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Il famoso linguista statunitense a confronto con lo scienziato politico Fletcher

“Quando Biden dice che Putin è un criminale di guerra e verrà processato, lo mette al muro: l’unica strada è il suicidio o l’escalation, anche nucleare”.

Questa è l’amara conclusione dell’attivista politico Noam Chomsky, in un botta e risposta con l’attivista e scienziato Bill Fletcher, trasmessa su Real News Network, e riportata da Il Fatto Quotidiano, in cui si sono prese in disamina le cause geopolitiche della guerra in Ucraina e le reciproche responsabilità da parte russa e da parte occidentale.

Il dibattito ha avuto inizio su tre significativi assunti condivisi: la Nato non è un’alleanza difensiva; alla dissoluzione del Patto di Varsavia sarebbe dovuta seguire la dissoluzione della Nato; l’espansione della Nato, in particolare durante le presidenze di Clinton e Bush jr, è stata un errore e una provocazione.

Secondo Chomsky, posto che “l’invasione in sé è un atto criminale di aggressione, un crimine internazionale di suprema gravità”, c’è un principio di destabilizzazione del continente europeo che risale ai primi anni '90, “quando l’Urss collassa e il presidente Usa George Bush senior raggiunge un accordo con il presidente dell’Urss Michail Gorbaciov, un accordo ben definito. Gorbaciov acconsente all’unificazione delle due Germanie e all’ingresso del nuovo Stato nella Nato, che considerato il contesto è una concessione notevolissima, a una condizione che viene ufficializzata: che la Nato non si espanda a est nemmeno di un centimetro”.

Condizione che a partire dal 1994 non verrà rispettata e l’alleanza atlantica avrebbe iniziato ad inglobare gli ex paesi del patto di Varsavia: Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria, Lettonia, Lituania, Bulgaria, Romania, Slovacchia, Slovenia, Croazia e Albania, Montenegro ecc.. Spingendosi fino ai confini della Russia.

Se a questo aggiungiamo il disimpegno degli Stati Uniti dal trattato Abm (sul divieto al dispiegamento di sistemi di difesa missilistica tra Usa e Urss) nel 2001, che ha aperto la strada alla costruzione dei due sistemi Aegis Ashore in Polonia e la proposta di ingresso dell’Ucraina nella Nato, avviata a partire dal summit Nato a Bucarest nel 2008, il quadro di evidente rottura di equilibrio strategico tra le due superpotenze si fa completo.

Chomsky ha menzionato in seguito la rivoluzione arancione di Maidan del 2014, come “istigata dagli Usa” e che ha avuto come conseguenza l’invio da parte degli Stati Uniti di armi e addestramento. A partire da quell’anno Washington avrebbe trasferito a Kiev oltre 4 miliardi di dollari in armamenti, 1,7 miliardi, solo dall’inizio dell’invasione russa del 24 febbraio. Ha riportato poi un indizio molto rilevante che definisce le premesse dell’attuale conflitto, ovvero un “documento ufficiale firmato da Biden nel settembre 2021, ignorato dai media ma non dall’intelligence russa, in cui si finalizza lo Strategic Defence Framework con l’Ucraina; si parla di forniture militari e dell’Ucraina come Enhanced Opportunities Partner della Nato, cioè apre le porte all’ingresso di Kiev nell’Alleanza.”

Chomsky ha poi citato i punti cardine delle proposte russe sulla sicurezza per garantire la pace in Europa, le cui trattative in forma scritta si sono tenute a dicembre dello scorso anno, ma che nei colloqui del 10-12 gennaio, hanno visto un totale diniego da parte statunitense:

“Le richieste russe ufficiali del ministro degli Esteri Lavrov sono sempre state, oltre all’indipendenza del Donbass, la neutralità e la demilitarizzazione, cioè la rimozione delle armi che minacciano la sicurezza russa. Uno status simile a quello del Messico rispetto agli Stati Uniti, che di fatto non può aderire ad accordi militari con la Cina. La proposta Lavrov poteva funzionare? Non lo sapremo mai, perché non è stata presa in considerazione”.

Secondo Fletcher le richieste russe sarebbero irrilevanti, poiché nel 1994 con il memorandum di Budapest, l’Ucraina aveva rinunciato al suo arsenale nucleare in cambio della promessa russa di non aggressione; dimenticando tuttavia di citare il fatto che il 19 febbraio, 5 giorni prima dell’attacco il presidente ucraino Volodymyr Zelensky aveva annunciato di voler riconvocare i partecipanti al Memorandum per ridiscutere sullo status non nucleare del paese.

Secondo Fletcher la Russia vuole rendere illegittimamente l’Ucraino uno stato satellite, ma per Chomsky nelle richieste russe c’è la condizione sine qua non per garantire la pace tra due superpotenze: cita il caso del Messico, dell’Austria o la Finlandia. Neutrali, con l’obbligo di non aderire a una organizzazione militare ostile.

In conclusione posto che “In Ucraina, la Russia sta commettendo crimini da tribunale di Norimberga... gli Stati Uniti violano trattati internazionali con l’abuso della forza”.

Secondo Chomsky gli Stati Uniti “hanno scelto di combattere fino all’ultimo ucraino”, ovvero di “abbandonare ogni speranza di un accordo” e “tutto questo si poteva provare a evitare e si potrebbe ancora”.

Foto © Cancillería del Ecuador/Flickr

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