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Il poliziotto abruzzese è "assente ingiustificato"

Oggi doveva essere il giorno dell'audizione di Bruno Contrada e Guido Paolilli al processo per l'omicidio dell'agente di polizia Nino Agostino e della moglie Ida Castelluccio (incinta), assassinati il 5 agosto del 1989 a Villagrazia di Carini, ma entrambi non si sono presentati in aula. 
L'ex numero tre del Sisde ha presentato un certificato medico, chiedendo il rinvio dell'udienza, ma senza specificare con esattezza una prognosi di remissione. Il poliziotto abruzzese, invece, ha rappresentato l'impossibilità ad essere presente in quanto impegnato domani in alcuni accertamenti medici. 
"La posizione di Paolilli è quella di un assente ingiustificato - ha detto senza mezzi termini l'avvocato della famiglia Agostino Fabio Repici - Dà comunicazione di un impegno di carattere sanitario che avrebbe domani. E non ha dato alcuna allegazione. E' assente ingiustificato anche nel modo in cui è stato prospettato il problema e non ha manifestato una grande pulsione di rispetto per la Corte e di attaccamento per le sorti del processo dove egli è citato come testimone".
Proprio per questo motivo Repici ha anche chiesto l'accompagnamento coatto dell'ex poliziotto. Un'ipotesi che è stata prospettata anche dal sostituto Procuratore generale Domenico Gozzo (applicato dalla Procura nazionale antimafia). "Quella di Contrada e quella di Paolilli sono due situazioni diverse - ha detto - Paolilli adduce un impedimento, senza documentare, per domani e non per oggi. Ci sono le condizioni per disporre un accompagnamento coattivo anche se prima tenterei la convocazione per un'altra udienza". Una progettazione, quest'ultima, che ha convinto la Corte presieduta da Sergio Gulotta che ha indicato nel 27 gennaio la data dove poter sentire entrambi i testimoni. Per quanto riguarda la posizione di Paolilli, però, la Corte ha anche commiato 400 euro di ammenda per non essersi presentato oggi "salvo non presenti documentazioni valide che attestino le ragioni della mancata comparizione all'odierna udienza". 
Ex amico e collega di Agostino, è tra i fedelissimi che Arnaldo La Barbera sceglie per indagare su quel delitto - prediligendo la pista passionale -, richiamandolo a Palermo, dal momento che da alcuni anni prestava servizio alla questura di Pescara. 
In passato fu indagato per favoreggiamento in concorso aggravato nel 2008, procedimento poi archiviato, e di nuovo nel 2010, con lo stesso esito. Le accuse mosse contro di lui, però, nel tempo sono andate incontro alla prescrizione.
Intercettato mentre parlava col figlio nel 2008, mentre vedeva una trasmissione in cui Vincenzo Agostino ricordava il ritrovamento di un bigliettino del figlio in cui era scritto di guardare nell'armadio, qualora gli fosse successo qualcosa, disse che nell'armadio c'era una grossa mole di carte che lui aveva stracciato. Recentemente, pur essendo uscito dal procedimento penale, l'ex agente è stato condannato a risarcire il danno da "verità negata" in favore della famiglia Agostino.
Il processo è stato rinviato al prossimo 20 gennaio quando saranno sentiti gli ex dirigenti del Commissariato San Lorenzo, Elio Antinoro e Saverio Montalbano.

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