Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

Un'intervista con risposte di parte. Totalmente di parte. Del resto cosa poteva dire il professor Aleksandr Dugin, considerato da molti come l'ideologo di Vladimir Putin, se non difendere la "visione politica" e la "metodologia" del Presidente russo?
Ascoltare è un nostro dovere, anche se dovesse trattarsi di un parere in alcuni aspetti contrario a ciò che pensiamo.
In questi due mesi abbiamo sentito e visto una rappresentazione unilaterale della realtà in tutto il grande mainstream.
Ad eccezione di qualche giornalista, come Marco Travaglio (per citarne uno) o di qualche intellettuale come il professor Alessandro Orsini, sono state poche le voci "fuori dal coro".
Per tal motivo questa intervista diventa un modo per cercare di capire e comprendere un punto di vista che ci appare lontano. E noi lo vogliamo offrire ai nostri lettori affinché ognuno possa trarre le proprie conclusioni. E formare il proprio pensiero libero.
Noi, lo diciamo, possiamo anche non condividere ciò che Dugin ha detto alla collega Margherita Furlan.
Ma ascoltare determinate considerazioni storiche, filosofiche sulla civiltà, sulla storia dell'Ucraina e della Russia è fondamentale.
Perché così si comprende come l'occidente, prepotentemente, abbia utilizzato e strumentalizzato la debole Russia, quando come Presidente c'era Boris Eltsin. Ed oggi, sempre l'occidente, si trova a doversi confrontare, senza appelli, con la Russia forte di Vladimir Putin.
Per questo diventa importante ascoltare il racconto della storia o l'espressione politica e filosofica di Dugin.
Lo ripetiamo ancora una volta, qualora non dovesse essere chiaro. Siamo di fronte ad un'intervista "di parte" nella misura in cui possono apparire assenti alcuni interrogativi: in Russia c'è oggi una democrazia o una dittatura? Vengono arrestati e perseguitati quei cittadini che protestano contro la guerra o esprimono un parere contrario alla linea di Governo? Parlando di democrazia c'è un'opposizione che contrasta Putin?
Non possiamo sapere cosa avrebbe risposto Dugin. Forse non avrebbe risposto affatto. Sappiamo però che la continua propaganda goebbelsiana che l'occidente sta perpetrando nei propri organi di informazione, in particolare l'Italia, ci costringe anche ad ascoltare pareri nettamente opposti alla nostra visione.
Certamente possiamo dire che Dugin è stato assolutamente vero e reale quando ha parlato delle analisi del giornalista italiano Giulietto Chiesa, deceduto due anni fa.
Una visione che manca totalmente nel panorama dell'informazione.
Dugin, dunque, va ascoltato e criticato in ciò che non si condivide. Ma ai nostri lettori non può essere nascosto il suo pensiero. Starà a loro trarre le proprie conclusioni.

ARTICOLI CORRELATI

La campagna di Goebbels con gli spaghetti e il mandolino
di Giorgio Bongiovanni

Boris Johnson, un altro aspirante criminale di guerra. E non se ne sentiva il bisogno
di Saverio Lodato

Guerra in Ucraina: i Pink Floyd e l'ultimo capolavoro senza Roger Waters
di Giorgio Bongiovanni

L'Italia è in guerra
di Giorgio Bongiovanni

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos