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C’è addirittura chi guadagna sulla morte altrui. Si, esiste anche questo. La guerra in Ucraina che ha provocato milioni di profughi e migliaia di morti, sta arricchendo l’industria bellica occidentale con cifre record. Ma non è solo la guerra a far salire i guadagni bellici. A dare man forte a questo grottesco trend è il riarmo di vari Paesi europei. L’isteria e l’insicurezza dell’Europa dovuta alla guerra russo-ucraina stanno spingendo Paesi come Germania, Norvegia, Italia e Danimarca ad un consistente riarmo.
A brindare sono i grandi produttori di armi, dalle americane Northrop Grumman e Lockheed Martin con un guadagno di oltre il 30% fino alla tedesca Rheinmetall che ha raddoppiato gli introiti, come riportato da il Fatto Quotidiano. L’italiana Leonardo, la francese Thales e la tedesca Hensoldt hanno registrato un più 50%, mentre Bae Systems un più 30%.
L’azienda di contractor statunitense Raytheon Technologies Corporation non è stata da meno, producendo per la guerra ucraina i noti sistemi missilistici stinger e javelin, usati dall’esercito ucraino contro i mezzi militari russi. Ovviamente dietro multinazionali quotate in borsa vi sono grandi azionisti, solitamente aziende che investono in vari settori come quello, purtroppo sempre fiorente, della difesa.
Le più grandi società di investimento sono americane con la State street global advisory al primo posto, con un apprezzamento totale delle azioni di ben 3 miliardi di dollari in appena un mese. Tra i suoi investimenti si contano Lockheed Martin (14,5%), Raytheon Technologies (9,2%) e Northrop Grumann (9,5%). Segue la Vanguard con un partecipazione del 7,2% in Northrop Grumann, del 7,2% in Lockheed Martin, del 7,5% in Raytehon, del 2,8% in Rheinmetall, dell’ 1,3% in Thales, dell’1,9% in Leonardo e dello 0,7% in Hensoldt. Altro colosso finanziario che investe abbondantemente nell’indotto bellico è la Blackrock. La società diretta da Larry Fink investe in Northrop Grummann (4,1%), in Lockheed Martin (4,8%), in Raytheon (4,7%), in Leonardo (3%) e Bae Systems (0,2%). La Jp Morgan possiede invece il 2,9% di Northrop Grumann e l’1,5% di Raytheon. Non mancano all’appello organismi statali o banche centrali. Ricordiamo che, in Italia, il Ministero dell’Economia e della Finanza detiene addirittura il 30,20% delle quote della Leonardo, azienda leader nella produzione di armamenti nel nostro Paese guidata dall’Amministratore delegato Alessandro Profumo. Anche la banca centrale norvegese detiene quote della Leonardo, lo 0,6%, ma anche il 2,5% di Rheinteall, lo 0,6% di Hensoldt e l’1,2% di Thales.
Il settore della difesa sembra un boccone troppo succulento per non investirci, soprattutto ora che una guerra imperversa in Europa e il mondo occidentale sembra prepararsi ad un ‘battaglia finale’.
Chissà come questi signori useranno le loro ricchezze in valuta digitale e cartacea, una volta che l’umanità si sarà massacrata con le loro armi.

Foto: it.depositphotos.com

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