“Esiste, lo sappiamo, una verità giudiziaria che va sempre e comunque rispettata, se crediamo ancora nella legge, per quanto la si possa criticare purché lo si faccia argomentando razionalmente. Poi esiste la verità dei fatti, la verità che non dipende dai codici di procedura penale o civile, e che si conquista scavando fino in fondo, anche nel torbido”. Così Nicola Morra, presidente della commissione parlamentare Antimafia, scrive su Facebook un commento a caldo in merito alla sentenza del processo Trattativa Stato-mafia emessa ieri pomeriggio dalla Corte d’Assise d’Appello di Palermo.
Ma al di là di ogni sentenza, “le responsabilità giudiziarie, ci è stato insegnato anche da un famoso articolo di Pier Paolo Pasolini del 1974, non sempre corrispondono a quelle morali. Per Verità e Giustizia - si legge - c’è ancora molto da lavorare.
Lo dobbiamo a chi ha creduto nello Stato e ha sacrificato se stesso e la sua vita, lo dobbiamo a chi non ha più un marito, un padre, una sorella.
Ora c'è da attendere le motivazioni con cui la Corte d’Appello di Palermo ha ribaltato la sentenza di I grado nel processo sulla Trattativa Stato-mafia e su quelle si ragionerà”.
Foto © Davide de Bari
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