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di Giorgio Bongiovanni e Luca Grossi

Cronaca di un atteso fallimento. Potrebbero essere benissimo queste le parole per riassumere il vertice del G20 che si è concluso in queste ore a Roma. L’immagine simbolica che rappresenta questo summit l’hanno fornita i protagonisti stessi: il lancio delle monetine nella Fontana di Trevi. Un po’ di pecunia in cambio di una frivola speranza. Questo è il tragico epilogo che i potenti hanno offerto ad un mondo ormai sempre più vicino alla catastrofe sociale ed ambientale. Epilogo che porta l’impronta inconfondibile di “madame ipocrisia” come testimoniato dalle parole del premier Mario Draghi pronunciate durante la conferenza stampa di fine lavori: I giovani “dicono che sono stanchi di questo bla bla: penso che questo vertice abbia riempito di sostanza le nostre parole. Siamo consapevoli che la nostra credibilità dipende dalle nostre azioni”. L’insulto all’intelligenza rappresentata da queste parole si scontra con una semplice domanda basata su logica e buon senso: che cosa state effettivamente facendo per evitare la catastrofe? Nulla. Si è parlato della nostra politica guerrafondaia a guida statunitense? Certo che no. La fame nel mondo?  Certo che se n'è parlato, ma davanti ad una tavola imbandita circondata dalle bellezze lussuose del Quirinale. Nel Paese che si definisce la culla della democrazia in occidente era seduto allo stesso tavolo con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, anche il dittatore fascista Jair Messias Bolsonaro - presidente del Brasile - accusato di crimini contro l’umanità e grande sostenitore del “santo manganello” per reprimere l’opposizione democratica.


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Jair Bolsonaro


A tavola era presente anche il presidente e dittatore della Turchia Recep Tayyip Erdogan. Chissà se avrà storto il naso nel vedere il leader dell’Unione Europea Ursula von der Leyen sedere allo stesso tavolo degli uomini.
Altro tema mai toccato in nessun vertice è quello del narcotraffico mondiale gestito dalle grandi organizzazioni mafiose, in primis dalla ‘Ndrangheta. Questo vertice ha fatto eccezione? Neanche in lista.
Anzi, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha incontrato il suo omologo messicano Marcelo Ebrard Casaubòn per rafforzare i rapporti economici e il volume degli investimenti tra due Paesi. Un tiepido quanto sciatto scambio di belle parole completamente estraneo al clima che si respira nell’ex impero di Hernán Cortés dove ancora ai giorni nostri la fame, l’ingiustizia e la povertà fanno da padrona assieme ai grandi signori della droga che, oltre a esibire ormai apertamente la loro capacità economica e militare, uccidono senza pietà i giornalisti che denunciano loro e chi li appoggia dall’interno della politica.
I due ministri hanno concordato di rivedersi a Città del Messico nel 2022 nell’ambio della VI sessione della Commissione Binazionale con l'intento di approfondire le relazioni bilaterali sul piano politico, economico, culturale e della sicurezza. L’esito, anche questa volta, non sarà una sorpresa. Inoltre, durante il G20, non è stata fissata una data per porre fine all'energia da carbone ed ai sussidi per i combustibili fossili e la promessa di stanziare annualmente 100 miliardi di dollari per la transazione ecologica non è ancora mantenuta.


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Il pranzo dei leaders del G20 al Quirinale


La scadenza indicata nella bozza di dichiarazione finale del summit riguardo al raggiungimento delle emissioni zero è “la metà del secolo o intorno alla metà del secolo”. I leader del G20, si legge nel documento, riconoscono “lo stretto legame tra clima ed energia” e si impegnano “a ridurre l’intensità delle emissioni, come parte degli sforzi di mitigazione, nel settore energetico per rispettare i tempi, in linea con l’obiettivo di Parigi”. “Collaboreremo per l’implementazione e la diffusione di tecnologie rinnovabili e a emissioni zero o basse, compresa la bioenergia sostenibile, per consentire una transizione verso sistemi di alimentazione a basse emissioni”. Ma come indicato in un comunicato dell'ong Global Citizen questo non è sufficiente. Dobbiamo dimezzare le emissioni entro il 2030 e raggiungere "zero emissioni nette” entro la fine del 2050.  “Il fatto che il G20 non sia riuscito a mettersi d'accordo su questa realtà fondamentale rasenta la negligenza sia nei confronti della popolazione che nei confronti del nostro pianeta", evidenzia ancora l'ong.
L'Italia, come annunciato da Draghi, stanzierà 1,4 miliardi di dollari ogni anno per cinque anni, 7 miliardi di dollari in totale, per aiutare i Paesi più poveri del mondo a fronteggiare i cambiamenti climatici. Una cifra ridicola se paragonata ai miliardi che il nostro Paese ogni anno investe in spese militari rendendosi complice assieme all’Arabia Saudita presente al summit nella personalità del ministro degli Esteri, principe Faisal bin Farhan bin Abdullah, nel massacro di Stati inermi come lo Yemen, dove a rimetterci la vita sono soprattutto i bambini.


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Joe Biden e Recep Tayyip Erdogan


Sempre rimanendo nell’ambito del Medio Oriente durante il G20 è stato invitato anche il presidente, o meglio dittatore della Turchia, Recep Tayyip Erdogan il quale, si legge nella nota della presidenza turca, ha avuto un incontro con l'omologo statunitense Joe Biden allo scopo di aumentare il volume del commercio tra i due Paesi e per risolvere alcune questioni regionali. Ossia? Le guerre che ancora flagellano gli Stati confinanti? I diritti civili calpestai dal regime di Ankara? No, gli Stati Uniti sono preoccupati “sull'acquisto da parte della Turchia del sistema missilistico russo S-400". Secondo quanto riportato dall'agenzia turca Anadolu, i due leader hanno discusso anche di come creare "un meccanismo per rafforzare le relazioni bilaterali sottolineando l'importanza dell'appartenenza di Usa e Turchia alla Nato". La guerra è rimasta la prima causa della fame: 2 persone su 3 - quasi 100 milioni in 23 paesi - vivono infatti in aree di conflitto. Oltre mezzo milione di persone in più nell’ultimo anno si trovano sull'orlo della carestia: un numero sei volte superiore rispetto a 12 mesi fa. All’impatto dei conflitti in corso si aggiungono la crisi economica e il progressivo peggioramento dell’emergenza climatica e sociale, aggravata nell’ultimo anno dalla pandemia.
Infine, tirando le somme, “madame ipocrisia” ha ancora una volta dominato il palco della scena politica mondiale. E’ lei la vera vincitrice. Cosa racconteremo ai nostri figli, una volta che verranno a chiederci conto delle nostre scelte quando sarà ormai troppo tardi? Molto probabilmente non saremo in grado di dare una risposta. Non ne avremmo una. Poiché come diceva il grande filosofo Antonio Gramsci “l’ipocrisia del carattere italiano è in dipendenza assoluta con la mancanza di libertà”. Libertà che abbiamo già perso in cambio di qualche soldo.

Foto © Imagoeconomica

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