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Per l’ambasciatore russo in Vaticano "Bergoglio è un gradito e desiderato interlocutore"

"In qualsiasi situazione internazionale, il dialogo con il Papa è importante per Mosca. E il Pontefice è sempre un gradito e desiderato interlocutore". A dirlo è l’ambasciatore russo in Vaticano, Aleksandr Avdeev, che al cronista Sergey Startsev dell’agenzia di stampa Ria Novosti ha commentato quanto ha detto Papa Francesco al direttore del Corriere della Sera Luciano Fontana circa la sua volontà di "andare a Mosca per incontrare Putin".

Una risposta a caldo, quella dell'ambasciatore, connotata da un'importante vena diplomatica. Nessun "niet" né un silenzio assordante da parte di Mosca, dunque, a differenza di quanto pronosticato da molti. Come ha ben sottolineato il giornalista del Corriere della Sera Fabrizio Caccia, "sembra piuttosto una base da cui partire".

Scettico, invece, è l’ambasciatore ucraino presso la Santa Sede, Andrii Yurash che al contrario ha detto: "Un messaggio significativo quello del Santo Padre. Peccato però che Putin sia sordo non solo alla nobile richiesta di Bergoglio ma anche alla voce della sua stessa coscienza. Coscienza? Ho citato qualcosa che non esiste...".

Per il pontefice fermare questa guerra resta il primo obiettivo da raggiungere. Da qui la volontà di andare a Mosca per incontrare il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin e convincerlo di porre fine all’invasione in Ucraina. Una scelta elogiata da alcuni e criticata da altri, ma al netto delle idee quella adottata da Bergoglio è una politica diplomatica con cui dimostra le sue abilità da capo di Stato, ragionando lucidamente, saggiamente e prudentemente. Non scoprendo mai il fianco a slogan o pregiudizi; bensì aprendo - lui sì - un fronte della pace mai concretizzatosi finora e rendendosi un reale interlocutore di pace senza doppi interessi.

Foto originale © Imagoeconomica

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