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La simulazione shok diffusa dal Norwegian Nobel Institute sulle drammatiche conseguenze di un attacco nucleare

“Immaginate per un momento che accada l'inimmaginabile”. Si apre con queste parole il video diffuso dal Norwegian Nobel Institute in cui viene spiegato quello che succederebbe in seguito a un'esplosione atomica in un centro abitato. Lo scenario è apocalittico, ma in questi tempi di scambi di minacce di deterrenza nucleare tra Russia e Occidente, non è poi così distaccato da una possibile, quanto drammatica, realtà.

Per la simulazione gli esperti hanno ipotizzato lo sgancio di una bomba atomica da 800 kilotoni su una metropoli di 4 milioni di abitanti (come potrebbero essere Los Angeles o Berlino). Questo tipo di testata nucleare è largamente disponibile negli arsenali delle superpotenze mondiali ha una potenza 100 volte maggiore di quella esplosa dagli Stati Uniti su Hiroshima nel 1945. “Dopo l'esplosione - spiega il video - una palla di fuoco calda come il sole si espanderebbe con un raggio di 800 metri. Qualsiasi cosa in quest'area verrebbe vaporizzata. Entro un raggio di 2 km, tutti gli edifici verrebbero distrutti”.

Considerando la densità abitativa di una città di 4 milioni di abitanti, il Norwegian Nobel Institute stima che entro in un raggio di 2 km dall'esplosione morirebbero almeno 120mila persone.

Fuori da quest'area le stime sugli effetti di una bomba atomica si fanno più complicate. In un raggio di 11 km dall'esplosione, le radiazioni causerebbero sugli individui ustioni di terzo grado, mentre le onde d'urto provocherebbero il crollo di numerosi edifici. Nel complesso, si può stimare che nel raggio tra 2 e 11 km dal luogo in cui è caduta la bomba morirebbero almeno 500mila persone.

Poi ci sono gli effetti delle radiazioni. Tutto nell'area dell'esplosione sarebbe contaminato e il movimento delle particelle radioattive dipenderebbe dal vento e da molti altri fattori. Questo potrebbe causare nell'immediato fino a 100mila morti anche a oltre 11 km dell'esplosione. In pratica, un ecatombe.

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