Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

Roberto Scarpinato: "Sortirà l’effetto di disincentivare la collaborazione di chi ha già riportato una condanna definitiva all’ergastolo"

"Poiché il destino vuole che la riforma dell’ergastolo ostativo venga approvata in prossimità del trentennale di Capaci e via D’Amelio, va ricordato che tra i suoi potenziali beneficiari vi sono una quindicina di esponenti di rango delle mafie che sono a conoscenza di fatti e informazioni in grado di far luce su tanti grandi buchi neri delle indagini sulle bombe del 1992-’93". Chi sono alcuni di questi personaggi? Coloro che potrebbero spiegare il perché Salvatore Riina aveva mutato il piano di uccidere Giovani Falcone a Roma, con un commando capitanato da Matteo Messina Denaro, per poi ucciderlo a Palermo con l'attentato a Capaci. Coloro che avevano convinto Riina e "gli altri uomini d’onore che Cosa Nostra aveva le spalle ben coperte". E poi ancora, coloro che potrebbero indicare chi era "il supervisore che partecipò ad alcuni sopralluoghi per la strage di Capaci la cui identità era nota solo a un ristretto numero di fedelissimi di Riina”.
Così l'ex procuratore generale di Palermo Roberto Scarpinato in un articolo pubblicato oggi su 'il Fatto Quotidiano' in cui ha spiegato, tre le altre cose, che la riforma dell’ergastolo ostativo, dopo 2 decisioni della Consulta, ha messo di fatto sullo stesso piano i pentiti come Gaspare Spatuzza e i mafiosi stragisti che non collaborano, i cosiddetti 'irriducibili'.
Spatuzza aveva "iniziato a collaborare nel 2008 - si legge - dopo l’ergastolo definitivo per le bombe del 1993 e l’omicidio Puglisi" rendendo poi "dichiarazioni di estrema rilevanza autoaccusandosi di tanti altri omicidi e della partecipazione alle stragi di Capaci e via D’Amelio". Le sue parole hanno consentito di condannare altri responsabili della strage, di scagionare sette innocenti condannati all'ergastolo e di "catturare altri pericolosi mafiosi, impedendo che continuassero a mafiare, uccidere e praticare violenza contro tante vittime".
Non vi è dubbio quindi che la collaborazione di Spatuzza ha portato dei benefici a tutta la società.
Con la riforma, tali benefici sarà molto più difficile ottenerli poiché "il trattamento di collaboratori come Spatuzza sarà sostanzialmente parificato a quello riservato agli 'irriducibili' - ha spiegato Scarpinato - cioè ai condannati all’ergastolo per delitti di mafia che, pur avendo informazioni preziose per ottenere risultati analoghi a quelli propiziati da Spatuzza, si sono sempre rifiutati di collaborare". Infatti entrambi potranno "usufruire della liberazione condizionale dopo 26 anni di carcere, che in realtà si riducono a 19 anni e 6 mesi".
Conseguenze? “Sortirà l’effetto di disincentivare la collaborazione di tutti coloro che hanno già riportato una condanna definitiva all’ergastolo". "Perché", domanda il magistrato, "accollarsi tutti i pesanti prezzi conseguenti alla collaborazione - l’autoaccusa di ulteriori delitti con conseguenti nuove condanne, l’esposizione al rischio di rappresaglie, l’obbligo di dichiarare tutto il patrimonio illecito accumulato, inclusi i cespiti occultati e sfuggiti alla confisca - quando lo Stato dal maggio ’22 farà uscire dal carcere tutti gli attuali ergastolani a costo zero, solo a condizione di una definitiva e certa deposizione delle armi?".
Sempre su 'il Fatto' Scarpinato ha spiegato che un condannato può "cessare di essere socialmente pericoloso, nonostante non sia per nulla cambiato nel tempo della sua carcerazione", tuttavia, ha aggiunto, nel caso del mafioso "l’esperienza sul campo attesta infatti che solo la collaborazione determina la sicura rescissione del legame tra condannato e associazione mafiosa". Purtroppo tale "assetto normativo è stato dissestato da due decisioni della Corte costituzionale", sostituito poi con un nuovo testo approvato prima in Commissione Giustizia e poi alla Camera, in cui si prevede che "l’accesso dei non collaboranti alle misure alternative sia subordinato a prove che escludano attuali collegamenti con la criminalità organizzata e terroristica, nonché il pericolo di ripristino di tali legami". Tale testo è totalmente inadeguato e di fatto sbarra la strada alla ricerca della verità sulle stragi che hanno insanguinato il nostro Paese.

Fonte: ilfattoquotidiano.it

Foto © Paolo Bassani

ARTICOLI CORRELATI

Ergastolo ostativo, approvata la legge ''inganno'' per i mafiosi
di Giorgio Bongiovanni

La Corte costituzionale, ''anticostituzionale''
di Giorgio Bongiovanni

I boss esultano. La Consulta decreta l'incostituzionalità dell'ergastolo

Ministra Cartabia, la cella ai mafiosi la apra lei!
di Saverio Lodato

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos