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Il forzista parla di insulti e dossieraggio e paventa querele. Gabanelli: “Ranucci onesto, tentativo di colpire sua parte morale”

In Rai torna la polemica contro Sigfrido Ranucci. L’audit interno sulle accuse a Ranucci di mesi fa su presunte molestie in studio non ha fatto in tempo a concludersi con l’archiviazione delle stesse perché “non risultate” (le giornaliste chiamate in audit hanno negato molestie di sorta da parte del conduttore di Report), che martedì mattina sono spuntate nuove accuse in commissione di Vigilanza Rai contro il giornalista. A puntare il dito contro Ranucci è sempre il Forzista Andrea Ruggieri che insieme a Davide Faraone (IV), aveva sollevato il caso del dossier anonimo contro Ranucci a novembre. Il membro della commissione Ruggieri ha “tirato fuori dal cilindro” una serie di messaggi scambiati con il conduttore di Report proprio dopo che divenne nota la lettera. Conversazioni uscite solo martedì dopo che l’audit ha affossato l’impianto di accuse false contro il giornalista.

I messaggi contengono insulti diffamatori e minacce e allusioni sul possesso di dossier”, ha sostenuto Ruggieri chiedendo all’amministratore delegato Rai Carlo Fuortes di prendere provvedimenti e annunciando la presentazione dei messaggi in procura. L’ad ha definito le affermazioni “molto serie e gravi”, sottolineando che si tratta di “comunicazioni private” e che quanto denunciato dal deputato di Fi sarà materia di un nuovo audit. “Non c’è stata nessuna minaccia, anzi il contrario. Ho stigmatizzato il fatto che Ruggieri e Faraone avessero reso pubblici dei dossier anonimi e infamanti, come si è dimostrato nei fatti dopo l’audit. Pur sapendo che era falso, lo hanno usato a differenza di altri parlamentari che lo avevano gettato”, replica Ranucci. Ma cosa ha raccontato il deputato berlusconiano? Ruggieri ha ricordato la vicenda che risale allo scorso novembre, quando Faraone chiese spiegazioni all’ad Rai in Vigilanza in merito alla lettera anonima, arrivata a luglio dello scorso anno, nella quale si accusava Ranucci di condurre Report in maniera non professionale, facendo mobbing nei confronti degli altri giornalisti, mandando in onda servizi montati ad arte e facendo molestie verso alcune colleghe.

La lettera è arrivata anche a me”, ha detto oggi Ruggieri, precisando di averla cestinata “perché considerata infondata”. “In Vigilanza ho fatto una considerazione neutra - ha spiegato - La mattina dopo Ranucci mi chiama al telefono e siccome non rispondo mi scrive alcuni messaggi, cosa già anomala perché un soggetto vigilato scrive a un vigilante senza neanche conoscerci”, la versione del deputato. “Arriva un primo sms allusivo e minatorio, in cui Ranucci accusa me e Faraone di aver avuto un comportamento vergognoso e parla di un intervento comico perché fatto da uno che ha come capo (Silvio Berlusconi, ndr) il top player del bullismo sessuale mondiale”. Il conduttore di Report ha detto essere affermazioni false rispondendo trattarsi: “Del secondo dossier falso riciclato da parlamentari e oggetto di interrogazioni. Mi chiedo se è normale che vengano usati dossier contro giornalisti, con l’unico scopo della loro sospensione o sostituzione”. E ancora: “Il mio messaggio a Ruggeri non è quello di un vicedirettore vigilato a un parlamentare vigilante. Sono stato sottoposto a decine di interrogazioni. Quello è un messaggio di un uomo a un altro uomo”.


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Il deputato forzista, Andrea Ruggieri 


Sempre secondo il racconto di Ruggieri, Ranucci avrebbe scritto di “avere dossier anonimi di politici che usano cocaina” e si sarebbe lanciato in altre accuse e insulti. “Non è vero che ho minacciato di usare dossier - ha aggiunto - Ho detto semplicemente che in redazione arrivano dossier su vizi e virtù dei politici, ma non li abbiamo mai utilizzati e li cestiniamo. È il contrario della minaccia. Non è vero che ho detto di avere a disposizione 78mila dossier. Sono 78mila le segnalazioni che arrivano in redazione su fatti generici, ma io questa informazione non l’ho mai data a Ruggieri. Quindi anche questa affermazione è falsa”. È “vero”, invece, ha confermato Ranucci, “che gli ho scritto che sono delle merde, ma solo dopo che mia figlia mi aveva chiesto cosa è successo dopo aver letto delle accuse di molestie”. In un’intervista a Ilfattoquotidianio.it Ranucci ha dichiarato: “Vedo che in tanti manifestano solidarietà a Ruggieri, ma nessuno spende una parola nei miei confronti (a eccezione del senatore Primo Di Nicola) nel giorno in cui l’ad Fuortes certifica che non esistono riscontri a quella lettera anonima”. Per Fuortes, quelle di Ruggieri “sono sicuramente affermazioni molto serie e gravi, io però non sono il giudice di un tribunale ma l’ad di un’azienda che nei confronti di un dipendente ha degli obblighi che sono appunto legati al rispetto delle leggi”. “Sono comunicazioni private - ha sottolineato Fuortes - tra due soggetti, un commissario e un vice direttore, ma non sono nell’esercizio delle funzioni di Ranucci. Questa cosa deve essere giudicata dall’autorità competente, non ho gli strumenti come datore di lavoro per agire”. L’amministratore delegato di viale Mazzini ha anticipato che dal suo punto di vista “credo che ci siano gli estremi per la querela”, ma ha aggiunto che questo “deve stabilirlo il giudice”.
Senza motivazioni fondate io non posso agire”, ha aggiunto concludendo che la denuncia di Ruggieri sarà “oggetto di altra audit, l’unico organo aziendale che può agire in questo caso, ma rimane il fatto che sono comunicazioni private tra due soggetti”. Ranucci ha quindi ricordato che si tratta del “secondo dossier falso riciclato da parlamentari e oggetto di dichiarazioni”. Il riferimento è alla presunta fonte pagata da Report. “Mi chiedo se è normale che vengano usati dossier contro giornalisti, con l’unico scopo della loro sospensione o sostituzione - ha concluso il giornalista - Mi chiedo anche chi è l’estensore del dossier, se ha avuto contatti con politici. Mi chiedo chi è che cerca di reclutare persone per far sostenere queste accuse. Sono domande che pongo, ma le risposte io le ho chiare”.

Sostegno per il conduttore
Nel frattempo, con il passare delle ore, altri, insieme al senatore Di Nicola, hanno espresso solidarietà a Ranucci. “Continua la guerra ad uno dei pochissimi giornalisti che non sono allineati al sistema”. Ha scritto su Facebook il presidente della Commissione Antimafia Nicola Morra. “Il vero giornalismo è quello non allineato, è quello non asservito”, ha sottolineato. Questa storia è stata “sollevata in modo strumentale da alcuni soggetti della Vigilanza Rai”, ha detto all’Adnkronos Milena Gabanelli, autrice ed ex conduttrice di Report per 20 anni, poi affidato nelle mani diligenti di Ranucci. Si tratta di una storia “che avrebbe fiaccato un toro, ma che alla fine si è dimostrata falsa”, ha aggiunto. “Questo è lo spartiacque, Ranucci è stato accusato di cose infami e l'audit ha dimostrato che non c'era nulla di vero nelle contestazioni che gli erano state mosse, se non calunnie. E proprio nel giorno in cui l'amministratore delegato della Rai doveva ufficializzare alla Commissione di Vigilanza l'esito di quell'audit favorevole a Ranucci, saltano fuori conversazioni di mesi prima". E ancora. “Non conosco a fondo il contesto di quei messaggi e non sono un giudice, ma il tema è che si è cercato di colpire nella parte morale, che è la cosa più brutta, una persona sotto scorta, e questa persona ha manifestato questo disagio con parole dure. Certo non sono parole che si devono usare, ma vediamo il contesto in cui è avvenuto tutto questo. Se le persone vengono lavorate ai fianchi possono sbottare. Non doveva mandare quei messaggi, anche considerato il suo ruolo, doveva controllare le proprie emozioni, tuttavia capisco la reazione umana". "Ranucci - ha raccontato la Gabanelli - è stato 10 anni nella mia stessa stanza. Si può cambiare nella vita ma sarebbe un cambio molto radicale. Io non ho dubbi sulla sua onestà morale e intellettuale - ha scandito la Gabanelli - Questa vicenda mi sembra un gran polverone su nulla. Il tema è che bisogna spuntare quella trasmissione".

Lo scoop-patacca del Riformista contro Ranucci
Sulla vicenda di Report, il quotidiano Il Riformista, da sempre avverso a Ranucci e alla sua trasmissione, è uscito con un fantomatico “scoop” in copertina, riguardante il conduttore del programma con tanto di titolo sensazionalistico: “Così lavora Ranucci: fatture false, latitanti, dossier di fango e 007 amici”. Nell’articolo che apre il giornale, l’autore Aldo Torchiaro dice di riportare documenti “esclusivi” provenienti da una “fonte autorevole” grazie ai quali Il Riformista - scrive roboante l’autore dell’articolo - “ha potuto ricostruire il metodo del fango usato dal conduttore di ‘Report’”.
In pratica si tratterebbe di un incontro tra alcuni giornalisti free lance e Ranucci in cui quest'ultimo "offriva soldi" a loro che “gli proponevano dei filmati per demolire la reputazione di un politico”, si legge in prima pagina. “Non solo offriva soldi, ma li offriva con un raggiro. Cioè proponeva a questi free lance di fargli avere per posta e in forma anonima i filmati che incastravano il politico e poi di vendergli invece, fatturandolo, un servizio privo
di interesse, anche immagini grezze, sulla Calabria”. “Voi mi date del materiale grezzo e io dico che è di interesse. Il materiale che scotta me lo spedisco io con una busta anonima. Tanto paga la Rai”, avrebbe detto Ranucci. Il giornalista, secondo Il Riformista, avrebbe anche fornito, tra le altre cose, rassicurazioni sui controlli del materiale video. "La Rai controlla, sì, ma voi come service fate cose anche legali, no? Bene, la Rai verifica che voi esistete e che il materiale c’è, poi io garantisco che ha un interesse giornalistico importante e vi faccio mettere in pagamento la fattura”. In realtà le parole contenute in questo audio erano state già bollate da un Tribunale come vecchie e false. Insomma, una patacca. Su Facebook Ranucci chiarisce e smentisce l’articolo di Aldo Torchiaro smontando le dichiarazioni in esso riportate. “Altra bufala de Il Riformsta che presenta come scoop una bufala già passata in giudicato”, si legge. “L’audio che mi riguarda era stato presentato dal sindaco Flavio Tosi ai magistrati con l'intento di fermare un'inchiesta su di lui. Tosi - ha spiegato - mi aveva fatto registrare da suoi uomini nel 2014. Era stato manipolato secondo una perizia e Tosi era stato condannato per diffamazione nei miei confronti a circa 2 anni. La stessa denuncia che prenderà Aldo Torchiaro e il suo direttore”, ha affermato. “La presunta fonte ben informata interna a Report non è informata”, scrive Ranucci. “Le fatture non le fa Report e ogni materiale è sottoposto a controllo. Questo il terzo dossier falso sul sottoscritto”, ha concluso.

Fonte: ilfattoquotidiano.it

Foto © Imagoeconomica

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