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Gli USA promettono risposte scritte alle richieste russe, mentre aumentano le forniture di armamenti a Kiev

"Blinken mi ha detto che era soddisfatto dello scambio che abbiamo avuto e che lo aiuterà, ci ha assicurato, a rilasciare una risposta scritta la prossima settimana".
Così ha esordito il ministro degli esteri Sergey Lavrov, a margine dell’incontro avvenuto venerdì a Ginevra con il segretario di stato americano Antony Blinken.
Alla domanda se la Russia intendesse pubblicare la risposta, Lavrov ha affermato che la questione era da rivolgere alla controparte statunitense, aggiungendo, nel merito, che Washington si è impegnata ad aiutare ad attuare gli accordi di Minsk, stipulati per porre fine al conflitto tra l’esercito di Kiev e le forze separatiste a maggioranza russa del Donbass.
Mosca ha sempre accusato l’Ucraina di non aver rispettato questi accordi sul cessate il fuoco firmati tra le parti nel 2014: solo all’inizio di quest’anno l’Ocse ha inoltre segnalato il trasferimento oltre la linea di ritiro degli armamenti 23 carri armati ucraini T-72, 10 carri 2S3 Akatsiya, lanciamissili BM-21 Grad e un’unità del sistema missilistico terra-aria S-300.
È proprio sull’Ucraina che sembra essersi arenato l’acceso terreno di discussione tra Russia e Stati Uniti; nessun progresso è stato fatto sui punti fondamentali proposti dal Cremlino per fermare l’escalation di tensione in Europa: fra questi la non ulteriore espansione della Nato verso i confini russi ed il ritiro delle attività militari sul territorio degli Stati dell'ex Patto di Varsavia che hanno aderito dopo il 1997, in modo da ristabilire l’equilibrio strategico tra le due superpotenze.
Che le garanzie sulla sicurezza in Europa si stiano limitando solo alla questione di Kiev, è sostenuto anche dall'ambasciatore russo negli Stati Uniti Anatoly Antonov, secondo cui “l'impressione è che gli Stati Uniti stiano preparando il terreno in anticipo per ridurre la discussione sulle garanzie di sicurezza in Europa alla famigerata 'aggressione russa' contro l'Ucraina".
Lo stesso Blinken poco prima dei colloqui aveva avvertito che le possibilità di fare progressi significativi erano scarse. "Non mi aspetto alcuna svolta", aveva sottolineato, sostenendo che l'incontro sarebbe un'occasione per "vedere quali conclusioni ha tratto la Russia da questi contatti diplomatici".
La linea sposata questi giorni da Washington effettivamente, più che di apertura, si mostra essere di palese ostilità a fronte di una paventata imminente invasione russa contro il paese confinante: il presidente Joe Biden ha recentemente minacciato che questa eventualità determinerà in risposta sanzioni così pesanti che le “banche russe non saranno in grado di effettuare transazioni con dollari”.
"Non abbiamo paura di nessuno, nemmeno degli Stati Uniti", ha risposto il vice ministro degli Esteri russo Sergey Ryabkov, intervistato dall’emittente televisiva CBS, mentre il suo collega Alexander Grushko, a margine dei falliti colloqui sulla sicurezza tra Russia e Stati Uniti del 10-12 gennaio, aveva invece ammonito che Mosca “avrebbe adottato tutte le misure necessarie per respingere la minaccia con mezzi militari se non funzionasse con mezzi politici”.
La tensione che si respira è allarmante e mentre i colloqui diplomatici affossano ogni possibile trattativa su una trincea invalicabile, mascherata solo da timide intese, gli armamenti di ambo le parti corrono a posizionarsi in assetto di guerra.
I governi di Lettonia, Estonia, Lituania hanno ottenuto il via libera per fornire all'Ucraina i missili anticarro Javelin, Stinger, assieme ad obici da 122 mm prodotti dalla DDR. La Gran Bretagna, che ha recentemente trasferito nel paese 2.000 unità di lanciamissili anticarro MBT NLAW attraverso aerei da trasporto C-17, ha schierato  30 militari del Reggimento Ranger per addestrare le forze armate all’uso delle armi anticarro. Anche il Canada ha inviato forze speciali allo scopo di “supportare le forze di sicurezza ucraine”. Pochi giorni fa inoltre la presidente della commissione Difesa del Bundestag, Marie-Agnes Strack-Zimmermann, si è detta aperta ad accogliere la richiesta avanzata dall'Ucraina alla Germania per la fornitura di armi al fine di difendersi da una potenziale invasione da parte di Mosca.
La Russia dal canto suo ha schierato due divisioni russe dei sistemi di difesa aerea a lungo raggio S-400 Triumph in Bielorussia, nell'ambito delle esercitazioni congiunte "Determinazione Alleata-2022", mentre due bombardieri strategici Tu-160 hanno completato un volo sulle acque dell'Oceano Artico e sono in corso di svolgimento le esercitazioni tra Cina, Russia ed Iran al largo del porto di Chabahar.
In attesa della risposta scritta da Washington il clima è dunque dei più funesti e pericolosi dalla fine della seconda guerra mondiale e non è un caso che il Bulletin of the Atomic Scientists abbia comunicato recentemente che l’orologio dell’Apocalisse nucleare, il Doomsday Clock, resta fermo a 100 secondi dalla mezzanotte. Kiev userà le nuove armi per provocare la Russia e far precipitare la situazione?

Rielaborazione grafica by Paolo Bassani © originali Imagoeconomica

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