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Il Cremlino aveva allertato che i servizi ucraini stavano preparando una contaminazione radioattiva

Ieri mattina il ministero della Difesa russo aveva lanciato l’allarme che i servizi segreti ucraini (Sbu) ed il battaglione Azov intenderebbero innescare una esplosione collocando esplosivi presso un reattore nucleare dell'Istituto di fisica e tecnologia di Kharkiv, per poi accusare l'Esercito russo di aver provocato una contaminazione radioattiva. La notizia, diffusa dal canale RT (sotto censura e limitazioni in Europa) è stata ignorata da buona parte della stampa occidentale. Il Cremlino ha osservato anche che diversi giornalisti stranieri sono arrivati ieri a Kharkiv per registrare "le conseguenze della provocazione", ed accusare la Russia di aver provocato una catastrofe ecologica. Detto fatto, la sera ci sono state alcune serie di esplosioni nel centro nucleare conosciuto come Neutron Source e dai media ucraini è stata diramata subito la notizia di un attacco russo all’istituto nucleare. A diffondere la notizia per prima è stata la principale agenzia di sicurezza ucraina che ha riferito che le forze russe hanno lanciato razzi sull'Istituto. La notizia è stata poi ripresa dal Washington Post che ha precisato di non poter confermare in modo indipendente la notizia, diffusa con un post su Telegram attraverso Ukraine Now, un canale governativo, secondo cui l'attacco "avrebbe potuto portare a una rilevante catastrofe ambientale". La struttura ha 37 elementi di combustibile nucleare scaricati nella sua zona attiva ma al momento sembrano non esserci danni gravi o pericoli di catastrofe ecologica.

L’ambasciatore russo e l’invio di armi a Kiev
Riguardo al tema dei nazionalisti che avrebbero, secondo Mosca, organizzato l’attentato a Kharkiv, l’ambasciatore russo a Roma Sergey Razov ha riferito in merito all’invio di armi a civili e nazionalisti da parte dell’Occidente. “E’ difficile prevedere in quali mani finiranno queste armi e contro chi potranno essere utilizzate. Come sapete, decine di migliaia di armi leggere sono già state distribuite alla popolazione civile, compresi elementi criminali ucraini rilasciati dal carcere, che potrebbero svolgere un ruolo in Ucraina e in altre zone di conflitto’’, ha affermato in un’intervista all’AdnKronos. L’ambasciatore Razov ha poi detto che ''pare'' però ''scioccante, in questo contesto, che la decisione di fornire armi letali all'Ucraina sia stata presa proprio nel momento in cui le delegazioni russa e ucraina erano sedute al tavolo del primo round di negoziati a Gomel. Di fatto quelle armi saranno usate per uccidere i militari russi, il che, sarete d'accordo, aggiunge ulteriori complicazioni alle relazioni tra stati''. L’ambasciatore ha poi affermato, oltre a ribadire che Mosca sia interessata a “garantire che i negoziati con Kiev siano efficaci”, che “la Russia respinge categoricamente le accuse di crimini di guerra''. Le parole di Sergey Razov, sono a commento dell'avvio di un'inchiesta preliminare da parte della Corte penale internazionale dell'Aja sui crimini di guerra che sarebbero stati commessi dalle forze russe in Ucraina. ''Per inciso, né la Russia né l'Ucraina sono membri del tribunale penale internazionale dell'Aja - ha premesso l'ambasciatore - Richiamo l'attenzione sul fatto che negli ultimi otto anni, durante i quali nel Donbass sono state uccise 14.000 persone, compresi i civili, nessuna delle 5.588 denunce presentate dalle organizzazioni per la difesa dei diritti umani alla Corte europea per i diritti umani è stata accolta. Il doppiopesismo e il pregiudizio sono evidenti’’, ha concluso.

Foto: it.depositphotos.com

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