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“Tra responsabilità politiche e declino dell’etica, le ragioni del fallimento della classe dirigente”

A pochi giorni dal primo turno di voti per l'elezione del Capo dello Stato, Our Voice, Movimento Culturale Internazionale composto da giovani di diverse parti del mondo nonché strettamente collaboratrice con la nostra testata, è stata protagonista della *conferenza stampa organizzata dall’onorevole Jessica Costanzo presso Palazzo Montecitorio.
A prendere la parola Jamil El Sadi e Marta Capaccioni, giovani attivisti e redattori che nei loro interventi hanno voluto evidenziare il declino etico di una classe politica non solo incapace di dare risposte adeguate sul piano socio-culturale ed economico, ma anche nel proporre un degno Presidente della Repubblica, garante della nostra Costituzione per il prossimo settenario.
“Vengono proposti i soliti 'Matusalemme', nomi jurassici che non rappresentano lo specchio del Paese reale, o, peggio, soggetti incompatibili con la nostra Carta costituzionale - ha affermato Jamil El Sadi nel suo intervento in cui ha analizzato le condizioni catastrofiche in cui è riversato il nostro Paese - Le scuole, o quel poco che ne rimane, sono alla deriva; la sanità è diventata una mercanzia per le aziende sanitarie e le multinazionali farmaceutiche; la forbice sociale tra povertà e ricchezza si è acuita drasticamente annientando definitivamente il ceto medio, le piccole-medie imprese, migliaia di partite IVA: oggi o si è ricchi o si è poveri”. E poi ancora ha aggiunto: “La situazione dal punto di vista sociale è drammatica. Solo nel 2021 in Italia sono stati registrati 289 omicidi, con 116 vittime donne di cui 100 uccise in ambito familiare o affettivo; di queste, 68 hanno trovato la morte per mano del partner o dell’ex partner. Una strage, una mattanza che evidenzia ancora una volta quanto la violenza di genere non sia un mero 'fenomeno', ma una crisi nazionale dinnanzi alla quale la Politica deve rispondere con fermezza e con strumenti idonei. Ma non è tutto. Perché in aumento, anche a causa del forte disagio sociale ed economico, vi è anche il tasso di suicidi - ogni anno in Italia assistiamo in media a circa 4000 suicidi (62 suicidi correlati, direttamente o indirettamente, al Covid-19 in circa tre mesi) - e all’aumento del consumo delle droghe nei giovani.
A tal proposito ricordiamo che il traffico di stupefacenti è totalmente appannaggio delle mafie (nel 2020 i sequestri di cocaina hanno segnato un record assoluto e mai raggiunto prima in termini di volume: 13,4 tonnellate, il +62,2% rispetto all'anno precedente. Commercio in cui a dettare legge è la ‘Ndrangheta che fattura decine di miliardi di euro ogni anno). Tutto ciò rende bene l’immagine di un Paese in declino”.


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Marta Capaccioni, rappresentante Movimento Our Voice


Proprio la presenza endemica delle mafie, hanno ricordato i due giovani, deve far riflettere, perché questo è il “tempo di prendere coscienza che oggi più che mai la questione giustizia è sempre più inestricabilmente connessa con la questione sociale e con la questione della tenuta dello Stato e che, dunque, il dibattito non può esaurirsi tra tecnici del diritto ed imperniarsi sulle statistiche del lavoro giudiziario, dovendo investire in ambiti e tematiche più complesse”.
Contro la crisi etica e morale delle istituzioni sono state denunciate le continue ingerenze della politica nella magistratura, le corruzioni, i servilismi e le indecenti complicità.
Al momento la scelta del Capo dello Stato, nel dibattito politico e pubblico, rimbalza tra Silvio Berlusconi, Mario Draghi o una più generica “donna”.
“Al di là della profonda misoginia, maschilismo e denigrazione con cui i mezzi di informazione e il dibattito politico hanno trattato la possibilità della elezione di una donna come Capo dello Stato - ha ricordato El Sadi - ciò che più fa rabbrividire è non riuscire ad individuare, tra quelli candidati, un 'degno' garante della nostra Costituzione”. “Mi domando: come potrebbero personaggi come Berlusconi o Draghi, per citarne due di tanti, essere “degni” garanti della nostra Costituzione, rappresentare l’Unità della Nazione, presiedere l’organo di indipendenza della magistratura, comandare le forze armate, avere il potere di convocare e di sciogliere le camere, di concedere la grazia e di impedire la promulgazione delle leggi?
Come potrebbero farsi portavoce di quei profondi valori di legalità̀, giustizia, eguaglianza, che animano la Carta, o dei pilastri della nostra democrazia, come l’autonomia dei magistrati, la dignità̀ delle donne, la parità̀ di genere, la libertà di stampa, l’equità̀ fiscale, la scuola e la sanità pubblica? Come potrebbero prestare giuramento di fedeltà di fronte al popolo italiano, se lo hanno già tradito prima di entrare nelle stanze del Quirinale?”
Certo è che con l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica siamo dinnanzi a un bivio della storia. È una sfida che chiama in causa la responsabilità di tutta la classe dirigente in tutte le sue articolazioni interne. Ed anche la responsabilità dei cittadini che non possono dimenticare la storia.
E nella scelta del nuovo Capo dello Stato la mistificazione dei fatti è all'ordine del giorno.
Sia quando si parla di Mario Draghi che quando si parla dell'ex Premier Silvio Berlusconi.


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La sua candidatura, ha ribadito con forza Marta Capaccioni denunciando la “totale assenza di indignazione e di riprovazione da parte di tutte le istituzioni e dell’intera cittadinanza”, può essere considerata come “il più grande segno storico e politico del declino morale ed etico dell’attuale classe dirigente”. Quindi ha ricordato come quella di Berlusconi è una figura “che ha una scheda giudiziaria forse peggiore di quella di svariati criminali. Più di 100 procedimenti, 588 visite della polizia giudiziaria e della Guardia di finanza, 2600 udienze in 14 anni, 36 processi in totale in cui è stato indagato: frode fiscale, falso in bilancio, appropriazione indebita, corruzione giudiziaria, corruzione generica e istigazione alla corruzione, finanziamento illecito ai partiti, rivelazione di segreto istruttorio d'ufficio, falsa testimonianza, prostituzione minorile, concussione aggravata, evasione fiscale e altri reati tributari, diffamazione aggravata, abuso d’ufficio”. Non solo. “E' il fautore delle numerose leggi ad personam che gli hanno permesso di salvarsi da processi e condanne. Il 1° agosto del 2013 la sezione feriale della Corte di Cassazione gli ha confermato la condanna a 4 anni di detenzione per frode fiscale, cioè per aver derubato le casse dello Stato e dei cittadini italiani. Ed è anche colui che per 20 anni ha finanziato Cosa Nostra, mentre Cosa Nostra uccideva e lasciava a terra centinaia di morti, tra cui magistrati, rappresentanti politici, giudici, forze dell’ordine, imprenditori e cittadini”. Su quest'ultimo punto basta ricordare la nota sentenza contro Marcello Dell'Utri, condannato definitivo per concorso esterno in associazioni mafiosa per essere stato l’intermediario dell’accordo stipulato tra Berlusconi e Cosa Nostra nel 1974 e rimasto in vigore fino il 1992.
Nella loro denuncia i due giovani di Our Voice hanno anche ricordato come, nel corso del tempo, in maniera trasversale, la politica abbia in qualche maniera promosso sia alcune indicazioni che erano scritte nel piano di Rinascita della loggia massonica P2 di Licio Gelli o nel noto “papello”, l'elenco di richieste allo Stato da parte dei boss mafiosi di Cosa nostra per porre fine alle stragi.


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Jamil El Sadi, rappresentante Our Voice e redattore ANTIMAFIADuemila


“E' estremamente preoccupante che oggi, nella profonda crisi in cui sta sprofondando il nostro Paese, i punti di quel Piano si stiano realizzando - ha detto Capaccioni - e che certe normative vergognose e oltraggiose rischino di minare proprio quei principi sanciti dalla nostra Costituzione, della separazione dei poteri e dell’indipendenza e dell’autonomia della magistratura, compromettendo così l’ordine democratico della nostra Repubblica. In tutto questo, il prossimo Capo dello Stato, come presidente anche del Consiglio superiore della magistratura, organo di autogoverno dell’intero corpo giudiziario, ha un ruolo di garanzia costituzionale fondamentale. E per tale motivo quindi, analizzando le nuove riforme, denunciamo l’incompatibilità della maggior parte dei candidati per il Quirinale”.
E poi ancora: “Dentro queste aule parlamentari c’è chi si vuole approfittare dei recenti scandali che hanno riguardato parti del corpo giudiziario, per attuare un vero e proprio regolamento dei conti contro quella magistratura onesta e più esposta nella ricerca della verità, che con coraggio e tenacia non ha avuto paura di indagare e di estendere il controllo di legalità e l’esercizio della sua funzione giurisdizionale anche ad esponenti politici, imprenditoriali e finanziari. Soprattutto in quelle indagini e in quei processi riguardanti le collusioni di quegli ambienti di potere con il sistema mafioso. E infatti, questa volontà di portare l’ordine giudiziario a diventare un ordine collaterale e servente rispetto agli altri poteri dello Stato corre parallela alla volontà di retrocedere drasticamente nella legislazione italiana di contrasto alla mafia, ispirata da Falcone e Borsellino, con l’abolizione dell’ergastolo ostativo e la disincentivazione della collaborazione con la giustizia. Riforme che stanno di fatto realizzando alcuni dei punti del 'papello' di Totò Riina, cioè quelle richieste che Cosa Nostra presentò alle parti deviate delle nostre istituzioni nei primi anni ‘90, mentre saltavano in aria magistrati, cittadini e forze dell’ordine, per indurre lo Stato stesso a trattare e a scendere a patti con la mafia, al fine di fermare le stragi”.


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Ed infine i due attivisti hanno concluso: “Noi, come giovani, studenti, studentesse, artisti, musicisti, giornalisti, come futuri magistrati, futuri giudici, futuri avvocati e futuri politici, non ci riconosciamo in chi in questo momento siede nelle aule di questo Parlamento. Sui nostri diritti non scendiamo a nessun compromesso politico né ci accontentiamo del 'meno peggio'. Noi pretendiamo l’elezione di un Presidente della Repubblica che sia fuori dalle logiche di potere politico, lobbistico, economico e finanziario. Che sia super partes. Che sia antiliberista nell’espletamento delle sue funzioni di promulgatore delle leggi e di emanatore di decreti aventi forza di legge. Che sia anti-atlantista nella rappresentanza della nostra Nazione, nel comando delle forze armate e nella difesa dell’articolo 11 della nostra Costituzione che ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli. Che sia ispirato ai valori di giustizia, indipendenza e libertà a cui è ispirata la nostra Carta e che questi valori gli permetteranno di presiedere con spirito di servizio l’organo di autogoverno dell’intero corpo giudiziario, il Consiglio Superiore della magistratura. Che sappia difendere indistintamente i diritti inviolabili dell’uomo e della donna, la difesa dei pilastri della nostra Democrazia, come l’autonomia dei magistrati, la dignità delle donne, la parità di genere, la libertà di stampa, il diritto all’informazione e all’istruzione, il diritto al lavoro e l’equità fiscale. Che sappia infine, con coraggio e senso del dovere, garantire veramente una giustizia uguale per tutti”.

Foto © Imagoeconomica

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