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Una messa in scena che attacca direttamente la narcopolitica in Paraguay

A sette anni dell'assassinio dei giornalisti Pablo Medina ed Antonia Almada

“Paraguay y sus maravillas”, è questa la nuova performance artistica, realizzata in Paraguay, e trasmessa nelle reti sociali del movimento Our Voice. Si tratta dell’ultimo lavoro del gruppo di attivisti e artisti nel paese latinoamericano, nell’ambito della manifestazione per il settimo anniversario dell'assassinio dei giornalisti Pablo Medina ed Antonia Almada. Un evento che denuncia l'impunità della narcopolitica che ancora regna nello Stato paraguaiano.
I protagonisti sono stati giovani artisti di Asuncion appartenenti al movimento che, con passione e nonostante le brutte condizioni climatiche del giorno, hanno messo in scena lo spettacolo di denuncia nella Plaza de las Armas, di fronte al Congresso Nazionale del paese, lo scorso 15 ottobre. Ad esibirsi Victoria Pereira, Natalia Pereira, Cira Villar, Leandro Pereira, Sebastián Cabrera, Nadia Pereira e José Rodriguez, con la partecipazione del musicista ed attore uruguaiano Juan Manuel Ferreira il quale ha anche curato la regia.
“Cosa potrebbe accadere in un Paraguay dove il presidente della nazione ed il popolo fossero portati a processo?”, è la domanda che introduce il lancio del video, questo lunedì 25 ottobre, dello spettacolo: “Paraguay e le sue meraviglie”. Un grido artistico, giovanile e collettivo che rappresenta le ingiustizie di un Potere Giudiziario viziato dalla corruzione e di connivenze politiche. Chiamato in causa principalmente il partito Honor Colorado, che ha governato quasi ininterrottamente dalla fine della dittatura di Alfredo Stroessner.
Un messaggio chiaro: la gioventù rompe l'omertà e la paura, per cercare i responsabili attraverso la cultura e l'arte. La referente del movimento in Paraguay, Victoria Pereira, ha espresso con chiarezza questo principio a conclusione dell’evento: “Sono emozionata perché dopo sei anni di lotta del Movimento è la prima volta che vedo giovani paraguaiani e paraguaiane che si uniscono nella denuncia, attraverso l'arte. Questa esperienza è nuova per noi, dall’inizio delle prove fino ad oggi. E continueremo a lottare denunciando ogni narcotrafficante, ogni mafioso infiltrato nella politica che sta rubando i nostri diritti, la nostra educazione, il nostro futuro”.
Lo spettacolo in sé rappresenta un fatto storico in un paese carente di mobilitazioni sociali, di denunce giovanili ed apparentemente sempre più omertoso di fronte a crimini quotidiani, dove l'impunità insieme all'omertà delle istituzioni sembrano ormai la normalità, come fosse un tema culturale. La militanza e l'arte di Our Voice irrompe, come si può vedere nel video allegato, trasformando lo scenario degli ultimi 32 anni di democrazia post dittatura.

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