Vauro: "La parola Pace riacquisti il proprio senso e il proprio valore"
E' un fiume di persone quello che oggi ha percorso le strade di Roma per dar vita al corteo pacifista organizzato dalla Rete Pace e Disarmo contro la guerra e l’invasione russa in Ucraina. Circa 50mila, secondo gli organizzatori, tutte unite al grido: "Cessate la guerra, Europe for peace".
Gli arcobaleni della bandiera della Pace vengono sollevati dai manifestanti e in questo momento in cui tanti si trovano a fuggire dalla guerra è sicuramente un bel segnale vedere tanti giovani, famiglie e bambini.
Mentre risuona la musica di Jovanotti, Ligabue e Piero Pelù, con la canzone “il mio nome è mai più", un popolo intero alza cartelloni e striscioni: "Più facile mandare armi che proporsi mediatori di pace"; "No invio armi"; "La pace dipende anche da te"; "Fuori la guerra dalla storia".
Tra i presenti sicuramente riconoscibili Cecilia Strada, Vauro e Padre Alex Zanotelli.
E proprio Vauro abbiamo raggiunto assieme all'Associazione Our Voice, Movimento culturale internazionale e artistico giunto nella Capitale per far sentire la propria voce di dissenso contro la guerra.
"Sono qua per la pace - ha detto il vignettista - Qui in questa manifestazione questa parola sembra riacquisire il proprio senso e il proprio valore. Questa parola che è stata violentata dalle logiche di guerra. Ho visto manifestazioni per la pace 'dove si approvava e si richiedeva l'invio di armi' là dove di armi ce ne sono già troppe. Questo è indecente. C'è una militarizzazione completa o quasi dell'informazione anche in Italia. Siamo tutti arruolati in una illogicità che esclude la possibilità di una pace giusta e negoziata". Per una pace bisogna essere contro la Russia e contro la Nato? "Assolutamente. La Nato è l'unica alleanza militare mondiale. Dicono difensiva, ma da chi? Il patto di Varsavia non c'è più da anni. E' semplicemente uno strumento di arricchimento per l'industria per le armi".
Vauro ha anche lasciato un pensiero a Giulietto Chiesa, giornalista e compagno di tante battaglie: "Con la sua competenza e intelligenza aveva visto lungo. Certo che non era un profeta, ma un giornalista che faceva bene il suo lavoro. Analizzando le situazioni, traendone le conclusioni e le conseguenze e denunciandole. Solo per questo, post mortem è stato messo sulla lista dei filtrassi e questo la dice lunga sul livello dell'informazione italiana".
La manifestazione è proseguita per tutto il pomeriggio e Piazza San Giovanni ha anche osservato un minuto di silenzio per le vittime della guerre.
Tante le organizzazioni che hanno aderito all'evento tra cui spiccano Arci, Acli, Libera, Emergency, Legambiente, Cgil, Movimento Nonviolento, Un Ponte Per, Archivio Disarmo, Associazione Ong Italiane, Link 2007, Rete della Conoscenza, Anpi e Greenpeace.
Il corteo arriverà a Piazza San Giovanni con interventi delle realtà aderenti e testimonianze da varie zone di conflitto: dall’Ucraina, dalla Siria, dai Balcani, dall’Afghanistan e dalla Palestina.
L'intenzione, da parte di tutti, è quella di chiedere la fine immediata della guerra in Ucraina e dire no a tutte le guerre, con la prospettiva di costruire insieme un’Europa di pace, senza armi nucleari dall’Atlantico agli Urali.
“Bisogna fermare la guerra, chiedere l’intervento dell’Onu, che sia presente al tavolo delle trattative. La strada non è l’invio delle armi, ma il ricorso alla massima diplomazia“. Così si è espresso il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini. “Non possiamo accettare la guerra come strumento di relazione tra stati. Serve ogni sforzo per fermarla. È importante che il movimento sindacale e della pace sia in piazza”, ha sottolineato.
E poi ancora: “La guerra non si ferma con la guerra e inviando altre armi”, ha proseguito il segretario Cgil, che ha invitato a gran voce la Ue a rivedere i trattati di Dublino, “per una politica di accoglienza per tutti”.
Secondo Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, “sono 30 anni che passiamo da una capitale europea all’altra bombardata: Sarajevo ’92, Belgrado ’98, Kiev 2022. E’ ora che l’Europa diventi protagonista di pace, proponga pace, non cada nella tentazione di prendere le parti di una guerra o dell’altra”.
Foto © Imagoeconomica e Pietro Callegaris
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