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L'appello della società civile: doveroso raccontare la sua storia

Da oltre tre anni è nei cantieri della Rai un progetto per un film su Tina Anselmi, la prima donna ad aver ricoperto la carica di ministro della Repubblica Italiana. La ministra, deceduta a Castelfranco Veneto il 1° novembre 2016 a 89 anni, ha dimostrato durante la sua vita un profondo impegno politico e civile, concretizzato durante la sua permanenza al Ministero del Lavoro (il 29 luglio del 1976) lavorando alla parità di genere, per il quale nei giorni scorsi c'è stato il 45esimo anniversario, e alla presidenza della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla loggia Massonica P2, da cui poi è nata la famosa legge Anselmi. A cinque anni dalla sua scomparsa però il progetto, tratto da un'idea di Anna Vinci — biografa ufficiale dell'ex staffetta partigiana - si è arenato nonostante i numerosi passi già compiuti: i primi denari stanziati, il lavoro di Rai Fiction e la stesura di una prima bozza della sceneggiatura. Oggi più che mai, in un tempo in cui si parla molto di pari opportunità, si fa strada l'auspicio che il progetto possa riprendere.
A dare voce a questa speranza sono stati alcuni esponenti della cultura, della politica e della religione, a cominciare proprio da Anna Vinci la quale ha detto di sentirsi responsabile di "Tina Anselmi, in qualità di unica vera madre della patria non deve cadere nell'oblio. Il film a lei dedicato è un dovere. Mi preoccupa il silenzio che si è creato attorno al film da parte della Rai e del produttore, vorrei che il dialogo riprendesse quanto prima per arrivare alla produzione e alla messa in onda del film, anche perché la televisione pubblica ha già investito su soggetto e sceneggiatura".
Gli ha fatto eco Stefano Marcon sindaco di Castelfranco Veneto e presidente della Provincia di Treviso, sottolineando di appoggiare "in pieno l'idea del film in tivù. Mi sono confrontato più volte con Anna Vinci su questo tema, abbiamo lavorato, adesso bisogna concretizzare. È quanto mai necessario tramandare la storia di Tina Anselmi alle nuove generazioni, far conoscere tutte le sue azioni positive, il suo essere grande personaggio politico anticipato dalla Resistenza al nazifascismo". Inoltre per Simone Marconato, presidente della sezione dell'Anpi di Castelfranco "Tina Anselmi è una figura importante per la nostra città e va ricordata per la portata storica delle riforme sulla sanità pubblica e la parità salariale. Due pietre miliari. Che il servizio pubblico le renda onore è un atto naturale, con l'auspicio che ci sia un racconto esplicito anche di quanto la Resistenza sia stata cruciale nel suo percorso". Si è unita alle voci di sostegno anche la scrittrice Caberlin Serena Stangherlin, consigliera comunale e membro del gruppo di Castelfranco su Tina Anselmi, la quale ha voluto ribadire che "il lavoro di raccontarne l'esistenza (di Tina Anselmi n.d.r) con un film per la televisione, deve proseguire. Siamo tutti convinti dell'importanza di Tina Anselmi, la stiamo valorizzando in vari modi, anche con iniziative locali, collaborazioni con l’Anpi e il lavoro per intitolarle un luogo nella sua città. Il film deve diventare realtà - ha detto la scrittrice, aggiungendo che - "da parte politica reputo importante che a livello locale si promuova la sua figura per farla conoscere e apprezzare ai più giovani. Il film sarebbe un bellissimo segnale per raccontare una figura di caratura nazionale. Un giusto riconoscimento per descrivere a tutto tondo una donna eccezionale che ha lasciato il segno". Infine ha voluto rilasciare anche delle dichiarazioni Don Bruno Bignami direttore dell'Ufficio Nazionale per i Problemi Sociali e il Lavoro della Cei, commentando che "non è un caso che la Conferenza episcopale italiana abbia scelto Tina Anselmi come testimone di riferimento del progetto Policoro dedicato al sostegno giovanile nella nascita d'impresa. La sua storia per approfondire l’insegnamento, la capacità di gettare le basi di una rinascita all'indomani della Seconda Guerra Mondiale è un approccio che torna utile anche oggi, per fronteggiare le tante incertezze della pandemia. Ci sono due livelli di contributo che Tina Anselmi ha offerto - ha detto il sacerdote - il primo è una spiritualità incarnata dentro la storia, una donna credente che ha vissuto la fede al servizio del bene comune, penso alla Resistenza, all'impegno nel sindacato, nella politica. Un'assunzione di responsabilità animata dalla capacità di tenere insieme fede e vita. In secondo luogo ha operato come donna in maniera innovativa, per la prima volta una ministra del Lavoro e della Salute, ha aperto la strada della responsabilità e valorizzazione femminile nel nostro Paese. Ci è piaciuto l'impegno da donna al servizio del lavoro, del sindacato, tenendo insieme l'aspetto della salute del sociale - ha concluso don Bignami - per questo riteniamo importante approfondire la sua figura e il suo operato".

Fonte: latribunaditreviso

Foto © Imagoeconomica

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