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Passa la risoluzione all’Assemblea Generale e la Cina vota contro

USA, Europa e Ucraina brindano per la vittoria della risoluzione ONU. Per Kiev l’espulsione della Russia è stata una “decisione moralmente giusta”. Per la Cina, che ha votato contro, meglio non “politicizzazione i diritti umani”. La Russia, diretta interessata, è “dispiaciuta” per la decisione. Intanto la comunità internazionale si divide.
Oggi all’ONU è stata approvata la risoluzione dell’Assemblea Generale per la sospensione della Federazione Russa dal Consiglio per i diritti umani a Ginevra. 93 nazioni hanno votato a favore su 175 votanti. Erano necessari due terzi dei voti per raggiungere l’approvazione della proposta, esclusi i 58 astenuti. 24 sono stati i voti contrari. I membri delle Nazioni Unite sono 193 ma alcuni Paesi come il Venezuela hanno perso il diritto di voto. La risoluzione, avanzata dagli Stati Uniti e anche dall’Italia, esprime “preoccupazione per la crisi umanitaria in Ucraina, in particolare per le notizie di violazioni e abusi del diritto internazionale umanitario”  e richiede l’esclusione della Russia dall’Organo ONU preposto per la tutela dei diritti umani nel mondo. La risoluzione è stata votata all’indomani della strage di Bucha, su cui un'indagine internazionale è ancora da svolgersi, anche se l’Occidente ritiene la Russia responsabile a priori. Italia e Stati Uniti hanno votato a favore come pure gli storici alleati statunitensi: tutti i Paesi europei, il Canada, l’Australia, la Nuova Zelanda, Israele e il Giappone. Ovviamente l’Ucraina e sorprendentemente pure la Serbia, storico alleato di Mosca. Oltre alla Turchia, anche molti Paesi dell’Africa e del Sud America si sono schierati a favore.
Questa sarebbe già la terza risoluzione approvata contro la Federazione Russa a causa della guerra in Ucraina iniziata il 24 febbraio. Prima di Mosca, solo alla Libia di Muammar Gheddafi era toccato nel 2011 lo stesso destino in seno all’ONU.
Il Presidente ucraino Volodimir Zelensky aveva richiesto nei giorni scorsi un’azione decisa delle Nazioni Uniti per fermare la guerra. “Meglio sciogliere le Nazioni Unite”, se si arriva ad un nulla di fatto, aveva detto Zelensky. Kiev ritiene la votazione di oggi cruciale e il voto a favore della risoluzione è stato una “decisione moralmente giusta”.
“Con l'espulsione della Russia dal Consiglio dell'Onu per i diritti umani – ha detto oggi il Segretario di Stato americano, Antony Blinkenè stato corretto un torto”. Non può far parte del Consiglio “un Paese che viola costantemente i diritti umani”.
La Cina e la Russia hanno votato contro la risoluzione e tra i contrari ci sono anche Bielorussia, Kazakistan, Iran, Siria, Mali, Cuba e Corea del Nord. Tutti ‘alleati’ di Mosca, manca però il Venezuela che ha perso il diritto di voto a causa del mancato pagamento dei costi ONU.
Si sono astenuti gli altri Paesi BRICS, cioè India, Brasile e Sud Africa. Hanno scelto l’astensione anche le petromonarchie (Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Qatar, Kuwait) assieme a Egitto, Indonesia, Iraq, Messico, Pakistan, Thailandia, Yemen.
Per l'ambasciatore cinese all'Onu, Zhang Jun, “il dialogo e il negoziato sono l'unica via per uscire dalla crisi in Ucraina. Ci opponiamo fermamente alla politicizzazione delle questioni relative ai diritti umani”. La pressione sulla Cina in relazione alla guerra in Ucraina si è fatta talmente elevata che si è dovuta schierare e considerando la nuova espansione della NATO in Asia e le alleanze per commerci e risorse energetiche era automatico che abbandonasse la sua neutralità in favore dell’alleato russo. Sicuramente il voto contrario della Cina rispecchia anche la volontà di incentivare delle indagini internazionali super partes sui crimini di Bucha, prima di prendere decisioni drastiche in seno all’ONU come quella di oggi appunto. “Questa risoluzione – ha continuato Zhang – aggrava le divisioni tra gli Stati membri, aggiunge benzina al fuoco, e non aiuta i colloqui di pace”.
Il governo russo ha detto di essere “dispiaciuto” per la sospensione e secondo il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, “la Russia continuerà a difendersi con tutti i mezzi legali”. Mentre il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, considera la sospensione “illegale”.
Subito dopo l’invasione dell’Ucraina, la Russia era già stata sospesa dal Consiglio d’Europa il 25 febbraio, per poi esserne addirittura espulsa il 16 marzo scorso. La proposta di sospensione, in quel caso, era arrivata da Ucraina e Polonia.
La sospensione della Russia da un organo importante delle Nazioni Unite è sicuramente un monito a Putin per farlo desistere dal proseguire la guerra, ma è anche un'ulteriore azione per troncare le possibilità di dialogo tra le parti. Quello che è successo oggi, non sancisce l’isolamento della Russia, bensì la netta divisione in schieramenti della comunità internazionale.

Foto © Imagoeconomica

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