affermato il ministero della Difesa di Mosca. L’esercitazione nucleare avviene nel quadro dello stato d’allerta imposto da Putin con l’inizio della guerra. I sistemi dei missili atomici sono ormai costantemente in allerta e possono essere attivati, oltre che da Putin in persona, dal ministro della Difesa, Sergey Shoigu, e dal Capo di Stato maggiore, Gerasimov.

L’esercitazione avviene dopo il test del missile intercontinentale Sarmat, l’arma più pericolosa in una eventuale guerra contro la NATO, siccome è invisibile ai radar e può colpire obiettivi a 18 mila km di distanza. Le capitali europee potrebbero essere quindi annientate in pochi secondi, come descritto dalla tv russa qualche giorno fa. Gli Stati Uniti, intanto, osservano ma non commentano.

L’esercitazione a Kaliningrad arriva proprio ora che la Svezia e la Finlandia hanno espresso la loro volontà di aderire alla NATO. La richiesta di adesione partirebbe da giugno e l’inclusione nell’Alleanza sarebbe effettiva una volta ratificata da tutti e 30 gli attuali Stati membri. Durante il periodo di attesa, i due Paesi, che sulla carta dovrebbero ancora autodifendersi, potranno invece contare sull’aiuto degli USA, infatti “siamo pronti a fornire assistenza per la sicurezza di Svezia e Finlandia” ha detto Kirby, il portavoce del Pentagono. Washington allunga così il suo manto protettivo sui due nuovi alleati al fine di evitare ritorsioni da parte di Mosca. La Russia aveva già minacciato velatamente i Paesi scandinavi che “non saranno più al sicuro” entrando nella NATO.

La mobilitazione generale delle truppe NATO verso i Paesi dell’Europa orientale mette in allarme anche la Bielorussia. Il vicecapo di stato maggiore bielorusso, Ruslan Kosygin, ha reso noto che “truppe della Nato sono schierate vicino ai confini con la Russia e il nostro Paese” e i “gruppi d’assalto” occidentali potrebbero attaccare la Bielorussia in poco tempo. Con questa mossa “gli Stati Uniti e i loro alleati hanno massimizzato le misure antirusse e antibielorusse”, ha concluso. 

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