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“La situazione in Ucraina e nella regione del Mar Nero diventa sempre più irta di rischi mentre gli Stati Uniti non vogliono sentire la posizione russa su questi temi”.
Sono queste le parole affrante del vice ministro degli Esteri russo Sergey Ryabkov che con amara rassegnazione, all’agenzia di stampa russa Tass, ha aggiunto come in particolare nel Mar Nero “si sta accumulando un’energia negativa” e “crescono i rischi, compresi i potenziali scontri, con possibilità di escalation".

Timori condivisi dal presidente russo Vladimir Putin che in un'intervista al canale televisivo Russia-1, aveva osservato come gli Stati Uniti e i suoi alleati della NATO stessero conducendo esercitazioni non programmate nelle acque del Mar Nero utilizzando l'aviazione strategica, definendole una "sfida seria" per la Russia.

Sistematici sono stati gli avvicinamenti di mezzi militari dell’Alleanza Atlantica ai confini russi nelle ultime settimane.

Solo 9 novembre, i radar delle truppe di difesa aerea della Forza Aerospaziale Russa avevano tracciato le rotte di diversi velivoli ostili:  nella regione del Mar Nero, è stato individuato l’aereo di sorveglianza, comando e controllo a terra E-8C dell'US Air Force.

Un altro aereo da ricognizione strategica RC-135 dell'aeronautica statunitense era decollato dalla base aerea sull'isola di Creta in Grecia e si era avvicinato al confine di stato russo a una distanza di 30 km. Un terzo aereo da pattugliamento marittimo Poseidon della Marina degli Stati Uniti era decollato da una base aerea della Sicilia in Italia e si era avvicinato al confine di stato russo a una distanza di 70 km: una provocazione marchiata “bel paese”, ovviamente consumata nel più totale silenzio delle istituzioni e dell’opinione pubblica.

Abbiamo poi aereo da ricognizione C-160G Gabriel dell'aeronautica francese che, decollato dalla base aerea in Romania e si era avvicinato al confine di stato russo a una distanza di 30 km, mentre un altro aereo da ricognizione strategica U-2 dell'aeronautica americana, decollato dal territorio del Regno Unito è stato individuato e tracciato dai radar di ricognizione sul territorio ucraino.

Come aveva riportato invece il ministero della Difesa russo Sergei Shoigu, l'incrociatore missilistico Moskva e la fregata Admiral Essen, in data 10 novembre stanno monitorando gli schieramenti nel Mar Nero da parte delle navi da guerra statunitensi che sono arrivate per un'esercitazione non programmata.

Alle 08:56 ora di Mosca del 10 novembre, il cacciatorpediniere americano Porter ha lasciato il porto georgiano di Batumi, mentre alle 09:20 dello stesso giorno , la nave di comando della US Navy Mount Whitney ha lasciato Batumi, e la petroliera John Lenthall della US Navy è stata schierata nella parte sud-occidentale del Mar Nero. "Come sapete una nave americana è entrata nel Mar Nero. Possiamo guardarla attraverso il binocolo o attraverso il mirino degli appropriati sistemi di difesa", aveva osservato nel mentre il presidente russo intervenendo alla riunione per la sicurezza e difesa di Sochi.

In risposta all’arrivo delle navi da guerra statunitensi ad inizio novembre gli equipaggi dei sottomarini Rostov-on-Don e Veliky Novgorod si sono esercitati a sferrare un attacco con missili da crociera Kalibr-PL contro un gruppo di navi da guerra nemiche fittizie

Secondo Shoigu "le attività della Marina degli Stati Uniti congiuntamente alla ricognizione e all'aviazione strategica nel Mar Nero hanno confermato il vero obiettivo di un'esercitazione non programmata, ovvero testare un potenziale percorso delle operazioni militari, in particolare il territorio dell'Ucraina in caso di preparativi per uno scenario militare nel sud-est".

Il sentore comune è dunque che una guerra sia alle porte ed il nervosismo da ambo le parti è sempre meno celato sotto vacue rassicurazioni diplomatiche.

L’Ucraina sembra il candidato più ideale per scatenare l’apocalisse e non sembra minimamente abbia intenzione di retrocedere alla corsa verso il baratro. Il paese, ancora oggi dipinto dal “mainstream”, come vittima di un potenziale attacco russo, continua in realtà ad armarsi e prepararsi alla guerra contro le autoproclamate repubbliche di Donestk e Lugansk.

Mentre il segretario di stato americano Antony Blinken prometteva il 10 novembre che Washington avrebbe continuato a lavorare per fornire assistenza alla sicurezza dell'Ucraina, comprese "armi difensive letali", il Daily Report 262/2021 dell’OCSE di 2 giorni prima segnalava come Kiev in aperta violazione degli accordi di Minsk, avesse disposto 55 pezzi di artiglieria pesante, in una zona vietata dagli accordi di Minsk.

È stato inoltre accertato l’utilizzo da parte di militari ucraini del nuovo drone UAV Bayraktar TB2 sulla linea del fronte, in ennesima violazione degli accordi di pace. Un report OCSE dell'11/11/21, con una decina di giorni di ritardo, ha inoltre confermato la notizia del bombardamento ucraino sul villaggio Golmovskij, dove 3 civili sono rimasti gravemente feriti.

L'autoproclamata repubblica popolare di Donetsk (Dpr) “dovrebbe prepararsi ad un possibile deterioramento della situazione sulla linea di contatto per impedire all'Ucraina di lanciare un'offensiva” ha dichiarato Denis Pushilin, leader della Dpr l’11 novembre.

Una situazione fosse tesa che si percepiva già da tempo: ad ottobre i militari ucraini avevano forzato il fiume Kalmius (confine naturale), occupando il villaggio Staromarievka, considerato per anni “zona grigia”.

Nel mentre, sulla scia del possibile futuro ingresso dell’Ucraina nella Nato, Regno Unito sta negoziando un accordo per la fornitura di armi, che potrebbe prevedere per la prima volta la vendita di missili navali Brimafone terra-terra e terra-aria da parte di Londra a Kiev.

"Qualsiasi ambizione di vedere Kiev diventare un membro della NATO è inaccettabile. I piani di consegnare armi al regime di Kiev non faranno che peggiorare la situazione nel sud-est dell'Ucraina. Secondo noi, un'altra opportunità per far smettere la guerra a Kiev è stata persa", ha affermato l'ambasciatore russo a Washington Anatoly Antonov, quando gli è stato chiesto di commentare la Carta sul partenariato strategico USA-Ucraina.

Si fermeranno gli occidentali dal perseguire l’offensiva verso est contro la Russia? Mentre si tentenna dal deviare questo mostruoso treno in corsa, le lancette della mezzanotte apocalittica si fanno sempre più vicine.

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