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"Sono state le azioni della Nato guidata dagli Stati Uniti che hanno gradualmente spinto fino al conflitto Russia-Ucraina". Non usa mezze parole il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Zhao Lijian, che ha criticato la politica del Presidente americano Joe Biden e le sanzioni imposte alla Russia affermando che "brandire il bastone delle sanzioni ad ogni passo non porterà mai pace e sicurezza, ma causerà serie difficoltà alle economie e ai mezzi di sussistenza dei paesi interessati".
Proprio nei giorni scorsi la Cina, tramite il presidente Xi Jinping, si era proposta  svolgere un ruolo nei negoziati, ma allo stesso tempo chiedendo all’Europa la “massima moderazione” sulla crisi.
Un modo per chiedere un freno ad eventuali nuove sanzioni.
L'intervento di Zhao Lijian è in risposta a recenti ricostruzioni del New York Times, relative alla conoscenza di Pechino dei piani russi contro l’Ucraina, in base a quanto appreso da funzionari Usa. “Ignorando le proprie responsabilità, gli Usa accusano invece la Cina della propria presa di posizione sulla vicenda e cercano margini di manovra nel tentativo di sopprimere la Cina e la Russia, per mantenere la propria egemonia", ha accusato ancora il portavoce del ministero.
Pechino, ha aggiunto Zhao nel briefing quotidiano, esorta gli Usa "a prendere sul serio la Cina per evitare di minare i suoi diritti o interessi nella gestione della situazione in Ucraina e i legami con la Russia". Recentemente, il governo degli Stati Uniti "ha diffuso una dopo l'altra false informazioni contro la Cina sulla questione Ucraina, cercando di spostare i conflitti, provocare il confronto e sfruttare le opportunità", in quello che "può essere descritto come un mezzo spregevole pieno di intenzioni sinistre", ha osservato il portavoce. "Più il governo degli Stati Uniti fa di tutto per diffondere voci e calunnie e per esagerare il clamore, più la comunità internazionale vedrà chiaramente i numerosi deficit nel suo conto di crediti" verso il mondo, ha concluso Zhao.




Il Segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg


Biden ha annunciato da tempo il blocco all’import di petrolio e gas russo e lo ha fatto proprio nel giorno in cui Xi Jinping ha chiesto ai leader Ue di moderare le sanzioni. La Cina “si oppone con forza alle sanzioni unilaterali che non hanno fondamento nel diritto internazionale”, ha ribadito il portavoce Zhao Lijian. “Provocherà solo serie difficoltà all’economia e alle persone, e aggraverà divisioni e confronto”, ha aggiunto Zhao nel briefing quotidiano, ricordando che “Cina e Russia hanno sempre mantenuto buone relazioni di cooperazione energetica e continueranno a farlo anche su giacimenti di petrolio e gas, nel rispetto reciproco”.
La risposta di Washington non si sarebbe fatta attendere.
Il New York Times, infatti, ha riportato le dichiarazioni del segretario al Commercio, Gina Raimondo, la quale ha spiegato come le società cinesi che aiutano la Russia potrebbero subire pesanti ripercussioni da parte degli Usa che prenderebbero azioni "devastanti".
Nel frattempo dall'Ucraina giungono ulteriori aggiornamenti sul fronte dei combattimenti con continui scambi di accuse.
Secondo quanto affermato dal viceministro della Difesa russo, Nikolaj Pankov, i nazionalisti ucraini avrebbero commesso una provocazione estremamente pericolosa attaccando le strutture della rete elettrica che forniscono energia alla centrale nucleare di Chernobyl.
Inoltre ha aggiunto che gli specialisti russi hanno adottato misure tempestive per passare a generatori diesel di riserva. "Al momento, la parte ucraina sta evitando di organizzare qualsiasi lavoro di riparazione e ripristino in ogni modo possibile", ha dichiarato Pankov, sottolineando che ciò conferma ancora una volta la natura "assolutamente intenzionale e provocatoria delle azioni dei nazionalisti".
Nel frattempo l'Agenzia nucleare ha tranquillizzato tutti dopo l'allarme lanciato dal governo di Kiev.
Per quanto riguarda la zona della Repubblica popolare di Donetsk (DPR) dalla stessa viene evidenziato  che vi sono stati quasi 30 attacchi nelle ultime 24 ore, con un bilancio di 7 feriti, mentre almeno 10 persone sarebbero morte nel Donbass a Severodonestk. E da parte ucraina si denunciano nuove vittime e aggressioni. Inoltre sarebbe salito a 3 il numero dei bambini rimasti uccisi nell'attacco tra lunedì e martedì a Sumy, con un bilancio complessivo di 22 morti, spiega il governatore della regione, Dmytro Zhyvytskyy, su Telegram. Sirene antiaeree si sarebbero sentite a Kharkiv e Vinnytsia, come riporta il 'Kyiv Independent'. E circa 5.000 civili sono stati evacuati grazie al corridoio umanitario aperto a Sumy.

Foto © Imagoeconomica

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