È forse questo il giorno più nero della storia recente del nostro Paese.
Trattare con Cosa Nostra, per lo Stato italiano, non è reato.
Cercare (e ottenere) il dialogo con i boss stragisti responsabili delle morti di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, per lo Stato italiano, non è reato.
Abbassare la testa di fronte al ricatto mafioso, veicolato a suon di bombe che nel giro di pochi mesi hanno provocato la morte di decine di civili (nonché di due piccole bambine di 50 giorni e 2 anni di vita), per lo Stato italiano, non è reato.
Nel frattempo, un finanziatore di Cosa Nostra di nome Silvio Berlusconi è in lista per diventare il nuovo Presidente della Repubblica.
Il suo braccio destro Marcello Dell'Utri, già condannato per concorso esterno in associazione mafiosa e noto frequentatore di "uomini d'onore", quest'oggi l'ha scampata e vedrà la sua immagine completamente ripulita dall'impianto mass mediatico unito.
Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Luigi Ilardo, scusateci. Scusateci, per l'ennesima volta. Questo Paese culturalmente e politicamente martoriato non merita il vostro coraggio e, forse, non lo meriterà mai.
Nel frattempo, noi cerchiamo di restare uniti, contro tutto e contro tutti. Dalla nostra parte, a prescindere da quello che sta succedendo, abbiamo i fatti. Che contano molto di più delle condanne e delle assoluzioni.
Foto © Franco Zecchin
L'Italia non merita il coraggio delle vittime di mafia
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- Stefano Baudino