Ieri il Senato ha iniziato ad aprire i suoi cassetti divulgando ben 130mila pagine classificate acquisite nel corso degli anni dalla Commissione parlamentare d'inchiesta su terrorismo e stragi: da Moro a piazza Fontana, da Gladio alla strage di Bologna, da Ustica a Peteano. I documenti saranno via via resi disponibili dopo il pressing su Palazzo Chigi del senatore Gianni Marilotti che presiede la commissione Biblioteca di Palazzo Madama e l’assist dell’ex magistrato e senatore Felice Casson che aveva chiesto di acquisire tutta la documentazione conservata al Senato e ancora “classificata” nonostante le direttive siano state firmate da tre presidenti del Consiglio - Romano Prodi (2008), Matteo Renzi (2014) e, da ultimo, Mario Draghi (2021) nell'agosto scorso - per dare impulso all'imponente opera di desecretazione degli atti su alcune delle pagine più nere della Repubblica.
Il senatore Gianni Marilotti (Pd) ha lamentato la lentezza della procedura tanto che il Copasir ha da poco avviato un'indagine conoscitiva sul tema anche per suggerire eventuali miglioramenti della disciplina.
Per aprire gli archivi del Senato è stata utilizzata una 'chiave' particolare. "Abbiamo fatto passare il messaggio - ha detto Marilotti all’Ansa - che anche gli atti classificati sono beni culturali e dunque vale la regola, che il Governo ha accettato, dei 50 anni per la loro divulgazione. Passati i 50 anni le carte classificate possono essere 'coperte' solo dal segreto di Stato, il resto lo renderemo fruibile. Noi abbiamo iniziato col materiale acquisito dalla commissione parlamentare stragi presieduta dai senatori Giovanni Pellegrino e Libero Gualtieri e la Camera potrebbe fare un percorso analogo per le commissioni presiedute da deputati". Tra gli ostacoli frapposti alla desecretazione il senatore ha citato anche un regolamento dell'intelligence, ovviamente anch'esso secretato. "Io - ha affermato sempre all’Ansa - ho suggerito al Copasir di fare richiesta di accesso al documento, perché nessun regolamento può prevalere sulla legge". Ci sono poi le carte che originano dai Governi di altri Paesi o dalla Nato, per le quali è bene non nutrire molte speranze. "Non rispondono neanche alle richieste", spiega l'ex magistrato e senatore Felice Casson, che si è spesso scontrato con il muro dei documenti 'top secret'. “Io - ha spiegato Casson - ho sempre avuto un'idiosincrasia verso tutto ciò che è segreto. Quando facevo il magistrato era uno scontro quotidiano ed anche se l'intelligence è cambiata in positivo dopo la riforma del 2007, le pastoie burocratiche avevano continuato a bloccare le ricerche dei magistrati. Informare i cittadini su quello che è successo - ha aggiunto - è fondamentale per la democrazia. Non si troverà una risposta alle stragi ma si ricostruisce un puzzle che aiuterà a capire i fenomeni e ad arrivare alla verità”.
I primi materiali che saranno resi disponibili dall'Archivio di Palazzo Madama sono 338 documenti relativi al caso Moro ed una prima tranche dei circa 150 dei filoni Gladio e strage di Peteano per un totale di 1.900 pagine.
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