Our Voice oggi in piazza con "Apocalypsis"
Anno 2022. 8 marzo. "Apocalypsis" è il nome della rappresentazione con cui oggi Our Voice manifesterà a Bologna (con partenza del corteo alle 17 da piazza XX settembre) assieme alle donne di "Non una di meno". Un evento che nasce sulle orme degli scioperi che hanno dato vita a questa giornata sin dal 1914 quando centinaia di donne si riunirono per la prima volta per creare movimenti pacifisti e per denunciare le atrocità della Prima guerra mondiale.
E così oggi si torna anche a manifestare contro la guerra, le armi e la violenza.
Attendendo di vedere la performance intanto è stato realizzato uno shooting fotografico dove viene evidenziato il senso di questa giornata che diventa di lotta e resistenza. 
Perché come evidenziato nel comunicato di accompagnamento: "Dall'inizio dell'anno sono già 6 le donne che sono state uccise. Sono 8 mila l’anno gli episodi accertati come aggressioni, minacce, violenze provenienti sia dall’interno sia dall’esterno del posto di lavoro e più della metà delle aggressioni è rivolto contro le donne.
In Italia e nel mondo le donne subiscono una strage silenziosa che uccide non solo attraverso i privilegi di genere, ma attraverso l’abbandono e la collusione di tutte le istituzioni". E poi ancora aggiungono: "Le nostre condizioni di vita e di lavoro peggiorano ogni giorno di più. L'Italia è l'ultima in Europa per il divario tra donne e uomini sul lavoro. Siamo sempre più precari3 e meno pagat3".
Quindi proseguono: "Non accetteremo più di essere relegat3 al lavoro di cura e a quello riproduttivo, che ci ha schiacciat3 all’interno di uno schema familiare tradizionale di matrice patriarcale e misogina. Più della metà delle donne è disoccupata e il reddito medio di chi ha un lavoro è circa il 59,5% di quello degli uomini. Siamo STANCH3 di uno STATO che non applica le leggi, che non ne formula di nuove, che non garantisce la nostra sicurezza e che pubblicizza ipocritamente il contrasto alla violenza, solo per ripulirsi la faccia e comprare voti e consensi elettorali". 
Infine la nota si conclude con un grido: "L’8 marzo è la rappresentazione di una ipocrisia istituzionale. Non vogliamo mimose, o un giorno di attenzioni sessiste. Pretendiamo rispetto, educazione di genere e sessuale, educazione all’interno delle istituzioni.
L’8 marzo non possiamo festeggiare, vogliamo ripoliticizzare la giornata tornando alle sue origini di lotta, attraverso lo sciopero transfemminista.
Rifiutiamo radicalmente le condizioni in cui oggi viene prodotta e riprodotta la vita. Siamo le donne e le soggettività che vivono quotidianamente la guerra".
Foto © Our Voice
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