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Un conflitto senza vincitori che deruba i bambini yemeniti del loro futuro

"Dopo oltre 6 anni di guerra, la crisi in Yemen rimane la più grave emergenza umanitaria al mondo, con l’80% della popolazione bisognosa di assistenza umanitaria: oltre 24,3 milioni le persone colpite, di cui 12,4 milioni di bambini sotto i 18 anni, inclusi 3,6 milioni di sfollati, tra cui 2 milioni di minorenni". È quanto riporta l'UNICEF Italia nel suo sito. Non semplici numeri, ma vite in costante pericolo a causa dei conflitti bellici tutt'ora presenti nella regione, di politiche espansionistiche e coloniali condotte da oligarchie occidentali - e non solo - e, soprattutto, a causa dell'indifferenza generale. Numeri da capogiro quelli registrati dal Fondo delle nazioni Unite per l'infanzia: 12,4 milioni i bambini in condizioni di bisogno e 5,5 milioni quelli che necessitano istruzione.

Il quadro si fa ancora più drastico se viene presa in considerazione anche la devastazione causata dalla pandemia di COVID-19 la quale ha ulteriormente logorato il fragile sistema sanitario yemenita: "Ridurre l’esposizione al virus, la mortalità e assicurare la continuità dei servizi essenziali in condizioni di guerra risulta arduo, con la diffusione del virus molto probabilmente sottostimata", scrive l'UNICEF Italia.

Ma, paradossalmente, i numeri della "guerra pandemica" sono di poco conto paragonati alla crudeltà di quelli causati dal conflitto bellico. Dall'inizio dei combattimenti nel marzo del 2015, infatti, "sono stati uccisi o mutilati 10.000 bambini, vale a dire quattro bambini ogni giorno. Questi sono naturalmente solo i casi che l'ONU ha potuto verificare. Molti altri bambini morti e feriti non vengono registrati". Inoltre, "almeno 3.600 bambini sono stati reclutati nelle forze e nei gruppi armati".

Risultati vergognosi, ma non è tutto. Sconvolgente, ad esempio, è l'impatto che ha avuto la guerra sui bambini. Stando a quanto riportato dall'ente, ad esempio, 4 bambini su 5 hanno bisogno di assistenza umanitaria, (ovvero oltre 11 milioni di bambini); migliaia di bambini soffrono di malnutrizione acuta grave; oltre 2 milioni di bambini non vanno a scuola; 4 milioni sono a rischio di abbandono; 2 insegnanti su 3 (oltre 170.000) non stanno ricevendo uno stipendio regolare da oltre 4 anni; 1,7 milioni di bambini sono sfollati interni a causa di violenze; e 15 milioni di persone (8,5 milioni sono bambini) non hanno accesso all'acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari.

Ci scusiamo con coloro che leggendo "solo" numeri possono essere infastiditi. Non vogliamo ledere o mancare di rispetto a nessun bambino, donna o uomo vittima di questa guerra, ma reputiamo che i numeri - anche se disumani - riescano a rendere bene l'idea della natura che ha la più grave emergenza umanitaria al mondo.

"Lo Yemen è sull'orlo del collasso totale"
Sono tornato ieri da una missione sia nel nord che nel sud dello Yemen. Ho incontrato decine di bambini, molti sono stati di ispirazione; tutti sofferenti. Ho incontrato pediatri, insegnanti, infermieri, tutti hanno condiviso storie personali che riflettono quelle del loro paese: sono sull’orlo del collasso totale". È la testimonianza di James Elder - portavoce UNICEF - che, reduce da una missione umanitaria in Yemen, riporta sul sito dell'ente uno feedback sulla crisi umanitaria in corso nel Paese all'estremità meridionale della Penisola araba.

"La crisi umanitaria dello Yemen – continua – rappresenta una tragica convergenza di quattro minacce: un conflitto violento e protratto, devastazione economica, servizi distrutti per ogni sistema di supporto (ovvero salute, nutrizione, acqua e servizi igienico-sanitari, protezione e istruzione) e una risposta delle Nazioni Uniti criticamente sottofinanziata".

"Agli attuali livelli di finanziamento - conclude James Elder -, e senza la fine dei combattimenti, l'UNICEF non può raggiungere tutti questi bambini. Non c'è altro modo per dirlo: senza un maggiore sostegno internazionale, un numero maggiore di bambini (ovvero coloro che non hanno alcuna responsabilità per questa crisi) moriranno”.

Chissà cosa avrebbe detto, guardando queste ultimi risultati, il compianto Gino Strada, il quale in uno dei suoi ultimi discorsi - rilasciato a Riccardo Iacona durante il programma "PresaDiretta" - parlando di un altro conflitto (quello afgano) disse: "C'è poca libera informazione nel mondo e il potere non tollera la verità sulla guerra: perché l’unica verità sulla guerra sono le vittime".

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