Questo mercoledì, l'ambasciatore Usa in Russia, John Sullivan, ha consegnato al ministero degli Esteri russo le risposte scritte alle proposte di garanzie di sicurezza formulate a metà dicembre da Mosca. Poco dopo, la posizione dell'Occidente sulla questione è stata riassunta dal Segretario di Stato americano Antony Blinken e dal Segretario generale della NATO Jens Stoltenberg. Nello specifico quest’ultimo ha dichiarato che l’Alleanza è pronta “ad ascoltare le preoccupazioni della Russia" sulla situazione in Ucraina per "impegnarsi in una vera conversazione” ma Mosca deve impegnarsi a “ritirare le sue forze da Ucraina, Georgia e Moldova".
Ad ora le autorità russe non hanno ancora risposto alle dichiarazioni di Washington. Tuttavia, questo mercoledì, prima di ricevere il documento, il ministro degli Esteri Sergey Lavrov ha indicato al parlamento russo che il ministero degli Esteri e altre agenzie statali russe stanno preparando una ulteriore proposta all’Occidente.
Da parte sua, Blinken ha espresso la speranza di discutere la risposta degli Stati Uniti con Lavrov "nei prossimi giorni".
Entrambi gli schieramenti, al di là dei proclami, non sembrano intenzionati a cedere. Da una parte l'Occidente accusa Mosca di voler invadere l’Ucraina, mentre il Cremlino denuncia la militarizzazione dell'Ucraina da parte dell'Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico e il rafforzamento della presenza militare dell'Alleanza nell'Europa orientale.
Il presidente Americano Joe Biden lo scorso 25 dicembre (come riporta Fanpage) aveva detto che un'invasione russa dell'Ucraina è "imminente". "Abbiamo detto che era imminente, resta imminente", ha detto di rimando la portavoce della Casa Bianca Jen Psaki citata dai media americani, "ma ancora una volta, non possiamo fare una previsione su quale decisione prenderà il presidente Putin. Siamo ancora impegnati in discussioni e negoziati diplomatici".
Completamente opposte le parole di Alexei Reznikov, ministro della Difesa di Kiev, secondo cui una minaccia di invasione dell'Ucraina da parte della Russia "al momento non esiste". "Ci sono scenari rischiosi, sono possibili in termini di probabilità in futuro – ha detto Reznikov – Ma ad oggi una tale minaccia non esiste".
Le proposte di Mosca
Il Cremlino ha avanzato a Washington un patto composto di otto articoli.
Il primo prevede che entrambe le parti agiscano in base ai principi della sicurezza indivisibile e non arrechino danno alla sicurezza reciproca; il secondo, che sia la Russia che gli Stati Uniti garantiscano che qualsiasi organizzazione internazionale, alleanza militare o coalizione a cui una delle parti partecipa rispetti i principi contenuti nella Carta delle Nazioni Unite.
Altri punti includono l'esclusione dell'espansione della Nato a est, il non ammettere altri stati membri dell'URSS a questa alleanza militare, non utilizzare il territorio di altri stati per attaccare l'altra parte, non dispiegare truppe e armi in aree poiché ciò sarebbe percepito come una minaccia, non utilizzare bombardieri pesanti o navi da guerra al di fuori dello spazio aereo e delle acque territoriali nazionali o internazionali, non schierare missili terrestri a corto o medio raggio al di fuori del territorio nazionale o in aree da cui possono colpire obiettivi dell'altra parte e, infine, non addestrare all'uso militari o civili di paesi che non possiedono armi nucleari.
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