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Nicola Gratteri procuratore della Repubblica di Catanzaro, Giovanni Melillo (che è stato capo di gabinetto del ministro Andrea Orlando), Giovanni Russo, attuale procuratore aggiunto della Dna. Sono questi i tre nomi di spicco in lista per il posto di vertice della Direzione Nazione Antimafia e antiterrorismo (ideata da Giovanni Falcone e varata pochi mesi dopo la sua morte  e le grandi stragi mafiose dell’estate del 1992) lasciato vacante dal 18 febbraio scorso da Federico Cafiero de Raho, andato in pensione per il raggiungimento dei limiti di età. Oltre ai primi tre sono presenti anche altri tre procuratori: quello di Catania Carmelo Zuccaro, di Messina, Maurizio De Lucia e di Lecce, Leone De Castris.
Sarà infatti il plenum del Csm che dovrà decidere prima di luglio la nomina del nuovo procuratore nazionale ma al momento lo scenario resta incerto. Russo potrebbe avere il voto di un laico di Forza Italia e MI (Magistratura indipendente); il procuratore di Napoli potrebbe essere indicato dai voti di Area, mentre Gratteri (che non è iscritto ad alcuna corrente) potrebbe essere sostenuto dai voti di Autonomia&Indipendenza e di un laico 5Stelle. Ad ogni modo è inutile ipotizzare pronostici dato lo spessore dei tre candidati. La struttura della Dna dal 2015 ha ampliato le sue funzioni all’antiterrorismo ed è composta di 20 magistrati e per legge dovrebbe avere tre funzioni: coordinare le direzioni distrettuali delle procure (le Dia), impartire direttive e impulso alle loro indagini e avocare su di sé quelle che le procure eventualmente non riescano a svolgere adeguatamente.
Negli ultimi anni la Dna, come riconosciuto anche dall’ex primo presidente della Cassazione Giovanni Conzionon è mai stato esercitato il potere di avocazione, e raramente quello di impartire direttive alle procure distrettuali”. Pare essere venuto meno anche il potere di impulso che dà alla Dna la possibilità di svolgere “colloqui investigativi” con i detenuti, nonché svolgere conversazioni informali e utili alle indagini ma prive di immediato valore processuale. Anche di questo si parlerà sicuramente in plenum quando sarà chiamato a votare.

Foto © Imagoeconomica

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